Zero - Corto (2010)

Da 0 a 9 è il valore delle persone: per chi nasce 0 la vita può essere solo quella di un rifiuto della società. In questo bellissimo corto d’animazione le differenze sociali e il razzismo sono raccontati attraverso la vicenda di un poveretto a cui la vita non riserva nulla. Film narrativamente delicato, esteticamente ingegnoso (bella l’idea delle persone come matassine di lana), concettualmente impegnativo. Un’allegoria sul destino, ma soprattutto sull’intolleranza e sulla dignità di ogni essere umano, anche del più derelitto. Notevole.

Dura la vita per chi nasce Zero: bullizzato a scuola, emarginato da adulto, Zero avrebbe trovato comunque la felicità con l'amore corrisposto con una Zero al pari di lui, ma è un legame proibito e lui finisce in prigione. Ma la sua Zero è rimasta incinta e dal parto nasceranno due gemelli doppio Zero, ossia Infinito... Animazione in stop-motion simpatica nella realizzazione (i personaggi sono fatti di spago e gomitoli di lana), poetica nel messaggio contro la discriminazione, ottimista nell'epilogo sul valore della diversità.

Delizioso cortometraggio animato su uno zero che vuole assolutamente contare qualcosa. Con la tecnica della stop motion, gli autori realizzano un’opera piccola solo nella durata ma ricca di suggestioni sia visive (e originali) che tematiche. L’ambizione di oltrepassare i limiti imposti dalle condizioni della propria nascita ha un significato ovvio ma assai potente e rimanda agli ultimi della terra, tali per nascita ma spesso colmi di dignità. Molto bello il finale. Da vedere.

Dolcissimo, ma intriso di tristezza, cortometraggio animato, che ha la capacità di farci sentire giustamente in colpa, per via di qualcosa che abbiamo fatto o che, pur potendolo fare, non abbiamo fatto. Questi personaggini antropomorfi, fatti di fili di lana, sono molto gradevoli. La morale è semplice, ma colpisce perché il racconto ha creato nello spettatore quella mestizia e quel senso di colpa di cui si diceva all'inizio.