The apprentice - Alle origini di Trump - Film (2024)

The apprentice - Alle origini di Trump

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Tutti i commenti e le recensioni di The apprentice - Alle origini di Trump

TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/11/24 DAL BENEMERITO SISKA80
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Siska80 21/11/24 08:56 - 5303 commenti

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Nell'America di fine Anni Settanta un giovane Trump, mosso da una cieca ambizione, si fa strada con l'ausilio di uno spietato avvocato. Il cast non è affatto male (Stan ha la faccia giusta per il ruolo del protagonista) ma da solo non ce la fa a sostenere un film eccessivamente lungo per ciò che racconta (tra feste e tête-à-tête tra i due interpreti principali ugualmente arraffoni alla fine si cade nella ripetitività); ok, la descrizione di una realtà squallida è verosimile (e per questo ci si indigna a più riprese), ma è facile gettare fango su chi prima si elogiava...

Luluke 23/11/24 02:59 - 925 commenti

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Trump siede a un tavolo con mafiosi, raccoglie gli affitti degli immobili del padre, lega l'azienda di famiglia a un avvocato dipinto come il gemello cattivo di Gordon Gekko che lo educa a considerare giustizia e verità come finzioni e il successo come unico obiettivo. Il resto vien da sé, visto che all'allievo cresce il pelo sullo stomaco fino a farlo diventare un tycoon insensibile e spregiudicato. Film scintillante ma pieno di stereotipi. Moretti ha fatto molto meglio in soli 10 minuti del Caimano. Abbasi poteva quindi risparmiarsi un così lungo spot anti nell'anno elettorale USA.
MEMORABILE: L'avvocato Cohn: "Sei il cliente ma lavori per me, ovvero fai come ti dico quando lo dico"; Trump: "Killer vuol dire vincente".

Paulaster 28/11/24 18:09 - 4970 commenti

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Il personaggio Trump viene sviscerato dai suoi albori e viene evitato l'effetto cartolinesco. Ambientazioni anni Ottanta credibili a far da corredo all'inizio della sua storia, da quando il padre lo lasciava in ombra ai primi passi finanziari. Scavo psicologico efficace nel mostrare il suo cambio d'atteggiamento fino ad arrivare a un malsano rampantismo (abbastanza tipico, per quegli anni). Protagonista che prende man mano la scena e impone la sua natura aggressiva. Il lato controverso è ben tracciato, senza calcare troppo, lasciando al pubblico le sue conclusioni.
MEMORABILE: La riscossione degli affitti; I gemelli non autentici; Il contratto prematrimoniale.

Luras 13/12/24 12:24 - 147 commenti

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Rispetto ad altre biografie lascia a desiderare proprio nell'aspetto più importante: la caratterizzazione del protagonista. Non ci siamo, vista la scarsa somiglianza facciale e la differenza nelle mimiche varie e nella voce, totalmente diversa (riferito in questo aspetto alla sola versione originale). Più adeguati il personaggio secondario, il cinico avvocato Roy Cohn e le ambientazioni verosimili della New York dell'epoca. Trump può essere amato alla follia od odiato visceralmente, ma senza dubbio avrebbe meritato un'interpretazione migliore.

Rebis 14/12/24 22:51 - 2506 commenti

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Per Abbasi i mostri esistono. Sono residuati sociali, guardiani dell'ordine, ultracorpi generati dal sistema. I suoi film sono una fenomenologia del difforme quale tessuto connettivo della società capitalista. La genesi di Trump non è un biopic, ma la rappresentazione del processo di vampirizzazione e assimilazione del proprio mentore, Roy Cohn, in un corpo politico che insorge in uno scenario post maccartista nelle forme di un alieno invasore. La grafica, dal gusto analogico, modula le atmosfere per restituire il passaggio dal cospirazionismo degli anni ‘70 al rampantismo degli ‘80.

Capannelle 9/02/25 12:32 - 4596 commenti

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Efficace nel descrivere il brodo di coltura da cui il giovane Trump prende stimoli per le sue idee di scalata sociale e affaristica, meno convncente perché a rischio ripetitività e scandalosità gratuita nel seguito della bio quando Trump è asceso e in teoria dovrebbe solo tenere a bada il suo smisurato ego. Funzionano bene i caratteri interpretati da Strong e dalla Bakalova. Ambientazioni esterne e parrucco funzionali, sfarzo e cupezza esagerati invece negli interni.
MEMORABILE: Trump che insegna al medico il suo mestiere.

Daniela 21/02/25 13:34 - 13380 commenti

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Un avvocato cinico e senza scrupoli prende sotto la sua ala protettrice un giovane imprenditore e lo plasma con i suoi insegnamenti (attaccare per primo, non ammettere mai nulla, sostenere sempre di aver vinto anche in caso di sconfitta) fino a quando la "creatura" diventa più cinica e spietata di lui. Praticamente, una versione aggiornata del Mostro di Frankestein, con la differenza di essere drammaticamente attuale, dato che la "creatura" è il nuovo Presidente degli USA. Sceneggiatura grintosa, messa in scena curata, belle interpretazioni: un film da vedere, utile oltre che buono.

Thedude94 27/02/25 00:06 - 1181 commenti

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Ali Abbasi si concentra sul raccontare l'ascesa al successo imprenditoriale di Trump e l'idea non è affatto male, soprattutto quella di scegliere come figura fondamentale nella prima parte l'avvocato interpretato ottimamente da Strong. Anche Stan fa bene il ruolo, ma la quasi totale assenza nella seconda metà della sua spalla si fa sentire e non poco. E' proprio la sceneggiatura il punto debole: non trova una degna conclusione e si perde in un lento progredire di azioni ripetitive. Il film è comunque interessante e non male la scelta di cambiare la fotografia a seconda del decennio.

Enzus79 14/03/25 09:05 - 3350 commenti

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Biopic dedicato al Presidente attuale degli Stati Uniti. Si racconta in particolare come un giovane Trump si fa strada nel campo immobiliare a New York e il suo rapporto con l'avvocato Cohn. Film ben fatto, anche se rimane poco incisivo nel giudicare in alcune situazioni. Ottime le interpretazioni di Stan e soprattutto di Jeremy Strong (candidati agli Oscar).

Galbo 22/03/25 10:49 - 12699 commenti

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Riuscito e inquietante ritratto degli “esordi affaristici” di un futuro leader politico e nello stesso tempo impetosa critica della società americana nella sua versione più cinica e senza scrupoli. Il film di Abbasi si concentra sullo stretto rapporto tra Trump e l’avvocato Cohn (nella straordinaria interpretazione di Jeremy Strong), impegnati in una vera e propria gara di cinismo e mancanza di senso morale che il film rende benissimo e che lascia l’amaro in bocca, considerato che si tratta di una storia vera.

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