Il noir nella sua classicità – un traditore liquida i suoi complici in un affare di droga per accaparrarsi l’intera torta – sviluppato in modo secco, essenziale e geometrico, con un rilievo particolare su luoghi (Marsiglia e la sala da gioco) tradizionalmente associabili al genere e due scene di omicidio piuttosto efferate per i tempi. Rochefort e Vanel in prima linea; ruolo piccolo ma cruciale per la Mércier. Daniela Rocca rappresenta la quota italiana in questa coproduzione con la Francia.
MEMORABILE: L’assassinio sul treno; la vendetta finale, resa possibile proprio da un malinteso.
Cinque uomini d'affari (sporchi) progettano l'acquisto di una grossa partita di droga, ma uno, tradendo i soci per prendersi tutto il malloppo, darà il via ad una serie di delitti... Noir classico in salsa francese, in cui i morti son come le ciliegie, l'uno tira dietro l'altro, in una progressione guidata in parte dal calcolo, in parte dal caso beffardo ma in fondo "riparatore". Accanto al vecchio Vanel e al giovane Rocheford/faccia di bronzo, c'è anche l'autore della sceneggiatura José Giovanni, con il suo aspetto da malavitoso affamato.
MEMORABILE: L'omicidio in treno, senza accompagnamento musicale
Avvincente e spietato. Personaggi scolpiti con secchezza e astuzia drammaturgica, montaggio senza tempi morti, dialoghi essenziali. Serrato nello svolgere una trama criminale senza concessioni redentive. La matematica delle interazioni (quella della teoria dei giochi, intendo) trova qui un esempio di come basta un niente a far quadrare o saltare tutto... Ciò che in questa pellicola non salta (ma quadra) è la qualità. Da vedere, senza distrarsi un attimo.
Meno quotato rispetto ad altri titoli di punta del genere, è uno dei miei noir francesi preferiti, anche per il rifiuto di qualsiasi orpello romantico: nessuna concessione alla lealtà e all'amicizia, si cerca soltanto di trarre il massimo profitto dagli affari (sporchi) anche a costo di eliminare i propri complici. Se poi anche il caso ci mette lo zampino non può che finire male per tutti. L'intreccio è costruito con una precisione chirurgica che non ammette distrazioni, gli attori sono bravi, le musiche (di Michel Magne) abbastanza piacevoli.
MEMORABILE: L'omicidio in treno; Il dialogo fatale tra Rochefort e Vanel; Il finale.
Guardarsi sempre le spalle. E' questa la "morale" costante, in particolare, dei "polar" francesi. Jacques Deray, uno degli specialisti del genere, qui al suo terzo lungometraggio, è coadiuvato in sceneggiatura da José Giovanni che si ritaglia anche un ruolo nel film. La sceneggiatura è pressoché perfetta e nonostante in questo genere cinematografico sia sempre l'intimismo dei personaggi a prevalere sull'azione, lo si riesce a seguire fino alla fine. Più che buono.
Rigoroso bianco e nero, il cinismo di un uomo deciso a liquidare i propri amici e complici ma soprattutto (questo è il pregio maggiore del film) la mano del caso e del destino a sovraintendere i meschini commerci umani. I colpevoli divengono innocenti, gli innocenti colpevoli: nessuno si salva nel gioco al massacro che non conosce lealtà e onore. Regia scabra e precisa a cui fa da contraltare una colonna sonora beffardamente incongrua. Bravo Rochefort.
Lo scippo del denaro necessario per l’acquisto di una grossa partita di droga innesta un mortale gioco al massacro tra i cinque componenti di una banda di affaristi. Deray è stato uno dei registi meno considerati in ambito polar pur avendo all’attivo titoli come questo sottovaluto noir. Claude Sautet e José Giovanni in fase di scrittura sono una garanzia. C’è più azione rispetto alla media del genere, senza però tralasciare l’approfondimento psicologico dei personaggi. Rochefort agli esordi è un gangster freddo e avido che non si dimentica. Belle anche le musiche stranianti di Magne.
MEMORABILE: Rochefort che sorseggia il caffè meditando il piano per impossessarsi dell’intero malloppo; La colluttazione sul treno; Il vecchio giornale traditore.
Leggendo le firme autorevoli in sceneggiatura, si hanno buone aspettative poi ripagate a fine film. L'avidità come unico filo conduttore della storia, nessuna pietà per amici e compari, totale disprezzo per qualsiasi moralismo. Belle ambientazioni su Parigi e Bruxelles, mentre la colonna sonora, forse volutamente, è un po fuori contesto. Qualche lungaggine passabile prima del gran finale, inesorabile, da noir.
Jacques Deray HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàDaniela • 8/03/12 09:42 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Nel film compare nel ruolo di uno dei cinque soci (quello che fa da corriere e viene assassinato in treno da Rocheford) José Giovanni, qui autore anche della sceneggiatura.
Scrittore, regista, sceneggiatore ed attore, Joseph Damiani - questo il suo vero nome - ha avuto una vita assai romanzesca, che lo ho condotto a conoscere molto bene gli ambienti criminali, oltre a portarlo ad un passo dalla ghigliottina.
Un suo breve profilo si trova qui:
http://www.rapportoconfidenziale.org/?p=6588
HomevideoRocchiola • 16/12/20 10:45 Call center Davinotti - 1290 interventi
Dopo la mediocre edizione della General Video ecco che il film è ritornato disponibile sul mercato home-video italiano grazie alla benemerita Sinister. Il nuovo DVD utilizza un master restaurato in HD (probabilmente scippato dall'edizione in BD francese) e la differenza è subito percepibile grazie ad immagini più pulite e nitide presentate nel corretto formato panoramico 1.66. Anche l'audio non presenta particolari problemi essendo piuttosto potente e discretamente chiaro.