Omicidio in Paradiso - Film (2001)

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Omicidio in Paradiso
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Un Crime Au Paradis
Anno: 2001
Genere: commedia (colore)
Note: Remake di "Ho Ucciso Mia Moglie" (Sacha Guitry, 1951).

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Remake poco pregnante (per quanto aderente) del notevolissimo HO UCCISO MIA MOGLIE, ne riprende in pieno l'assunto di base e l'intera impostazione aggiornando il tutto al 1980 (benché il film sia del 2000!). Siamo ancora in un paesino della Francia dove vive l'agricoltore Jojo Bracconiere (Villeret), vessato in ogni modo da una moglie (Balasko) che lo tratta nel peggiore dei modi possibili. Non che lui – pur timidamente - non le renda pan per focaccia, al punto che ci si chiede come sia possibile che i due accettino di vivere insieme: se nell'originale...Leggi tutto il divorzio non era nemmeno concepibile, nel 1980 la situazione era ben diversa. Al "Paradiso", una fattoria ai margini del paese, le cose comunque non procedono per il meglio. Così, dopo l'ennesima cattiveria subita, Jojo si decide ad uccidere la consorte. Ma è vedendo in tv l'intervista a un principe del foro (Dussollier) che capisce come fare: è l'idea geniale sul quale l'intero film poggia, e prevede che Jojo raggiunga l'avvocato in studio fingendo di volerlo assumere per difendersi da un omicidio che in realtà non ha ancora commesso.

In quello che è il momento chiave e di gran lunga più divertente del film (come nel modello, d'altronde) Jojo si fa in pratica "suggerire" quale sia il modo migliore per uccidere la moglie concludendo con un "proprio così è andata" che precede quello che a breve farà davvero. Il concitato botta e risposta tra futuro assassino e avvocato non ha tuttavia qui la stessa forza che aveva in HO UCCISO MIA MOGLIE, soprattutto per un Villeret troppo arrendevole e spento rispetto al Michel Simon fumantino di allora. E la prima parte, chiaramente interlocutoria, di attesa prima che il film decolli con l'entrata in scena dell'avvocato, è interminabile, tirata tremendamente per le lunghe senza un perché, dal momento che la Guerra (povera) dei Roses si riduce a schermaglie misere in cui far risaltare la perfidia di lei e la resilienza di lui.

Il gioco stanca presto e il passaggio alla fase "legal" è salvifica. Poi però, pur col trasferimento in aula dove si svolge la seconda parte potendo usufruire di una sceneggiatura che ricorre a dialoghi più serrati e brillanti, si avverte come manchi decisamente la brillantezza che caratterizzava le fasi migliori dell'originale. La regia stenta, la monotonia rischia di prendere spesso il sopravvento e nemmeno Dussollier può fare molto per risollevare le sorti del film.

Villeret è relegato a un ruolo troppo passivo, è deficitario il confronto con i testimoni, gli spunti umoristici sono limitati e si cerca piuttosto di tratteggiare con tenerezza la figura dell'assassino di fatto giustificandolo, come ben si vedrà in ogni occasione. Il suo rapporto con l'anziana maestra di un tempo, con gli amici in paese... un quadro assolutorio che forse anche per il messaggio non propriamente educativo spinge a sfumare il cinismo del modello. Ma così il film viene annacquato e l'epilogo in fattoria, di rara melensaggine, conferma la modestia di un'operazione che spinge a riguardarsi piuttosto l'archetipo. Può funzionare parzialmente per chi quello non conoscesse, ma il tutto continua a girare sostanzialmente intorno al primo incontro tra il futuro assassino e l'avvocato: il resto non raggiunge in nessuna circostanza lo stesso carattere di genialità.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/12/07 DAL BENEMERITO LERCIO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/05/22
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Lercio 7/12/07 23:41 - 232 commenti

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Il protagonista, Jojo Braconnier, è interpretato in maniera strepitosa dal bravissimo Jacques Villeret, quasi commovente nell'interpretare l'ingenuo fattore protagonista del film. È una commedia nera con sferzate di grottesco girata magistralmente e adattata in alcuni personaggi rispetto al film che rivisita: ad esempio l'avvocato è aggiornato in un'accezione mnoderna in cui si cerca la visibilità mediatica a tutti i costi. Film agrodolce e delicato, gradevole come un buon dessert.

