Nostos - Il ritorno - Film (1989)

Piavoli tenta la strada narrativa, scegliendo alcuni brani dell’Odissea (Lotofagi, Scilla, Calipso, Nausicaa) e facendo recitare i pochissimi dialoghi in lingue antiche. Interessanti alcune idee di lettura del mito, rivitalizzato da nuove prospettive di visione e di senso. Ma sulle lunghe, e considerando la sostanziale pretestuosità del soggetto, la contemplazione stupita della natura (il vero cuore dell’operazione) diventa esercizio di stile o virtuosismo estetizzante (pur affascinante), amplificato dalla scelta di un ritmo ampio e incantato.

Piavoli rivisita l'Odissea ma, come era prevedibile, contempla assiduamente la Natura, che avvolge Ulisse e i suoi compagni, Calipso, Nausicaa... Esercizio di altissimo stile, che trova un punto di forza in Luigi Mezzanotte, il cui volto barbuto contempla ciò che è lontano nello spazio e nel tempo, ma anche un punto di debolezza nella durata dell'opera, che rischia di fare prevalere di troppo la forma (per quanto splendida) rispetto al contenuto. Le immagini carezzano lo spettatore, ma il tempo rischia di distrarlo.

Per lo spettatore medio potrebbe rappresentare uno strazio, ma con la giusta sensibilità si può capire il grande valore del film. Narrativamente è lentissimo, ma l'obiettivo del regista non è certamente quello di divertire lo spettatore. Il proposito sembra quello di incatenarlo alla poltrona con immagini di grandissima suggestione, e in questo sicuramente riesce perché la fotografia è superba. Tra qualche episodio e l'altro dell'Odissea, il volto del bravo Luigi Mezzanotte ci racconta un viaggio forse più in senso interiore. Dialoghi in una lingua che somiglia al greco antico.