The wolf of Snow Hollow - Film (2020)

Cummings ripropone delle dinamiche già viste in Thunder Road – il rapporto problematico genitori/figli – in un’atmosfera dark da film di genere. Il risultato è una conferma di una visione autoriale estremamente personale, che fa del suo punto di forza uno strano bilanciamento degli opposti: mai davvero comico, eppure così tragico da far sorridere. Il risultato è un oggetto filmico ambiguo, risultante anche di una visione estetica classica e "distante", poco incline a vezzi estetici. Perfetti i comprimari Lindhome e Forster.

Cittadina è sconvolta da feroci omicidi, parrebbe perpetrati da un lupo mannaro. Una trama scontata dà vita comunque a un film piuttosto divertente per gli appassionati, perennemente in bilico tra il grottesco e l'horror fino al finale più allineabile col thriller; il nevrotico poliziotto di Cummings è volutamente insopportabile ma in compenso abbiamo l'ultima apparizione del mitico Forster. Buona fotografia, con suggestive scene d'omicidio che riportano al cinema 80s; un piccolo film girato e confezionato con criterio che può risultare un gradevole entertainment, senza pretese.

Ambientato in un paesotto montano dello Utah piacevolmente innevatissimo (siamo anche sotto Natale), è un thriller (venato di horror) che in apparenza può ricordare Fargo data la centralità dei poliziotti tra i personaggi principali; il protagonista è un giovane vice sceriffo abbastanza fuso (ex alcolista) che spesso va in escandescenze per un caso di omicidio che molti attribuiscono a un fantomatico lupo mannaro. Sceneggiatura abbastanza interessante e intricata (nella quale si intrecciano vicende personali) ma per certi versi nebulosa/ostica nei particolari. Sorprende la soluzione.

La trama in se stessa non presenta novità: una piccola località montana, una serie di morti orrende nelle notti di luna piena... Insolito è invece del protagonista, ossia il presunto eroe della vicenda: uno sceriffo ex alcolizzato, incapace di gestire la rabbia, fallito come marito e padre, maldestro sul lavoro. E' proprio la sua patetica inadeguatezza rispetto ad una situazione tanto drammatica ad innestare un meccanico comico che fa virare il film stesso verso i territori della black comedy,  Una piacevole sorpresa con una messa in scena curata e una bella ambientazione.

In un innevato paesino montano, nelle notti di plenilunio si succedono atroci delitti che ovviamente tutti (tranne il vice sceriffo nevrotico e simpaticamente fuori di testa) attribuiscono a un feroce lupo mannaro. Una regia spigliata e molto personale, che riesce a rendere originale un argomento già declinato sia in salsa tragica che più ironica, spostando il focus dalla routine delle indagini verso la psicologia di Marshall (un sorprendente Cummings) stretto tra pressioni sociali e familiari, supplendo a qualche debolezza dell'intreccio e la latitanza dell'elemento orrifico.

Piccolo e sorprendente murder mystery licantropesco, non troppo coinvolgente sul versante del plot ma stilisticamente solidissimo. Merito di Cummings, che dirige, scrive e interpreta una commedia orrorifica dalla forte personalità, intrisa di un sofisticato humour nero alla fratelli Coen e soprattutto mai banale nella definizione dei personaggi e delle loro interazioni (fulcro emotivo il rapporto tra padri e figli, impreziosito pure dalla partecipazione del compianto Forster). Ottimo montaggio, perfette scenografie nevose, una spruzzata di violenza grafica che non guasta. Riuscito.

In una cittadina dello Utah un animale assassino semina vittime. Il clima silenzioso montano, la candida neve e la piccola comunità si adattano a creare il clima orrorifico per brutali omicidi, ma l’intenzione di Cummings è di attirare tutta l’attenzione su di sé. Dopo Thunder road ripropone il ruolo da poliziotto inseguito da demoni: la sua rabbia personale oltrepassa la umana curiosità di scoprire il colpevole. Ogni tanto vengono mescolate la carte con un fare più leggero, tanto che ci si avvicina al film tv.

E' un thriller grottesco in cui più che virare sulle possibili derive horror o licantropesche la sceneggiatura preferisce mettere al centro del progetto i tormenti dello sceriffo interpretato da Cummings, tormenti che portano a momenti intensi di stupidità con tutte le persone che lo circondano, siano esse colleghi, alcolisti anonimi o la sfera familiare. Questa è la cifra caratteristica del racconto, originale ma allo stesso tempo un limite alla presa del film.