Violation - Film (2020)

E' evidente la volontà di superare un'altra barriera del rape & revenge; la vendetta della protagonista è d'un realismo agghiacciante, quasi da snuff-movie, così come la scena che la anticipa - con una masturbazione "live" al maschile - farà discutere. A non convincere è il build-up, girato in un modo fin troppo astratto e ambiguo che non permette di solidarizzare al 100% con un personaggio che in ogni caso è evidentemente squilibrato; in questo senso la morale da giustizialismo femminista del film è preoccupante. Bello il contrasto visivo tra natura incontaminata e clinica atrocità.

Rave & Revenge: per quanto possa essere brutale il primo, la seconda ci soddisfa quando è la vittima a compierla, dato che ha suscitato la nostra empatia, Qui non accade: lo stupro, messo in atto da un uomo appartenente alla cerchia della protagonista come spesso accade nella realtà, ha contorni incerti e quasi onirici mentre la vendetta, descritta minuziosamente, è tanto fuori misura da sembrare un atto di follia insensata. Nessuna immedesimazione, nessuna catarsi. In ciò consiste l'originalità del film ed anche il suo limite: colpisce ma non coinvolge, lasciando perplessi.

Tutto è scritto e interpretato da Madeleine Sims-Fewer per far risaltare la sua immagine di protagonista complessata e fuori di testa e usarla come pretesto filmico, più o meno condivisibile, per giustificare un revenge decisamente esplicito e nemmeno tanto partecipato dallo spettatore. Ci sono doti registiche e visuali ma anche troppa voglia di stupire e di mescolare i piani temporali lasciando bellamente sospesi alcuni passaggi e fregandosene degli altri personaggi. Volare più basso, grazie.

In piena crisi coniugale col marito Caleb (Abili), Miriam (Sims-Fewer) vola a trovare la poco amata sorella Greta (Maguire) e il cognato Dylan (LaVercombe) nella loro baita canadese. Durante una serata alcolica succede l'irreparabile: messa con le spalle al muro, Miriam risponde alla voragine con un abisso... Le elevate pretese autoriali (la frequente inserzione di dettagli astratti: la commistione di linee temporali) e una certa antiempatica prolissità (ci sono almeno 15' di troppo) affondano un rape & revenge atipico sia nella narrazione che nell'analisi psicologica. Insoluto.

Pensiero stupendo nasce un poco stuprando. La felicità sororale perde ogni equilibrio, un rape alluso, un revenge pornografizzato, un rapevenge. Del revenge è il reve (sogno) che davvero conta: quello di un gassoso rape da camera quasi tutto nella sola testa di una vittima di se stessa che ha in odio il cosmo intero. Al genere mancava il solo passaporto per l'aulicità, e per legittimare di prepotenza la signorina Tumetoorbi, i più inutili cronocarpiati si sprecano; nei coni d'ombra dell'atteggiarsi a esteta, a pagarla carissima è la sintesi. Tanto, si sa, il prestanome è la platea.