Daniela 8/03/10 22:15 - 12670 commenti

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Fattore oppresso da una moglie megera si rivolge ad un avvocato penalista famoso per aver fatto assolvere molti uxoricidi e, sia pur goffamente, fa tesoro dei suoi consigli. Commedia matrimoniale grottesca che presenta anche un lato velatamente drammatico (i due si odiano ma non possono separarsi per motivi di interesse reciproco), con ottimo cast: Dussollier avvocato cinico, Balasko bisbetica non domata, Villeret tenero cretino. Meno brillante la sceneggiatura, tratta da una pièce un po’ invecchiata, ed epilogo in calando.

Cotola 21/03/11 00:33 - 9052 commenti

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Remake non molto riuscito di ho ucciso mia moglie. Eppure le premesse erano buone: in primo luogo la sceneggiatura di partenza (quella originale di Sacha Guitry) che però è stata modificata a tratti in modo sostanziale; poi gli attori tutti molto bravi e divertenti. E infatti si ride sì, ma non tanto e soprattutto manca la vena cattiva dell'originale, come si può vedere in modo palese nel finale. Risulterà migliore a chi non conosce il film di Gutry. Gli altri storceranno un po' il naso.

Galbo 23/03/11 05:45 - 12399 commenti

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Commedia francese grottesca incentrata su un uxoricidio e un tentativo da parte dell'assassino di farla franca grazie ad un avvocato "maneggione". Film abbastanza gradevole grazie ad una sceneggiatura ben calibrata, ad una buona prova della regia ma soprattutto ad un'ottima prova dei due protagonisti, Jacques Villeret e Josiane Balasko.

Il ferrini 1/07/16 01:51 - 2360 commenti

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Villeret smette i panni del "cretino" e si cala perfettamente in quelli dell'uxoricida, che pur se goffo e maldestro escogita un piano perfetto per far fuori la moglie. A consigiarlo sulle modalità un perfetto Dussollier, avvocato senza scrupoli. Il film scorre molto bene, le schermaglie iniziali con la Balasko ricordano un po' La guerra dei Roses mentre la seconda parte - quella del processo - è decisamente grottesca e si ride di più. Divertente.

Kinodrop 28/06/17 19:26 - 2956 commenti

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Nella fattoria Paradiso il mite Jojo è vittima della bisbetica e indomabile Lulu, che lo sottopone a dispetti e angherie di ogni genere fino a quando lui non escogiterà una soluzione definitiva. Commedia francese molto vivace dall'ottima sceneggiatura, che pur ricalcando un precedente soggetto riesce comunque a essere gradevole, "cattiva", ma rispettando la bonarietà e la permessività della vita di paese. Apprezzabile soprattutto per l'interpretazione strepitosa di Villeret e Balasko. Spassoso e intelligente il dibattimento processuale tra Dussolier e Prévost.
MEMORABILE: I "dispetti" di Lulu; Il veleno per topi; La "difesa preventiva" di Jojo; Filatelia al processo.

Alexcinema 24/08/21 22:29 - 116 commenti

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Vivace commedia francese che mescola umorismo nero, noir e legal thrilling in una salsa ideale per un discreto intrattenimento serale. Lo spettatore simpatizzerà immediatamente per il protagonista, totale vittima da ogni angolazione della vicenda. Un po' anonimo il finale: da film così ci si sarebbe aspettato qualche forte colpo di scena. I più acuti comunque vi scorgeranno un'inquietante collegamento con la moda del crimine-spettacolo odierno. Ispirato a una tragicommedia del 1951.
MEMORABILE: L'equivoco del "favore delle corna" da parte del meccanico di paese.

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