Poteva forse mancare nel filone inflazionatissimo dei cosiddetti mondo-movies (documentari spesso ipocriti su violenze e atrocità internazionali) un film dedicato interamente alla più folle città d'America? No di certo, ed ecco qui L’ALTRA FACCIA DELLA MELA, noiosissimo viaggio underground in cui dovremmo teoricamente identificarci nella bionda protagonista che viaggia alla scoperta del volto nascosto di New York (senza mai aprire bocca): vedremo santoni che staccano a morsi le teste ai topolini, locali proibiti sadomaso, donne nude dipinte per accoppiarsi con un pittore storpio, spettacoli gratuiti all'aperto (un modo subdolo per propinarci dieci minuti di cabaret senza pagare un dollaro), una...Leggi tutto folle Cenerentola che sbatte una bestia morta come un tappeto, l'immancabile combattimento sanguinario tra galli, un'asta con in palio vergini cinesi da deflorare, un poeta pulp piuttosto volgare, riti pagani che si concludono con lo sgozzamento di una gallina, una soubrette da strada che interpreta “A Hard Day’s Night”, una logorroica femminista scatenata che si spalma d'uovo e si ricopre di paillettes, un mini musical incentrato sul membro virile, un piccolo gruppo di giovani che intonano la canzone “Mondo New York” alla Beach Boys, varie prostitute in vena di confessioni e per finire pogo e stage-diving in discoteca. Chiusura con una specie di Holly Johnson (il cantante dei Frankie Goes to Hollywood) in versione macho. Tutto scontato e già visto, troppo poco ardito per poter attrarre gli estimatori dei mondo-movies di oggi. Dovrebbe essere un viaggio nella New York sconosciuta ma è girato male e svogliatamente. Nemmeno trash come si sente dire.
Trovato a Milano in un vecchio negozio di vhs a 9.90! film osceno, inguardabile, forse insulso... In giro per New York come se fosse raitre senza nemmeno l'intrigante voce jacopettina che almeno divertiva (o irritava). Davvero poco interessante, anche l'ambientazione ne risente... New York è rappresentata meglio da classici quali Taxi driver o After hours, entrambi del vecchio Scorsese...
Un documentario che sa di vecchio: il mondo underground di New York visto oggi fa ridere, considerato i nuovi locali che pullulano nella grande mela, pertanto è giusto che resti un fuoricatalogo, essendo superato e girato senza un minimo di professionalità con l'unico scopo di far soldi.
Una graziosa biondina conduce lo spettatore in una serie di locali ed esibizioni cabarettistiche a New York (che si vede appena). Dal punto di vista documentaristico è pari allo zero, ma tradisce anche l'essenza stessa del mondo movie - al quale il titolo chiaramente si rifà - in quanto mancante del commento fuori campo che è l'ABC del genere. Opera guardabile solo dai "completisti" e che forse potrà dar adito a qualche curiosità riguardante gli ultimi scampoli del punk, della new wave e la rivelazione del cabaret da strada newyorchese.
Viaggio tra le stranezze di New York che annoia terribilmente per colpa di una regia granitica e dell’assenza di una cornice narrativa o di una voce narrante, utilizzando come labile trait d’union una ragazza che girovaga nei luoghi mostrati; così concepito, il documentario non ha alcun senso dato che per questi motivi le situazioni mostrate, sulla carta bizzarre, perdono ogni mordente. Il punto più basso è rappresentato da una lunga ripresa di una brutta performance di stand up comedy, in cui la sensazione di scadente varietà televisivo è accentuata dalle risate registrate.
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Buiomega71 ebbe a dire: Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Rca Columbia
in termini di irreperibilità è un bel colpo, ma in sé è davvero il punto più basso mai toccato da un filone che a quei tempi aveva già oltrepassato frutta, dessert, caffé e ammazzacaffé. la sola cosa che ricordo di tutto il film è un delirante monologo fatto con un battitappeti, una performance credo di joe coleman che decapitava a morsi un gallo e la canzone finale fuck you! cantata da un gruppo che come immagine ricordava un po' i rockets. avevano sul palco due enormi falli eiaculanti. non ricordo nient'altro se non una noia immensa proporzionale allo squallore propinato.
Visto ieri sera. Davvero una cantonata, in quanto ricordavo la videocassetta nelle videoteche dell'epoca e chissà come mai non l'affittai come ho fatto con mille altre. Ho acquistato la vhs per potermela gustare un po' tardivamente. Ahimè il "mondo" è solo nel nome, in quanto i capisaldi del genere vengono a mancare, a partire dall'essenza del commento voice-over, che è l'essenza stessa del genere. Al di là del fatto che sono tutta una serie di scene teatrali (o pseudo tali), videoclip ad hoc e di cabaret yankee. Parecchio noioso, anche se uno sguardo per "cultura" va fatto.
Nei titoli di coda c'è scritto che è stato girato nel 1987 (evidentemente nei cinema, anche americani, è uscito l'anno dopo).