The secret - Le verità nascoste - Film (2020)

Interessante anche se già visto (lei chiude in cantina un uomo che forse è stato il suo stupratore durante la seconda guerra mondiale), costruito con una discreta tensione anche se mal confezionato (molte inquadrature tirate via, spesso mal fotografate). Si lascia guardare, con una Rapace intensa e un Messina perfettamente in parte a fare da contraltare ragionevole della coppia, mentre Kinnaman passa il film quasi sempre imbavagliato. Il finale sgonfia le attese confermando una scrittura poco originale, ma nel complesso non è male.

Scampata agli orrori del nazismo, una donna sint ha sposato un medico americano e lo ha seguito negli USA. La sua vita trascorre in apparenza tranquilla fino a quanto crede di riconoscere in un nuovo vicino uno degli aguzzini di 15 anni prima... Considerata la trama, inevitabile il confronto con La morte e la fanciulla ma qui non c'è un maestro come Polanskì dietro la macchina da presa e anche gli attori coinvolti, per quanto volenterosi, non sono alla stessa altezza. Il film si fa seguire comunque per la natura del soggetto che pone inevitabilmente pesanti interrogativi morali. 

Anche se non proprio inedita, la tematica è interessante perché stuzzica riflessioni importanti sul labile confine tra vittime e carnefici, e tra vendetta e giustizia. Anche la tensione è quella giusta, ma purtroppo il film si arena proprio sul traguardo, culminando in un epilogo insoddisfacente e frettoloso, molto vendicativo e anche molto americano nel senso più negativo del termine. Davvero intensa la prova di una brava Rapace, e anche il cast di contorno non sfigura affatto. Assolutamente guardabile, ma le premesse lasciavano presagire un risultato ancora migliore.

Il doloroso passato di una donna viene a galla quando pensa di riconoscere il suo aguzzino. Il titolo italiano è semplicistico rispetto a quello originale che sottintende in realtà un'ambiguità di entrambi i personaggi principali, ciascuno custode di un segreto e autore di un inganno nei confronti dei propri cari. Benché il tema non sia inedito, il film è interessante per una storia che rimane irrisolta fino alla fine, per la tensione che si viene a creare e per la buona prova degli attori anche se Kinnaman rimane in ombra rispetto alla Rapace e a Messina. 

Pellicola che analizza vicende che non scompaiono mai dalla mente di chi le ha vissute sia come vittima che come carnefice. Una donna sposata con prole pensa di riconoscere in un uomo il suo aguzzino durante la fine del Secondo conflitto mondiale; lo sviluppo narrativo prende una piega dolorosa e talvolta violenta salvo poi implodere nel cinico finale che invita alla riflessione. Appropriati gli interpreti, con Kinnaman però troppo sottomesso.

Una donna Rom che ha vissuto un orribile trauma legato ai nazisti e alla Seconda guerra mondiale, riconosce quello che a parer suo potrebbe essere uno dei suoi carnefici. Farà di tutto pur di farlo confessare. Rape and revenge con echi nazionalsocialisti che lascia dubbiosi sino all'ultimo sull'entità e sulla colpevolezza o meno dell'accusato. Non si spinge molto sul tasto delle crudeltà gratuite e questo, visto le premesse, può essere considerato un limite. La parte legata alle indagini della polizia è frettolosa e francamente poco credibile. Si poteva osare un po' di più.

Una rumena, trasferitasi negli States dopo la Seconda guerra mondiale, riconosce il suo carnefice prendendolo in ostaggio. Thriller vendicativo che non regala molti spunti interessanti: poca suspense e ritmi piuttosto blandi, con un finale che rasenta lo scontato. La Rapace convince abbastanza, ma poteva essere molto più empatica. Regia discreta. Colonna sonora così così.