Omicidio al neon per l'ispettore Tibbs - Film (1970)

Omicidio al neon per l'ispettore Tibbs
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: They call me mister Tibbs!
Anno: 1970
Genere: poliziesco (colore)
Note: Seguito di "La calda notte dell'ispettore Tibbs"

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Privato del sottotesto legato al razzismo negli stati del Sud, il sequel semplicemente perde per strada ogni singolarità e quello che aveva fatto della CALDA NOTTE uno dei migliori film dell'anno. Senza lo scontro perenne con Rod Steiger, Poitier si ritrova d'improvviso declassato al rango di ispettore qualunque in una San Francisco dove nessuno certo lo valuta in base al colore della pelle. Gli si cuce attorno un'indagine legata all'omicidio di una prostituta e gli si offre una valida spalla come Martin Landau - nel ruolo del reverendo progressista Logan Sharpe - per arricchire il parco attori. Sharpe è amico fraterno...Leggi tutto di Tibbs e si trova invischiato nel delitto perché qualcuno l'ha visto aggirarsi nei pressi poco prima del delitto (ripreso tra l'altro in soggettiva “pre-argentiana”). Tibbs prova a mantenere le distanze col suo caratteristico agire da integerrimo tutore della legge, ma è chiaro che il rapporto con Sharpe non può prescindere dal comune passato. Sembra possa essere questo il filo che tiene insieme il film ma non è così, anche perché Landau tutto sommato si vede poco, rispetto all'importanza che ha sui titoli di testa. Gli indiziati sono altri e tocca seguire più piste, a cominciare da quella che porta al proprietario del condominio dove è avvenuto l'omicidio, la cui rettitudine è messa in discussione fin dalle prime scene. Per dare allora un minimo di consistenza al personaggio dell'ispettore ci si sofferma sulla famiglia (moglie e due figli) e in particolar modo sull'educazione da dare al maschio, disordinato, fannullone e poco incline agli insegnamenti paterni, da sfidare anche a costo di beccarsi qualche ceffone. Con la moglie invece (la splendida Barbara McNair) i problemi non esistono: comprensiva, dolce ma risoluta, è perfetta consolatrice nel momento del bisogno. Gli sviluppi del caso tuttavia, per quanto la sceneggiatura non possa dirsi tirata via, sono altamente convenzionali e diretti da Gordon Douglas senza guizzi, limitandosi a dosare azione e interrogatori secondo schemi prestabiliti senza fantasia, inserendo un paio di inseguimenti (in auto e a piedi) che poco aggiungono all'efficacia del tutto. Immancabili le musiche di Quincy Jones, forse l'unico aspetto a non perdere il confronto col prototipo, che resta di tutt'altra categoria e lontanissimo (non solo in termini di distanze geografiche) dal suo sequel: senza Steiger l'incisività di Poitier è dimezzata, non potendo più contare su di un perfetto opposto al quale imporre fieramente l'impeccabile aplomb. Giacca, camicia e cravatta d'ordinanza son gli stessi, ma si confondono in un ambiente in cui non risaltano, macchie di inutile classe in un film che scorre piatto e a tratti pure tediando non poco. Manca il gusto nella descrizione dei personaggi, manca drammaticamente quell'ironia che aveva saputo trasformare il prototipo in un bizzarro crossover di generi. Si segue, d'accordo, ma si dimentica dopo poco senza rimpianti.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/12/07 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/04/20
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Galbo 24/12/07 09:31 - 12380 commenti

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Utilizzando lo stesso personaggio visto nel più valido La calda notte dell'ispettore Tibbs, il regista Douglas confeziona un film che se in parte ricrea le stesse atmosfere del precedente si rivela privo della personalità di quello e risulta un poliziesco discretamente realizzato (alcune sequenze sono valide) ma piuttosto ordinario, privo sopratutto di una regia veramente personale. Buoni cast e colonna sonora di Quincy Jones.

Herrkinski 19/04/11 23:31 - 8072 commenti

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Il prototipo era uno dei migliori polizieschi Anni Sessanta usciti dagli USA, nonchè abbastanza originale grazie ad atmosfere notturne e "sudiste", raramente viste in film di questo genere. Questo sequel si rivela più canonico e lascia da parte l'atmosfera per dedicarsi ad una vicenda prettamente urbana. La trama è discreta, il ritmo anche; manca però qualcosa che lo differenzi dalla massa di polizieschi usciti in quel periodo. Si apprezzano l'uso del colore e le belle musiche funky di Quincy Jones, ma Poitier è un po' ingessato e la storia anche.

Nando 19/02/13 11:33 - 3810 commenti

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Convenzionale poliziesco che vede la faccia rassicurante e risoluta di Poiter in una delle sue febbrili indagini rivolte a risolvere un omicidio. Lo sviluppo narrativo è discreto e tra parti ragionate ad altre d'azione si arriva all'agognato finale. Manca qualche picco emozionale.

Pinhead80 28/07/16 11:57 - 4719 commenti

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Seconda indagine per l'ispettore Virgil Tibbs, questa volta ambientata nella più rassicurante San Francisco (rispetto alla razzista Sparta) che lo vede alle prese con un omicidio di una prostituta. Differentemente dall'esordio il personaggio interpretato da Sidney Poitier sembra meno disinvolto nella parte e molto più vulnerabile (lo si veda anche quando cerca di educare il figlio); questo da una parte gli dona una grande umanità ma dall'altra gli toglie quella durezza necessaria al compito che deve assolvere. Interessante il finale.

Il Dandi 5/12/18 18:18 - 1917 commenti

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Ecco cosa intendeva dicendo "Lassù mi chiamano signor Tibbs" (il titolo originale riprende una frase del capostipite): una volta strappato dal sud razzista e ricollocato nel contesto residenziale di San Francisco scopriamo che Tibbs è un detective integerrimo e serioso, dispotico in ufficio quanto in famiglia, in pratica (ma nella forza dell'idea sta anche il suo limite) che potrebbe benissimo essere intercambiabile con un bianco (se non fosse per poche note "di colore", come la musica di Quincy Jones). Poliziesco piacevole, ma poco incisivo.
MEMORABILE: Tibbs sorprende il figlio dodicenne con una sigaretta e lo "punisce" offrendogli un sigaro e un whisky.

Nicola81 4/01/20 22:05 - 2840 commenti

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Accantonate le implicazioni razziali del celeberrimo esordio, la seconda avventura dell'ispettore Tibbs ci propone un protagonista perfettamente integrato nella realtà di San Francisco, alle prese con un caso di omicidio che lo tocca molto da vicino (il principale sospettato è un prete suo amico di lunga data) e con la routine familiare. Il risultato è un film corretto nello svolgimento (forse persino troppo) e ben interpretato, ma la regia di Douglas è priva del mordente necessario a elevarlo dalla media. Discrete le musiche di Quincy Jones.

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    Il dvd SINISTER

    Audio italiano e inglese
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    Video 1.85:1 anamorfico
    Durata 1h43m54s
    Extra: Trailer

    immagine a 33:40

    Ultima modifica: 5/12/18 15:20 da Zender