Come falene in cerca del cupio dissolvi nella notte dei sensi, Cynthia ed Evelyn restano intrappolate nel miraggio del giorno... Cesellato negli stilemi del thriller gotico all'italiana (Bava, Fulci, Martino e Dallamano) un iridescente esercizio di stile che traduce il formalismo in contenuto: il sadomasochismo come comportamento, liturgia somatica che lo sguardo entomologico di Strickland non congela ma comprende, liberandolo dalle pastoie del moralismo, allentando col grimaldello dell'ironia le maglie della psicologia patologizzante. L'abnegazione di Sidse Babett Knudsen toglie il respiro.
C'è un ottimo lavoro su atmosfere e scenografie, stimoli visuali e motivi musicali che denotano ricercatezza e gradimento per il cinema anni 70. Bandita dal set ogni forma di presenza maschile (pare anche le statue), nel cast svetta la prova della Knudsen, algida regista di un rapporto amoroso-conflittuale che si dipana in una location senza tempo. E' anche vero che il ritmo del racconto rimane abbastanza compassato e che non tutte le sue parti sono avvincenti.
Farfalla, far falla del senso e del sesso. Le (messinscene delle) giravolte dialettiche servo-padrone dove è sempre Masoch a legiferare e a detenere il vero potere, indecise tra secernere umori da erothriller 70's e annessa sua postmoderna rivisitazione o incampanarsi in una depressurizzata bolla di coppolana risonanza. Gran dispendio di accorgimenti formali, ma colpisce (senza affondarlo) più all'intelletto che al cardio. Più che Reik o De Sade, un Bataille alla milanese, un Kraft-Ebing tutto merletti e imbelletti nel tassonomico splendore del farfallorama fattosi incubo di Rubik.
La sequenza d'apertura - la passeggiata in bicicletta di Evelyn (quel nome...), soffusa di library-dream pop (dei Cat's Eyes alla Blonde Redhead), saturazioni e bagni monocromi - è un commosso omaggio al b-movie europeo passionale (un Forzani-Cattet morbido). Amore d'epoca nelle icone sadomaso e saffiche da Strickland in vena di romanticismo. Le preziosità entomologiche-antropologiche del grafismo vintage sono svilite dalla sterilizzazione digitale. L'ambiguità di dominante-sottomessa, eros-thanatos (qual è la fonte della coercizione?) lo rende una gradevolezza dell'erotismo nero.
Strickland conferma le qualità del suo stile, quello di un cinema che ha indubbie qualità visive, con ancora una volta numerosissimi omaggi cromatici al cinema nostrano (il primo titolo che viene in mente è Suspiria) con scenografie di grande impatto e atmosfere molto ben rese. La storia è un po' risicata ma la sceneggiatura sa raccontare bene il rapporto tra i due personaggi, regalando anche allo spettatore una sorta di colpo di scena finale che ribalta le prospettive di quanto visto sin lì. Grande la prova della Sidse Babett Knudsen. Stuzzicante, ma non saziante.
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Rebis, lo hai pescato in qualche festival?
L'anno scorso uscì al 32 Torino film festival ma me lo persi (non si riesce a stare dietro a tutto). Il tuo commento intrigante e benevolo mi
incuriosisce.
Se ci sono torrenti da esplorare o muli su cui salire in groppa, fammi sapere. Grazie.
Carissimo, l'ho recuperato al cinema al Gender Bender Festival di Bologna. Non ho ancora visto Berberian Sound Studio ma questo è stata una bella sorpresa, per quanto in sala abbia suscitato reazioni contrastanti.
Tra muli e torrenti comunque è disponibile e ci sono pure subbi per italiotici :)
DiscussioneDaniela • 6/11/15 09:42 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Il titolo mi tirava poco, ma il commento di Rebis stuzzica, vedrò di recuperarlo anch'io...
E' il nome di una farfalla piuttosto comune.
Le protagoniste sono entomologhe, e le abitudini degli insetti hanno in qualche modo a che fare con le loro :)