Sono la tua donna - Film (2020)

Tra il dramma e il nuovo noir americano, una storia che affronta la criminalità dal punto di vista della moglie di un sicario; poco è lo spazio dedicato ai gangster, che appaiono solo in alcune scene clou utili alla narrativa, mentre l'80% del film è basato sulla donna (con neonato a carico) tra scoperte scioccanti, prese di coscienza e superamento di traumi. Un racconto al femminile che soffre di un ritmo troppo raramente spezzato da eventi rilevanti; non privo d'atmosfera, con una bella ost e un cast competente (brava la Brosnahan) ma in fondo un po' inconcludente e troppo lungo.

Vicenda criminale vista dalla prospettiva della "donna del boss", apparentemente indifesa ma in grado di mostrare grinta e forza inaspettate. Inizialmente un po' "statica", la storia decolla nella seconda parte e diventa godibile grazie all'eccellente prova della Brosnahan che rivela un notevole talento anche per il genere drammatico dopo avere mostrato le sue doti brillanti. Efficace la ricostruzione ambientale, con una bella scelta di classici per la colonna sonora. Un buon film.

Casalinga depressa è abituata ad accettare quel che le offre il marito criminale senza porsi domande: una bella casa, bei vestiti, anche un neonato di incerta provenienza. Quando l'uomo si mette nei guai, lei deve darsi una mossa per salvare se stessa e il piccolo... Originale la scelta di raccontare la vicenda dal punto di vista femminile concentrandosi sulla progressiva presa di coscienza della protagonista, ma ritmo a singhiozzo e snodi poco convincenti nella trama minano la tenuta della tensione e anche la prova di Brosnahan, già ottima Signora Maisel, qui appare piuttosto opaca.

Costretta alla fuga dalla latitanza criminale del marito Eddie (Heck), Jean (Brosnahan) riconquista un po' alla volta la propria vita, precedentemente sacrificata alla cura della casa e perimetrata da un reticente muro di gomma fatto di silenzi e omissioni. Per raggiungere la catarsi, tuttavia, la donna deve percorrere sino in fondo un sentiero travagliato, irto di spine e chiazzato di sangue... Hart immola all'altare della forma ogni ipotesi di variabile narrativa: la visione, per quanto piacevole, è così oscurata dal sospetto (fondato?) di una conduzione col pilota automatico.