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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Per portare su grande schermo la favola del croato Goran Ivanisevic, che nel 2001 fece un grande Wimbledon partendo con una wild card, viene chiamato tre anni dopo l'inglese Paul Bettany. L'ispirazione è quella, ma qui Peter Colt viene descritto come un tennista ben più modesto di Ivanisevic: se quest’ultimo raggiunse il numero 2 del ranking mostrando un gioco a tratti dirompente (a partire da uno straordinario servizio), Colt confessa di esser stato in passato al massimo numero 11; una scelta, da parte degli autori, dovuta probabilmente al desiderio di dare dimensioni ancor più eroiche all'impresa, ma che rende meno credibile la vicenda. Poco importa, ad ogni...Leggi tutto modo, perché qui il tennis diventa quasi solo un pretesto per raccontare la strana parabola di un ottimo giocatore in disarmo che, finito ormai al numero 119 della classifica, si rende conto di come la gentile offerta di partecipare a Wimbledon rappresenti per lui quasi solo uno sfizio, inizialmente. La cosa migliore del film, infatti, è il cinismo ai confini della depressione del protagonista: non sembra mai posseduto dal fuoco della passione per il gioco e anzi, entra in campo persino più disilluso dei suoi tifosi.

Bettany azzecca le corde giuste e il suo Peter Colt acquista lo spessore psicologico necessario a regalare un briciolo di originalità a un film che al contrario, per come è organizzata la storia, appare di una banalità a tratti desolante. Il rapporto con la tennista Lizzie Bradbury (Dunst) fa da collante a match raccontati quasi sempre sbrigativamente, risolti in pochi punti sul campo e messi in scena se non altro - grazie agli effetti speciali digitali - con buona efficacia: gli scambi vivono di qualche ottimo momento e - anche se non sempre i movimenti appaiono naturali - l'impatto è discreto, se pensiamo ai problemi che da sempre ha il cinema nel rendere verosimiglianti le sequenze sportive.

Colt appare più solo che mai, nonostante due genitori che lo stimano e un fratello (McAvoy) brillante con il quale si nota una certa complicità: solo con i suoi pensieri cupi, con l'idea fissa di chiudere la carriera dopo Wimbledon, con la netta sensazione di essere ormai troppo vecchio per risalire una china che l'ha fatto precipitare nelle zone basse del ranking. La relazione con la bella tennista, al contrario di lui astro nascente del tennis femminile, lo ringalluzzisce e gli ridona energia facendogli vivere un'esperienza totalizzante, nonostante il padre di lei (Neill) cerchi di tenerli lontani per non distrarre la figlia dal gioco.

Qualche accenno di rivalità con qualche avversario (tutti nomi inventati, anche se poi si citano Federer e altri, per i match non inquadrati), McEnroe e la Evert in partecipazione speciale che occhieggiano dalla sala commenti, divagazioni sentimentali che ci portano nella periferia di Londra e oltre per sfruttare belle location. Se non fosse per alcune scontatezze imperdonabili, per momenti in cui è evidente la povertà nella costruzione degli incastri rosa, per la puerilità nel disegno di alcuni personaggi (il Jake Hammond di Austin Nichols in primis), il film avrebbe modo di farsi apprezzare, anche perché Kirsten Dunst sa essere dolce e radiosa come sempre nonché credibile come tennista, in alcuni atteggiamenti. Senza gran meriti la regia di Loncraine, tranne forse nella resa delle ultime scene sul campo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/07/07 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/03/24
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Puppigallo 3/07/07 09:25 - 5258 commenti

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“Potenza della "patata", o per i più romantici, dell’amore”. Era questo il titolo più giusto per una tale pellicola (altro che “Wimbledon”). Il numero 119 del mondo, sostenuto dalla gnocchetta di turno, abbatte avversari come birilli (per pudore a uno gli fanno sfasciare la caviglia). E’ come se un quasi Pinco Pallino battesse Federer, solo perchè la sua donna gliela fa annusare… Rara pochezza nei dialoghi, discreta noia, un Sam Neill sprecato e un McEnroe commentatore. Giusto qualche bella ripresa in un mare di banalità.
MEMORABILE: C'è anche la "stella cometa"...ma porc...

