Pamela: a love story - Documentario (2023)

Documentario girato in risposta a Pam & Tommy, serie apertamente osteggiata dalla Anderson, ma che è soprattutto un'occasione per mostrare lati del carattere e della vita della modella/attrice magari poco noti ai più o tenuti nascosti in passato; ne esce un ritratto candido e apparentemente sincero, dove oltre a una personalità piena di vita e brio colpiscono soprattutto le riflessioni nostalgiche sul rapporto con l'ex Tommy Lee e la cocciutaggine che ha in qualche modo deragliato la carriera della donna, spesso ingenua, tuttavia non priva di una coerenza morale rispettabile.

Una Anderson inedita, agli antipodi dell'immagine dipinta dai mass media. Una mamma acqua e sapone, innanzitutto, e una moglie innamorata ma disillusa. Essenzialmente una guerriera - un po' ingenua - che lotta contro l'Hollywood system per far valere la propria integrità. Questo, brevemente, il quadro che emerge grazie ai minuziosi diari della protagonista, ai tanti filmati di repertorio, alle numerose interviste ad amici e familiari che contribuiscono a un ritratto ben compiuto e a un documentario leggero ma profondo, candido ma non troppo e dal ritmo brioso. Come Pamela, appunto.

Classica biografia americana che racconta in prima persona la vita di Pamela Anderson mettendo a nudo le parti più intime e complesse di una figura che sembra sempre al limite tra la realtà e la finzione. La scelta dell'attrice di mostrarsi senza trucco e aperta è da rimarcare in maniera positiva, ma la pecca è che per tutta la durata del documentario si ripetono costantemente le stesse dinamiche sull'amore e sui matrimoni e alla fine ne risulta un susseguirsi di storie amorose che vanno e vengono. Insomma, un ritratto non male della tipica stella americana

La storia di Pamela Anderson, raccontata dalla stessa protagonista in una produzione Netflix che vorrebbe essere la risposta veritiera a una serie che ne ha raccontato le “gesta amorose” a suo dire in modo falsato ma che era comunque decisamente piú godibile di questo documentario. Il filo conduttore è una lunga intervista con la protagonista, la cui storia (oltre che le modalità di racconto sempre assai patinato) inanella una serie infinita di banalità, ripetendo pedissequamente gli stessi concetti e la priorità della sua filosofia (chiamiamola cosi) di vita. Evitabile.