Nine dead - Film (2010)

Vendetta, lambiccata vendetta! Mommotti, tu che puoi diventare JeegSaw a che ti riduci? A due colpi di tasergun e una cervellotica Cluedoterapia di gruppo? Te la sghignazzi sadico e baro nel vedere quanto boccaloni sono gli sventurati testimoni delle tue contorsioni logiche? L'avessi saputo, avrei rivisto il tuo modello di riferimento, che almeno la sua fantasia la mette al servizio di congegnerie fantasmagoriche; o avrei cercato di smatassare il 75570simo quesito con la Susy, cui il tuo ordito somiglia, con la differenza che mi sarebbe toccato in premio uno schermo da 50 pollici. Invece ho dovuto vederti unire i punti morti da 1 a 9 per vedere cosa sarebbe apparso, e non m'è piaciuto.

Alcuni tizi in una stanza più spoglia del Cubo partecipano alla versione macabra del Gioco dei nove di Sandra e Raimondo, reclusi da un figuro che asseconda la moda dei collezionisti fetish e di killer hi-tech mascherati manco fossimo tornati ai tempi di Satanik. Enter Sandman...ed avranno dieci minuti per sondare la mente del serial killer e capire perchè sono segregati. Bell'intro, pur con un'identità sospetta tanto è mutuata da almeno tre degli "n" episodi di Saw. Nine dead è però piacevolmete hitchcockiano, cioè con ematocrito basso e molto lavoro sulla psicologia dei prigionieri non-oceanici.

Il film presenta uno script abbastanza coinvolgente, nonostante la staticità dell'azione e della scena. Tipico thriller cerebrale, costruito sulla ricostruzione faticosa (e dolorosa) di un enigma da cui dipende la sopravvivenza degli eterogenei reclusi. Alla fine la sciarada si compone senza falle logiche o buchi di sceneggiatura. Tutto bene, dunque? Sì, tranne qualche riserva sulle ultime sequenze un po' troppo criptiche, che lasciano una sensazione di incompiutezza.

Killer mascherato incatena nove persone in un angusto spazio: dovranno capire perché sono lì e - soprattutto - perché, ogni dieci minuti, uno di loro raggiungerà (a colpi di pistola) il creatore. Pastrocchio senz'arte né parte, malamente ispirato a Saw e risolto senza particolari colpi di genio: narrativi o stilistici che dir si voglia. D'impianto televisivo, lesina nella tensione e l'intrigo, salvo twist-end inatteso, non presenta particolare spunto d'interesse. Attori alla deriva per una regia fiacca e accompagnata da una brutta scenografia. A proposito: di sangue, nemmeno una goccia ...

Tizio mascherato sequestra 9 persone in una stanza avvertendole che le lascerà libere solo se sapranno scoprire il motivo per cui sono state imprigionate e che, nel frattempo, ammazzerà una di loro ogni 10 minuti. Variante del meccanismo alla "dieci piccoli indiani", un film girato quasi in tempo reale, in pochi interni e con attori sconosciuti, che risulta piuttosto coinvolgente, a parte qualche passaggio poco plausibile (il rapitore non può essere tanto omniscente) e qualche forzatura nel finale. Tutto sommato più riuscito di altri simili.

Benché l'inizio paia saccheggiare a piene mani da Saw, non si può dire che il film sia strutturato male. Ogni dieci minuti scopriamo qualcosa di nuovo e di inquietante sui personaggi tenuti in ostaggio dal misterioso rapitore, cosa che aiuta ad aumentare la curiosità. Si giunge però alla fine con un certo amaro in bocca per come viene sbrigata la faccenda. Si poteva costruire qualcosa di più interessante sfruttando un soggetto che, seppur non originale, poteva garantire un percorso narrativo ancor più accattivante.