Galbo 4/07/07 15:29 - 12380 commenti

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Commedia all'acqua di rose che ha il merito di essere ambientata nel mondo del tennis, ancora poco frequenatato dal cinema. Per il resto la storia appare altamente improbabile, con una sceneggiatura a dire poco "rappezzata" e dialoghi ridicoli. Anche i due protagonisti (attori tra l'altro più che discreti) recitano per onore di firma e sono i primi a rendersi conto dell'improbabilità del progetto. Inutile.

G.Godardi 19/07/07 23:58 - 950 commenti

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Tennista ormai sul viale del tramonto decide di partecipare al torneo di Wimbledon per dare l'addio allo sport ma, grazie al fortuito incontro con una sua collega, riesce a risalire la china. Commedia sentimentale d'ambiente sportivo piuttosto inedito (quello del tennis) può contare su una bella fotografia stilizzante del grande Darius Kondhj. Se non fosse per lui e per la parte finale del film, non ci sarebbe molto da ricordare. Deve passare quasi un'ora perché il racconto acquisti un po' di mordente sportivo, ma l'ultima parte è riuscita.

Herrkinski 24/07/08 18:35 - 8072 commenti

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Terribile commedia leggera a sfondo amoroso/tennistico. Il "Wimbledon" del titolo diventa poco più di un pretesto per costruire una delle tante sciocchezze americane, con interpreti i bellocci non troppo espressivi Paul Bettany e Kirsten Dunst. Se non fosse per l'età, al loro posto avrebbero potuto esserci pure Richard Gere e Julia Roberts, tanto per intenderci.

Hackett 10/06/10 07:34 - 1865 commenti

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Commedia che va presa per ciò che è: un film leggero e sentimentale che cerca di rendere appetibile per il cinema (arduo compito) perfino il terreno del tennis. Attori giovani e alla moda, con un Bettany un po' sprecato e la Dunst che in ogni film fa la bella bambolina. Un po' poco ma si guarda.

Jcvd 14/05/11 22:37 - 258 commenti

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Nonostante una trama abbastanza irrealistica e un finale per molto versi altrettanto irrealistico, questo film non è malaccio e specie per un appassionato di tennis in fondo non è certo da buttare via, anzi. Paul Bettany è simpatico e irriverente, Kirsten Dunst a dire la verità lo risulta molto meno. Ad ogni modo un film senza dubbio piacevole, da vedersi come passatempo.

Nando 5/09/11 08:47 - 3810 commenti

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Commedia sentimentale molto distante dalla realtà dei fatti confezionata come una favoletta improbabile su quello che può generare la potenza dell'amore. Cast carente e riprese sportive dilettantistiche e poco efficaci. Il mondo del tennis meritava una narrazione più interessante e veritiera.

Belfagor 6/09/11 09:26 - 2689 commenti

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Lungi dal focalizzarsi sul mondo del tennis, questa commediuola sentimentale non fa che rispolverare l'ormai vetusta morale dell'omnia vincit amor trasferendola sul campo di gioco. L'idea di fondo, decisamente scialba e poco innovativa, viene salvata dalla fotografia professionale e dalla simpatia di Bettany il quale, conscio della vacuità del proprio ruolo, cerca di instillarvi più carisma possibile per compensare. La Dunst invece si impegna meno del solito.

Almicione 26/09/15 04:50 - 764 commenti

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Sul campo ci si gioca tutto: la vita, la famiglia, l'amore... Paul Bettany è propriamente nella sua parte (non mi sorprenderebbe se avesse un passato da tennista inglese) ma comunque non fa faville, a differenza della deliziosa Dunst. Accettabile la storia d'amore come riempitivo, ma la sua presenza eccessiva la rende protagonista. La trama presenta invece qualche banalità, ma in generale non delude e si riscatta con la sequenza finale che, sebbene ovvia, coinvolge particolarmente lo spettatore. Film senza dubbio gradevole.

Homesick 10/06/16 17:33 - 5737 commenti

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Sport e love-story secondo i luoghi comuni del genere - la decisiva partita finale e l'amore contrastato fra i due protagonisti - con una difesa degli affetti e dell'amicizia e un'immancabile lieto fine imbevuto di sdolcinatezze. La pellicola ha qualche buon momento da commedia pura, dovuto alle spigliate prove del cast: Paul Bettany misurato nelle varie situazioni, Kirsten Dunst solare, affabile e disinvolta e Sam Neill burberamente paterno.
MEMORABILE: I disinvolti approcci della Dunst; il ragazzino raccattapalle.

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