Tre rapinatori svaligiano la banca di una cittadina mineraria dell'Arizona, ma un padre di famiglia - di cui il figlioletto si vergogna in quanto non ha fatto la guerra, a differenza dei padri dei suoi compagni - riuscirà ad avere la meglio, conquistando l'ammirazione di tutti i ragazzi del paese. Innesto del tema classico della rapina con una ambientazione alla Peyton Place, senza troppa originalità ma con solido mestiere. Fra i tre, spicca Marvin ai suoi primi colpi, fellone raffreddato che detesta i bambini. Curiosa parte per Borgnine.
MEMORABILE: Marvin schiaccia con il piede la mano di un ragazzino che lo ha urtato per strada
Francamente mi aspettavo di meglio da questo film del bravo Richard Fleischer. Il problema principale della vicenda è l'eccessiva carne al fuoco: troppi gli snodi, le riflessioni cercate, i passaggi che cadono un po' nel vuoto (la vicenda dell'alcolizzato ha inutilmente troppo spazio). Tutte queste vicende dovrebbero convergere in una rapina (il cuore del film) che a conti fatti ha poco ossigeno. Peccato perché il buon tratteggio dei rapinatori meritava uno svolgimento che li vedesse più in scena. Detto questo la pellicola rimane più che vedibile.
L'atmosfera generale è quella classica della filmografia hollywoodiana anni '50. Immagini solari, luminose, colorate, nonostante la drammaticità e la violenza dei temi. Diversi temi che fanno da corollario a quello principale, la rapina in banca; ma lo si può vedere anche come tante storie, nella apparente vita tranquilla di una cittadina dell'Arizona, che l'evento della rapina lega assieme e porta alla luce con epiloghi diversi. Attori molto in parte e regia più che decente; la sceneggiatura ha momenti (pochi) che poteva rendere meno stucchevoli.
MEMORABILE: La reazione del mennonita Stadt (Ernest Borgnine).
Bel pre-finale: teso, sobrio e avvincente. Meno il finale, un po' troppo accomodante (pur se illuminante). Rimane altamente lodevole l'ibridazione fra l'indagine sociale della provincia americana (e dell'America tutta: vedi il rapporto tra figlio e padre) e il genere noir; anzi, a ben vedere quest'ultimo è solo l'occasione per una ricognizione originale nella psicologia del White Man. Tutti pregi che sopravvivono alle consuete forzature didascaliche (il personaggio di Borgnine) tipiche del cinema di consumo.
Interessante noir ottimamente girato in un luminoso Cinemascope a colori. Fleischer coniuga il film di rapina con l’indagine sociale dei piccoli centri di provincia, tranquilli in superficie ma in verità pieni di segreti e ipocrisie. Dopo una buona introduzione tuttavia il film perde ritmo e si concede qualche cedimento melodrammatico di troppo, riscattandosi comunque nell’ultima mezz’ora grazie all’escalation di violenza scatenata dai rapinatori. Marvin rafforza la figura del criminale sadico e spietato iniziata nel Grande caldo.
MEMORABILE: Marvin che calpesta la mano del bambino; La bibliotecaria ladra; Lo scontro finale nel granaio; Il tranquillo amish Borgnine che inforca Marvin.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Lo specchio scuro", mercoledì 16 gennaio 1985) di Sabato tragico:
HomevideoRocchiola • 22/07/19 17:01 Call center Davinotti - 1324 interventi
Sul DVD della 3O Holding stendiamo un velo pietoso, basta leggere qualche commento sul web per rendersi conto che era peggio di un VHS. Finalmente ci pensa la A&R ha rendere disponibile anche da noi una versione valida di questo interessante film. Il nuovo DVD è rimasterizzato in alta definizione e si presenta infatti praticamente perfetto. Il video proposto ora nel corretto formato panoramico 2.35 è molto pulito e nitido. Buoni i colori e il dettaglio. E' evidente che hanno usato il master di uno dei bluray che girano nei paesi esteri, forse quello dell'edizione francese. L'audio italiano è quello mono dell'epoca che si presenta molto potente anche se con qualche lieve fruscio di sottofondo non particolarmente fastidioso.