Franco Franchi citava questo film tra i suoi cinque preferiti d’una carriera che ne conta oltre centoventi. Probabilmente perché qui, a differenza che nella maggior parte delle occasioni, il suo personaggio non è costretto a improvvisare su un canovaccio inesistente: è il discendente diretto di Federico di Svevia e, benché indigente (Ciccio, senza baffi, è il suo maggiordomo-ombra), mantiene l’altezzosità e l’autocontrollo che il rango richiede. Niente urla, strabuzzamenti d’occhi, imprecazioni o altro, quindi, quanto la ricerca di un umorismo vicino alla commedia che al comico. Purtroppo, al di là di qualche sporadico episodio...Leggi tutto divertente, il risultato fa rimpiangere il Franchi più scatenato; perché la storia della ricca siculo-americana (Katia Christine) che chiede di sposare il coronato solo per diventare principessa e divorziare (mantenendosi illibata) non è certo tra le più originali né offre grandi spunti comici. Il lungo tira e molla della coppia (lui vorrebbe lei, lei non cede ma poi diventa gelosa e s’innamora) lascia poco spazio all’estro di Franchi limitandosi a confermare le sue capacità attoriali. Ciccio fa da spalla classica assecondando il padrone, solidarizzando con i suoi pruriti sessuali, consolandolo. Gianni Grimaldi (soggettista e sceneggiatore unico del film) dirige con scarsa vena e poco ritmo, aggiungendo qualche accenno erotico in più alla media dei prodotti con i due siciliani e facendo cantare Franchi alla chitarra per due volte. Tanta buona volontà, ma si ride molto poco.
Franco Franchi come irresistibile principe-seduttore non è sicuramente molto credibile, eppure questo poco noto film di Grimaldi rappresenta un piacevole unicum nella filmografia della popolare coppia di comici. Niente smorfie, niente toni esagitati, nessuna delle eterne gag ripetute all'infinito, ma una commedia con dialoghi e situazioni non stucchevoli, qualche trovata efficace, un umorismo a volte dai toni quasi "british". E soprattutto un Franco e Ciccio che recitano sul serio, magnificamente accompagnati dalla incantevole Katia Christine.
MEMORABILE: I due "sposi" che si passano il telefono da un capo all'altro del tavolo durante il pranzo per parlare con i rispettivi amanti.
Un film inutile, pochissimo divertente, che certo non valorizza la mimica surreale di Franco e Ciccio, né consente loro di esibirsi nei loro dialoghi nonsense a metà tra il Teatro dell'Arte e il Teatro dell'Assurdo: questa è una smunta rivisitazione de "La bisbetica domata", con qualche siparietto vagamente osé, i personaggi sono rigidi come burattini, l'intreccio si dipana senza sorprese né malizie nella noiosa location del siculo maniero (che pure avrebbe avuto un buon potenziale), i dialoghi hanno un che di posticcio... Film sprecone!
MEMORABILE: "Ci sono ponti fragilissimi che si possono attraversare solo liberandoci dal peso dell'orgoglio": come può Franchi pronunciare una simile battuta??
Era stato pensato per Buzzanca, poi riadattato per la coppia Sicula. L'idea è interessante e ne viene fuori un film molto misurato, lontano dai soliti del duo. Purtroppo soffre di una cerca staticità, di pochi personaggi che interagiscono con Franco e Ciccio e per alcune situazioni tirate per le lunghe (vedi le interminabili telefonate a tavola). Fortunatamente quando entra in scena la governante femminile (Linda Sini) il film si ravviva.
Uscito il 28/08/1970 contemporaneamente a W le donne e I due maggiolini più matti del mondo. Era il periodo in cui vari registi sperimentavano sulla coppia... Non a caso, in questo film, troviamo Franco coi baffi e Ciccio senza! Abbastanza particolare e diverso rispetto agli altri film. Come film non è proprio il massimo (tra l'altro si ride pochissimo), ma ha comunque qualche spunto interessante e divertente. Sceneggiatura e recitazione particolare per Franco e Ciccio. Reparto femminile con una splendida Katia Christine.
Ok, i due recitano davvero bene ed è segno che se avessero un copione con battute da recitare senza alcuna improvvisazione... Dispiace quindi che il film sia una rottura assurda con un'impostazione teatrale insostenibile. La moraletta amorosa di fondo è quanto di più banale si possa vedere, ma il peggio è che non si ride manco una volta e si è costretti ad assistere a gag dilatate all'infinito. Umorismo un filo più volgare della media e si vede fra l'altro un mezzo nudo in una doccia. Musiche di Pregadio che compone la bella sigla. F & C si scambiano i baffi.
