Berberian Sound Studio - Film (2012)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/01/13 DAL BENEMERITO MICKES2
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Mickes2 17/01/13 23:30 - 1670 commenti

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Cocciuto tentativo nel ricostruire sintassi e omaggiare un genere prossimo alla stanchezza. Il soggetto è interessante e ha del potenziale che tuttavia non sfrutta. Colpa di una messinscena ridondante e una sceneggiatura imbambolata e vacua, nonché stordita dall’impressionante (questo si) lavoro sul commento sonoro. Ma non bastano gli squarci sincopati dei suoni che sfrecciano restituendo un’atmosfera che pretende di essere un’onirica anticamera infernale, ma che risulta solo una culla sonnacchiosa dove anche il buon Jones vaga spaesato.

Deepred89 2/06/14 02:27 - 3704 commenti

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Un'occasione sprecata, perché la tecnica è solida, l'idea originale (e supportata da notevoli basi audiotecniche), il cast valido (compresi gli attori italiani, a me sconosciuti) e alcune idee hanno effettivamente un certo potenziale. Citazioni e suggestioni non riescono però a colmare l'assoluta inconsistenza della prima ora di film e anche la gradita svolta lynchana si schianta in un finale di irritante ermetismo. Poteva uscirne un buon mediometraggio, ma la passione per il tema trattato sovrasta la trama e il film arranca. Peccato.
MEMORABILE: La tortura col rumore.

Rebis 3/08/16 18:34 - 2332 commenti

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Kafkiano. Polanskiano. Depalmiano. Lynchano. In quest'ordine: prima l'assurdo quotidiano, poi la paranoia e il metacinema, infine la trascendenza. Strickland porta l'ardita sintesi autoriale se non ad un livello superiore almeno ad uno stile inedito e metamorfico, un caleidoscopio di luci e suoni - pazzesco il lavoro di sound design - che reifica il dissolvimento dell'individuo nell'universalità del processo artistico: la produzione come oblazione delle istanze egoiche, anche in senso puramente commerciale. Pendant di Suspiria, ne è la materializzazione del laboratorio acustico.

Il Dandi 10/07/17 13:02 - 1917 commenti

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1976: un fonico inglese giunto in Italia è sempre più turbato dal film che ha il compito di sonorizzare (e che noi non vediamo mai, ascoltandolo solamente). L'horror italiano è solo un pretesto feticista di cui si omaggiano più che i vari Argento i loro vari Morricone lamentosi. Il film è piuttosto una versione meta-cinematografica dell'Inquilino polanskiano (il protagonista viene talmente assorbito dal suo film da iniziare a parlare nella nostra lingua, quella dei doppiatori). Intrigante ma irrisolto, ci lascia con la voglia del film nel film.
MEMORABILE: I titoli di testa del film di Santini, con grafica e crediti che omaggiano il giallo italiano di quegli anni.

Kinodrop 11/08/19 20:40 - 2922 commenti

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Un tecnico del suono inglese viene chiamato in Italia per curare gli effetti sonori di un horror in fieri e ne verrà progressivamente coinvolto fino alla semi-paranoia. L'intenzione di ripercorrere "uditivamente" la stagione "horror" italiana anni '70 si infrange contro una sceneggiatura senza svolgimento, che gira e gira come le bobine dei nastri magnetici, senza dir nulla di nuovo se non la dimostrazione della strabiliante e poco conosciuta tecnica della creazione dei suoni e del missaggio. Qualche spunto c'è, ma la storia è flaccida e senza nerbo.
MEMORABILE: L'incubo lynchiano del protagonista; Le prove del grido; Il casereccio cast italiano; La "tortura" delle cuffie.

Cotola 3/03/20 18:32 - 9009 commenti

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Stavolta oltre all'amore per il cinema di genere italico che viene a più riprese omaggiato (si pensi su tutto alla colonna sonora con i vocalizzi morriconeggianti) c'è anche una storia. Certo, non del tutto compiuta ma con una discreta presa sullo spettatore, dovuta a suggestioni ed inquietudini che si fanno sempre più palpabili col procedere della storia, contenuta in un plot ricco di reminiscenze polanskiane, lynchiane, kafkiane, de palmiane e altro ancora. Peccato per un po' di incompiutezza qua e là, ma alla fine è un buon film. Divertente e gustoso il lavoro sul sonoro.
MEMORABILE: Le angurie spappolate per creare gli effetti sonori utili al film; Il fonico: "Io pensavo fosse un horror" e il regista: "No: un horror d'autore".

Lupus73 12/09/21 16:17 - 1487 commenti

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Soggetto intrigante a base di metacinema: un fonico inglese, esperto di suoni di film, accetta un ingaggio in Italia per un film horror, ma si trova come un pesce fuor d'acqua. Il tema riesce ad essere interessante per tutta la durata, ed emergono situazioni significative implicite come la contrapposizione della cultura di provenienza del fonico con quella italiana, il sottile fil rouge tra i soprusi dei preti nel film sull'inquisizione girato (ma che non viene mai mostrato) e le molestie del produttore. Il resto è aria fritta che vuol comunicare non si sa quale verità "profonda".

Schramm 4/08/23 15:05 - 3490 commenti

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Suono o son desto? Il rumorista quale santo inquisitore della pellicola, dandole cavandole cambiandole togliendole senso per amplificare i sensi altrui. La pellicola sesto settimo ottavo senso che si rifà diventando streg(oneri)a, processando torturando metabolizzando scarmigliando chi la lavora e corrompe, lo schermo come blob. Pari a un Boris con la Luna storta, un horror (vacui) che prende corpo dall'impossibilità di prender corpo, cha fa meditare sui quasi mai mostrati ingranaggi del panico riuscendo a scatenarlo o, nella peggiore delle ipotesi, a sedurre tanto più ci abbandona.

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