Un giornalista decide di svolgere un'inchiesta nel rutilante mondo del concorso di Miss Italia a Stresa, sul lago Maggiore. L'opera di Coletti (in sostituzione a Lattuada) vorrebbe, già allora, "denunciare" attraverso facili melodrammi figli di un cinema manieristico anni Cinquanta, scandali e bassezze che gravitano attorno al concorso. Ci scappa perfino un dramma di quelli forti. Sorta di commediola dal retrogusto amaro specchio della società di allora, ma che che potrebbe essere considerata lungimirante anche per quella di oggi.
Miss Italia a Stresa e non a Salsomaggiore Terme come era normale credere! Film di denuncia, che fa sorridere nonostante abbia momenti di drammaticità . Coletti ci regala un bell'affresco degli anni '50. Splendida la giovane Gina Lollobrigida ma dal momento che siamo a Miss Italia tutte le ragazze sono un bel vedere! Spaccato di una società archiviata nei libri della storia d'Italia.
Strano e non completamente riuscito mix tra commedia e dramma che propone alcune interessanti figure femminili accomunate dall'ambizione (tranne la giovane ingenua interpretata dalla deliziosa ma un po' acerba Lollobrigida): la nipote del prete che si sente soffocata dall'ambiente religioso, la prostituta perseguitata, la paralitica frustrata... La prima parte è interessante, la seconda oscilla tra lo scontato (l'immancabile love story) e il fuori luogo (l'epilogo noir); buono il cast, ma idea di base non è sfruttata appieno.
MEMORABILE: Il sindaco "coraggioso"; Tutti contro tutti durante il concorso; La fuga di Lilly.
L'idea di Coletti (e prima di lui di Lattuada, in un primo tempo scelto per dirigere il film) era quella di raccontare le miserie e i non detti che riguardavano il concorso di Miss Italia, allora popolarissimo e trampolino sicuro per il cinema. In questo la Lollobrigida racconta praticamente se stessa, una ragazza che sa districarsi con successo in quel sottobosco pieno di insidie. Peccato che molte situazioni siano scontate e prevedibili.
Duilio Coletti HA DIRETTO ANCHE...
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Constance Dowling, sorella della Doris interprete di Risol amaro, era la donna di cui era innamorato Cesare Pavese. Innamorato e non corrisposto, visto che le dedica la poesia Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.