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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il vestito da sposa in rosso, in realtà ben poco centrale nella storia, e l'ambientazione a Malta della prima parte sono sintomi della necessità di caratterizzare in qualche modo un film che tende a confondersi tra troppi, commedia sentimentale che gioca con la trasognata simpatia dello spagnolo Eduardo Noriega (lo si ricorda di ben altro spessore nello splendido APRI GLI OCCHI) e lo charme dell'elegante Sarah Felberbaum. Sono loro la coppia protagonista, conosciutisi su un autobus a La Valletta quando a lei si rompono d'improvviso le acque. Roberta è sola, il padre chissà dov'è; Leo un reporter...Leggi tutto di guerra, lì per un lavoro che non si concretizzerà anche a causa del ritardo dovuto all'imprevisto.

In ospedale giungono dalla Puglia madre (Galiena), padre (Marchetti) e fratello (Abbrescia) di Roberta, la quale fa loro credere che il povero Leo sia il padre. Lui accetta una situazione improbabile ripromettendosi di lasciare tutti una volta chiusa la farsa, ma come si può immaginare non finirà così. Dal momento che la situazione finanziaria di entrambi non è esattamente florida, Roberta propone di proseguire "il gioco" e organizzare un finto matrimonio in Puglia per tenersi le buste coi soldi dei parenti (calcolando 300 euro ciascuna sono già 90.000 euro...). Leo non ci sta, è una truffa, ma poi si fa convincere da un amico un po' guru e un po' traffichino (Ghini, inizialmente irriconoscibile) e in tre partono per l'Italia, dove i genitori di lei si preoccuperanno di pianificare un matrimonio in grande stile (visto che a loro il denaro non manca). E se però tanto lavorio per mettere in scena una tale fastosa cerimonia di facciata nascondesse anche qualcosa di più? Magari un amore tutto da verificare ma possibile? Che si cascasse lì era chiaro fin dall'inizio, per quanto alla cosa si arrivi per vie tortuose seguendo una storia inutilmente farraginosa, affollata di elementi politically correct e del tutto fuori luogo (la famiglia africana cacciata dalla chiesa sconsacrata, la zia che ha cambiato sesso...); ma è arduo il tentativo di arricchire il contorno a fronte di una traccia principale insipida e limitata nella sua ideazione...

Abbrescia, unico motivo di risate - semplici, rozze ma efficaci - si vede poco ed è "in azione" solo nella prima parte, agli altri il compito di comporre il solito quadretto con la ricca famiglia meridionale ingenua ansiosa di vedere la figlia (che se n'era andata rinnegandoli a vent'anni) finalmente sposata e con figlioletto già sfornato. Noriega fa l'uomo dalla saggezza spicciola e la faccia da cane bastonato con qualche scatto d'orgoglio, la Felberbaum quella più fumantina, capace di improvvise esplosioni d'ira e poco convinta dei suoi sentimenti. Ma è la regia che non trova la giusta omogeneità né ahinoi il ritmo (e con quasi due ore davanti è un bel problema), con digressioni inutili (i balli, il bimbo vendicativo, le mattane del padre), scene allungate fino allo stremo (la proposta di matrimonio di fronte all'auto parcheggiata, la cena di famiglia in giardino), personaggi mal tratteggiati (la zia) o tragicamente macchiettistici (Ghini, tremendo quando è alle prese coi pappagalli).

Mancano del tutto scene che meritino d'esser ricordate e così ci si rifugia in qualche brano musicale mai dimenticato ("Depende" dei Jaraba de Palo), in scorci maltesi d'effetto senza tuttavia mai affrancarsi da un'aria di goffo sentimentalismo che si riflette soprattutto nell'interpretazione sempre uguale a se stessa di Noriega. Alla fine si resta col nulla in mano; si era atteso speranzosi che equivoci e mascheramenti potessero generare situazioni divertenti, da pochade brillante, ma il prevalere della componente rosa e di una superficiale riflessione sulla relatività dell'amore esplicitano quanto gli obiettivi del film siano altri. Servivano tuttavia molta più concisione, dialoghi vivaci, coraggio (che non è certo quello di affrontare temi “scottanti” lasciandoli come sgraziata nota a margine), perché al di là di una discreta fattura d'insieme è difficile scorgere qualcosa che possa davvero attrarre, in un film così.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/08/22 DAL DAVINOTTI
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Markus 6/08/22 11:47 - 3738 commenti

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Commedia sentimentale con un buon spunto iniziale (girato a Malta) che seppur non singolare riesce quanto meno a essere coinvolgente. Terminati i primi venti minuti e con lo sbarco in Puglia il film si fa sempre più para-televisivo… di scarso valore. La Felberbaum, conscia d’essere piacente, si prende gioco di Noriega, il “solito” maschio debole di cuore. Un messaggio - tutto sommato veritiero - che peraltro viene riconfermato per tutto l'arco del film e con un "non ti amo" di lei che di fatto rende questa favola - già di suo poco accattivante - decisamente amara.

Rambo90 9/11/22 23:44 - 7853 commenti

I gusti di Rambo90

Parte bene questa commedia, con un incontro simpatico, un'idea simpatica e una bella ambientazione a Malta. Poi però con l'arrivo in Italia si perde dietro una serie di storie secondarie irrisolte e che distolgono dai due protagonisti (bravi e simpatici, scelte di cast originali) e così il ritmo si sfilaccia consegnandoci il solito film italiano che non cattura come dovrebbe. Il cast secondario non brilla a dovere, compreso un Ghini sottotono che si fa superare in comicità dalla spontaneità di Abbrescia.

Daniela 9/12/22 06:32 - 13013 commenti

I gusti di Daniela

Lo spunto è simile a quello di un film del 1942, segno di quanto poco siano passati i tempi: per evitare guai con la famiglia pugliese, una donna che ha appena partorito chiede ad un gentile sconosciuto di farsi passare per suo marito, con la differenza che qui, al posto di Cervi già sposato, c'è l'attraente e celibe Noriega, per cui l'epilogo è scontato. Sarebbe stata l'ennesima commediola sentimentale stravista ma innocua se la sceneggiatura non l'avesse voluta rimpolpare con disgressioni sull'immigrazione e la transessualità che paiono forzate e allungano inutilmente il brodo.

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