Slayers - Film (2022)

Commedia horror tutta votata allo sfruttamento del mondo “social”, impostata quindi in modo che i protagonisti vi appartengano idealmente e che il linguaggio usato sia quanto di più vicino a quello lì utilizzato. Ad aprire il film è però un bell'ammazzavampiri vecchio stile, Elliot Jones (Jane), che si presenta - come si legge sui sottotitoli tra parentesi - come “il vostro cazzutissimo narratore”. E lo è davvero: sarà lui a presentarci di fatto anche i quattro (più uno, ovvero il loro manager) eroi “social” convocati nella sua villa da Steven Rektor (Ambruso), ricco ricercatore che scopriamo aver messo a punto...Leggi tutto – parole sue – un vaccino che debella qualsiasi virus per donare all'uomo l'immunità totale.

Un'invenzione rivoluzionaria che Rektor ha deciso di lanciare assumendo il team di influencer composto dalle tre ragazze e il fratello di una di loro che abbiamo visto in scena fin quasi dall'inizio. Peccato che il suo vero scopo, essendo in realtà un vampiro, sia quello di sempre, semplice e chiaro: succhiare il sangue. Perché la scelta sia ricaduta sui componenti dello “Streamteam” (è il nome che li riunisce agli occhi di tutti) summenzionato verrà spiegato in un secondo tempo, ma è ovvio che si tratta di uno sciocco pretesto per poter flirtare come detto con l'universo dei social.

Dei quattro la più caratterizzata è sicuramente Flynn (Hayward), lesbica e stimatissima “gamer” (perché pure il linguaggio e le sovrimpressioni in grafica tipici dei videogiochi verranno utilizzati). Quello che fa parzialmente la differenza rispetto alle mille altre pellicole d'impostazione simile sta appunto nel frantumare idealmente lo schermo per ricreare in qualche modo al cinema lo stesso tipo di approccio utilizzato su social e videogame, lavorando molto sul montaggio e accelerando l'azione quanto più possibile. Da questo punto di vista il film a suo modo potrebbe anche funzionare, persino nei suoi inserti descrittivi tipici da “realtà aumentata” e nelle sue divagazioni improvvise e impreviste (pur se non è certo una novità, la cosa); quello che proprio non va è la storia in sé, che si esaurisce nella semplice visita dei quattro dello “Streamteam” alla villa del vampiro con scontri ripetuti tra umani e vampiri (“Vampire” vs “Humans”, come ben sintetizza la grafica che si aggiorna ogniqualvolta viene ucciso qualcuno nelle due fazioni contrapposte).

Dialoghi e recitazione non son certo da applausi e l'unico personaggio con un po' di carisma (divertente il promo della stramba trasmissione che conduceva) è lo scontroso ammazzavampiri Elliot Jones, che cerca di mettere inutilmente in guardia il gruppo di ragazzi prima che accedano alla villa per poi, inevitabilmente, unirsi a loro. Gli altri fanno quel che devono senza brillare e lasciando che il film prosegua di tanto in tanto con qualche gag di poche speranze che fa capire come si sia puntato più sull'aspetto horror e sull'approccio giovanile che sull'umorismo. Se non altro la regia di K. Asher Levin (cosceneggiatore con Zack Imbrogno) è sufficientemente agile.

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