Si tratta di opera modesta, senza troppe pretese, però dotata di una certa grazia, che vede Marc Porel (inespressivo) accusato di scarsa virilità. Tragica offesa per il di lui padre, l'eccellente Turi Ferro (che regge il film), il quale si consola ostentando a tutti che il figliolo è "màsculo", visto che si è trombato la matrigna (un'Agostina un po' incompiuta). Per le corna, pazienza.
MEMORABILE: La processione, in cui la voce della presunta "gaiezza" arriva all'orecchio del padre, non riconosciuto da chi gli parla, in quanto incappucciato.
Discreta commedia alla siciliana con parentesi drammatiche in cui l'impareggiabile Turi Ferro - autoctono insolitamente moderno - deve fronteggiare pregiudizi e dicerie dei suoi retrivi concittadini. Erotismo modesto, qualche caratterizzazione simpatica e qualche trovata piacevole (le situazioni immaginate da Ferro).
MEMORABILE: Ferro che immagina di convincere il prete a salire sul pulpito per dichiarare a tutti che suo figlio non è omosessuale.
Passabile commedia tutta siciliana (o quasi) dove, al posto della solita storia di corna (o quasi), troviamo la virilità del titolo, messa in dubbio dal maligno paese. Nel cast primeggia Turi Ferro su tutti, Porel totalmente inespressivo a momenti pare un ebete, la Belli molto sottotono ma sempre bellissima. Film che non è malvagio, da guardare.
MEMORABILE: Le situazioni immaginate da Turi Ferro (il prete e il giudice che gli da il massimo della pena per delitto d'onore).
Più che prevedibile nel suo bozzettismo e però piacevole. Merito delle spalle d'Atlante di Turi Ferro che sostiene tutto il peso del film disegnando, con forza non banale, la psicologia d'un uomo stretto nella morsa d'una morale obsoleta, ma ancora spietata; esilarante il suo primo duetto con l'appestato del paese, Don Ciccio o' Curnutu. Inadeguata la coppia dei giovani attori: la Belli bene o male se la cava; Porel, invece, permane sin all'ultimo fotogramma rigido come un baccalà.
MEMORABILE: Turi Ferro che scambia la foto della moglie di Don Ciccio (presunta cornificatrice) per quella del defunto padre (di Don Ciccio).
Stupenda commedia, velata di malinconia, diretta con polso da Cavara e interpretata da un bravissimo Turi Ferro sostenuto da un cast in parte, con la Belli e Porel semplicemente fantastici. Ottimamente tratteggiato il cinismo di paese (meridionale o meno poco conta), con personaggi squallidi e ipocriti che si reputano normali e invece sono i veri freaks. Oltre all'ottima messa in scena è da segnalare l'efficace e pertinente colonna sonora, ulteriore tassello che completa un film intrigante e significativo, assolutamente indimenticabile.
Il titolo fa pensare, a priori, a una delle tante commedie sexy all'italiana in voga in quel periodo. In effetti gli ingredienti del genere ci sono, ma in realtà si tratta di una commedia che strizza l'occhio, seppur in maniera più facilona, a Germi e alle sue commedie; in particolare a quelle dove la Sicilia è protagonista. Ma qui siamo su tutt'altra strada. Comunque, per quanto sia piena di luoghi comuni, è un'opera gradevole. Per chi ama gli anni '70.
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