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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/04/22 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 30/04/22 01:11 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

I fratelli Goetz smorzano tutta la visceralità, la carnalità, la sofferenza e la beatificazione del dolore del lavoro di Laugier per un remake a uso e consumo edulcorato e ripulito. La strage familiare è risolta con due schioppettate, il pestaggio sostituito dalla scossa elettrica e la scorticazione con un'incisione alla schiena. Dall'inutilità se ne esce con ricercati momenti registici (la chiazza di sangue da sotto al letto), dall'amicizia tra orfanelle alla svolta revenge/femminea a base di pistolettate fino a una chiusa visiva potentissima, che si ammanta di estasi necrofora.
MEMORABILE: Gli occhi bianchi dell'estasi del martirio nel finale; Il rogo; Lucie in odor di Passione di cristo sulla croce; Gli assalti della "creatura".

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  • Discussione Buiomega71 • 30/04/22 10:27
    Consigliere - 25999 interventi
    Rifare (più che altro per il pubblico americano medio) un'opera viscerale, carnale, dolorosa e santificatrice del martirio della sofferenza come il lavoro di Laugier, sfrondandola, appunto, dei suoi stessi elementi, rendendola innocua e edulcorandola alla stregua di qualsiasi altro horror movie di medio livello è un operazione che solo gli americani si possono permettere di fare.

    Non per nulla dietro c'è Jason Blum e la sua Blumhouse (basta vedere come risolve il fattore "creatura" che attacca Lucie, in Laugier un essere quasi primitivo e ferino che riemerge dalle ceneri del supplizio, quì una sottospecie di strega che pare uscita da The Conjuring -il target è quello-, che si intravede appena-e non manca la citazione a The Grudge con la mano cinerea tra i capelli, tanto per gradire- quindi scordarsi caschetti del dolore e pelle e carne marcescente che si stacca con esso).

    I fratelli Goetz parlano chiaro (ridimensionare, di parecchio, la violenza, la cupezza e la ferocia del regista francese), e spostare l'asse sulla tortura suggerita più che mostrata (dopo la defezione del regista de L'ultimo esorcismo, che sentiva puzza di gabola sin dall'inizio), vuoi per le ferree maglie censorie americane, vuoi per allargare la fetta di pubblico degli Annabelle e affini.

    Nell'inutilità di questo restyling (perchè inutile lo è), i Goetz seguono abbastanza fedelmente il modello europeo, solo fino ad un certo punto.

    Mettendo subito in conto che è meglio dimenticarsi le afflizioni sadiche laugeriane, i Goetz partono dall'assunto di mettere in piedi, alla fine, quello che è un revenge movie, evitando di sconfinare anche solo in zona Saw o Hostel per dire.

    Inutile poi rimarcare che gli impressionanti sfx creati da sua maestà Benoit Lestang per l'incubo lougeriano, qui vengono ammorbiditi  da Myke Michaels (qualche colpo in arrivo ben assestato, tagli da coltello sulle braccia, cicatrici sulla schiena, incisioni con bisturi).

    Qundi: il massacro della famiglia è risolto con due o tre schioppettate (nemmeno girato male a dire il vero, almeno, nella sequenza della figlia in cameretta, c'è una ricerca registica degna di nota-ripresa dall'alto, fucilata, la chiazza di sangue che esce da sotto al letto-), niente pestaggi o insostenibili percosse, sostituite da più sopportabili scossette elettriche, grida e trapanate fuori campo, nessuna scorticazione o spellamento alla Hellraiser, ma solo una timida incisione, previo bisturi, alla schiena della malcapitata vittima in via di martirizzazione, nessun suicidio indotto dalla disperazione, c'è ne uno tentato, ma risolto un pò così, le "eroine" diventano due e non più una soltanto -e le vittime in catene si moltiplicano come se fosse una specie di Guntanamo-e in più, coadiuvando la ricerca della signora di martiri c'è un prete, che si mette a fare il Torquemada della situazione.

    Boiatona quindi? Non proprio, perchè. almeno, i Goetz girano bene e alcune, seppur non troppe, scelte di staccarsi dall'originale ci sono.

    In primis i flashback dell'amicizia delle due bimbe (Lucie e Anna da piccole, che sgombera ogni dubbio sul loro rapporto lesbico come non faveva certo Laugier) all'orfanotrofio hanno un misto di tenerezza e delicatezza (le nuvole, i biscotti, la ruota girevole), la svolta revenge/femminea che prende dopo che Anna è stata sepolta viva, tra pistolettate, fucilate, sangue che sprizza quà e là, cattivoni fatti secchi, colpi di bisturi, badilate e suicidi e , almeno quello glielo si deve, una chiusa di rara potenza visiva, tra occhi bianchi e estati del martirio che si ammanta di luminosa poesia necrofora, in un massacro dove pochi vengono risparmiati.

    Lucie, crocifissa, nel calvario alla Passione di Cristo in una specie di pantomima cristologica pararusselliana, una vittima messa al rogo come le streghe (tra le fiamme in pacchiana CG, oltretutto), bambine in catene, buzzurri che più che raffinati membri di una setta hanno la belluinità dei redneck, la luce del sole californiano di Santa Monica che sostiuisce la cupezza angosciosa francese (anche, se, comunque, rimane quella patina morbosa, oscura e soffocante anche nel remake, con minor potenza evocativa ovviamente) e un pessimismo di fondo non poi tanto conciliatorio e ben poco speranzoso.

    MEGASPOILER

    Anche l'enigmatica scena chiave del sussurro in fase culmine del dolore massimo, evita spiegoni, ma chi la riceve all'orecchio è la stessa Anna e non miss Muerte. Con l'aggiunta che, a prendere la "benedizione" del supplizio all'apice, sono in due. Miss Muerte non si spara ma le fanno saltare il cervello a mò di zombi romeriano. Chi si tuona in bocca, invece, è il prete, che sente la flebile voce di Lucie ad un passo dalla cristologia.
    Oltre al tentato suicidio di Lucie, nell'originale si tranciava la gola con una scheggia di vetro e adieu. Quì cade, volontariamente, dalla balaustra, facendosi una mazza.

    FINE MEGASPOILER

    Come film a sè (anche se quasi impossibile che non ti venga Laugier in testa) nemmeno malaccio, ben diretto, ottimamente interpretato (bravissima la Noble che da complice del massacro passa a  vittima sacrificale, e poi tosta final girl, un pò più sciapita la Bellisario) con una colonna sonora opprimente e una tensione (pur conoscendo l'andazzo della vicenda) abbastanza ben gestita dai due fratelloni.

    Poi, ovvio, se in futuro mi voglio rivedere Martyrs mi vedo quello di Laugier, probabilmente non toccando più questo rifacimento (di per sè inane), nel bene e nel male.

     A conti fatti, però, non così terribile come si legge in giro e che varrebbe la visione anche solo per quell'ultimo momento di paradisiaca, luminosa e estasiatica "passione santificatrice", a base di aniridia, che mette i brividi.

    Da noi rimasto inedito (e non ravviso edizioni sia spagnole che francesi), per cui mi sono dovuto procurare l'ottimo blu ray crucco della Tiberius Film e sorbirmelo in inglese (solo sub tamocchi) che, nella parte in cui miss Leonor delira su estati del dolore e martiri del passato, se non si conosce l'originale, e men che meno l'inglese, diventa impresa assai ardua.


    Ultima modifica: 30/04/22 14:23 da Buiomega71
  • Discussione Raremirko • 3/05/22 23:55
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Quoto tutto Buio; assolutamente non disprezzabile, edulcoloratissimo, intenso a livello emotivo.

    Un discreto remake.