Streghe - Eredità diabolica - Film (2021)

Una vecchia strega passa il testimone a quella più giovane, scatenando deliri nelle vite di donne ordinarie. L'esordio di Tsigaridis è un incubo visionario che fa del parossismo la sua cifra - con grandi rimandi al primo Raimi -, tentando per quanto possibile di non cedere al canonico. Talvolta ci riesce, grazie principalmente al montaggio e a un comparto sonoro di tutto rispetto, ma altrettanto spesso si rimane sconcertati da attimi di comicità involontaria (?) - colpa del cast mediocre - e momenti di grande prevedibilità. Comunque, a conti fatti, una visione affatto noiosa.

Due capitoli praticamente a sé stanti scaraventano lo spettatore in un universo stregonesco fatto di rituali, malocchi, possessioni, pasti fetali e sortilegi dagli effetti orripilanti. Ne consegue uno script dalla struttura episodica e inconclusiva (con tanto di "To Be Continued" sul finale), nonché una regia perennemente incerta fra toni umoristici e terrifici, traboccante di jumpscare di rado efficaci (a furia di smorfie grottesche e lenti a contatto, la comicità involontaria prende il sopravvento). Si salvano alcuni spunti visivi e la prova di Rebekah Kennedy, dannatamente odiosa.

Due episodi a tema streghe, fortemente concatenati, con personaggi in comune. Nella sceneggiatura a volte subentrano moventi fumosi e misteriosi, ma forse questo è propriamente voluto, o magari verrà svelato in un eventuale sequel (come sembra promettere il “to be continued”). Diciamo che la stregoneria qui mostrata crea effetti resi con montaggi mistico-psichedelici, a volte con aspetti inquietanti e quindi da questo punto di vista si può dire riuscito. Come prova però risulta ancora acerba, proprio per quanto riguarda i frangenti di sceneggiatura di cui sopra.