Il film è interpretato dalla coppia (ma sprattutto da Franchi) in maniera impeccabile. L'umorismo contenuto, le smorfie quasi inesistenti, la dimestichezza nell'affrontare lo stile principesco per tutta la durata del film senza mai cadere rivelano l'estrema bravura di Franco, attraverso dialoghi precisi e perfetti. Dopo tanti film (belli ma ripetitivi, in alcuni casi) della coppia, ci voleva questa boccata d'aria fresca. Bravi anche i caratteristi (Urzì, Rizzo, Sposito e Malavasi). Ottimi anche i (pochi) momenti musicali.
Curioso film di Grimaldi con il duo, ma più curioso che riuscito. I due sottorecitano, come nel Don Chisciotte dello stesso Grimaldi, in una trama che talora ricorda un film buzzanchiano con la Christine, sempre di Grimaldi. Peccato per il calo dell'ultima mezzora, con il doppio inverosimile "deus ex machina". Franchi, da composto, è uno spettacolo di bravura e riesce ad essere credibile in ruolo nobiliare, colto (anche se al posto di "metonimia" avrebbe dovuto dire "sineddoche") e sciupafemmine. Particina per la Giancaro, futura vera principessa!
Gianni Grimaldi ama i film di chiara impostazione teatrale dove i personaggi abbiano uno spessore realistico e un'identità sociale precisa; non fa eccezione questo nel quale Franco (il Principe) e Ciccio (il maggiordomo), in forma smagliante, recitano in modo controllato senza i soliti eccessi marionettistici e plateali, con tempi comici perfetti, rilanciandosi battute formulate in stile letterario. Film insolito, purtroppo non sostenuto da una regia brillante, con una trama superficiale e con soluzioni narrative epidermiche e di dubbio gusto. Così così.
MEMORABILE: La sapienza pastorale del parroco Renato Malavasi, l’unico capace di persuadere la Principessa “a fare la moglie” con il legittimo consorte.
Una ricca e graziosa americana, spinta dal padre che la vuole principessa, sposa un nobile siciliano in disgrazia economica. Tra i due, però, scoppierà vero amore. La vicenda - quasi tutta d'interni in una villa barocca - appare sin da subito artefatta, claustrofobica ed eccessivamente di stampo teatrale. Gianni Grimaldi impiega il noto duo siculo (fuori ruolo) con una recitazione più compassata del solito, con il risultato che la tanto agognata risata... viene meno. Pochade decisamente invecchiata ma con alcuni momenti godibili.
Piccola chicca di Grimaldi che si distingue in questo film soprattutto come sceneggiatore. Lo script propone una sequela di doppi sensi a sfondo sessuale che non debordano mai nel cattivo gusto e riescono a vivacizzare una trama piuttosto scontata. Buona prova del cast, comprimari compresi (Urzì, Sposito, la Sini) e ritmo garantito da una regia snella e competente. Certo, spesso la comicità è di grana grossa, ma in un film di Franco & Ciccio ci sta tutta. Una pellicola spensierata che strappa parecchie risate e in fondo mantiene abbondantemente quello che promette.
MEMORABILE: I numerosi e studiati doppi sensi al limite del volgare (ma mai oltre) che esaltano la comicità dei due protagonisti.
Una piacevole scoperta, questa commedia che mostra i due protagonisti in chiave differente (anche in merito al look): da un lato abbiamo infatti un Franchi con baffetti (nella parte di un principe decaduto) costretto a una recitazione più contenuta; dall'altro, un irriconoscibile Ingrassia sbarbato e coi capelli laccati (nel ruolo del servitore, quindi non alla pari come di consueto) che finalmente si ritaglia uno spazio tutto suo grazie a una liaison con una cameriera personale. Peccato solo che, dopo un inizio esilarante, ci si concentri troppo sulla procace sposina riluttante.
MEMORABILE: "Francesco, accompagnali alla cassa!" (cit. don Mimì); Il suocero invadente (il simpatico Urzì); Il parroco saggio.
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DiscussioneGeppo • 14/09/13 11:38 Call center Davinotti - 4349 interventi
Ci sono altri film in cui Ciccio non porta i baffi, ad esempio in "Todo modo".
Nei film girati in coppia con Franco questo dovrebbe essere l'unico, se non vado errato.
Speravo in più certezza da parte di Geppo. Vedendo la loro lunga filmografia, e sono di averli visti tutti i loro film, non viene in mente un film nel quale ciccio non ha i baffi. Credo che il 99% dei fan vedendo questo film notano questa cosa.
Ho appena finito di cercato tutti i film di Franco e Ciccio (circa 120) e controllando tra: locandine dei film, copie personali, scene di YT e immagini in rete e SOLO in questo Ingrassia appare senza baffi (e in nessun film se li toglie).