Clouzot ci offre una Manon Lescaut affascinante e disperatamente ossessionata dal denaro e dalla bella vita. Un film a due facce che incanta fino a quando si parla del passato della coppia di innamorati in fuga e che invece si dilunga troppo nella parte finale diventando pure troppo melenso. Indimenticabile per bellezza e furbizia la "piccola" Manon.
E' facile capire perché il film abbia avuto una vita così dura. Per l'epoca (1949) dovette essere uno shock assistere ad un ritratto così duro, nero ed impietoso non di una singola persona (Manon) ma di un intero paese abbrutito moralmente e finito sotto le macerie materialmente e psicologicamente di cui la protagonista è solo l'incarnazione. Facile e assolutorio, che tutti si scaglino contro di lei. Siamo anche dinanzi ad una splendida storia di amor fou che vive di momenti indimenticabili così come incancellabile è il personaggio di
Manon intepretata divinamente dalla Aubry. Capolavoro.
MEMORABILE: Gli ultimi dieci minuti nel deserto sono da antologia: su tutti le immagini finali con tanto di "dichiarazione d'amore" di Robert a Manon.
Henri-Georges Clouzot HA DIRETTO ANCHE...
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"Il sadismo di Manon è molto diffuso e raffinato: c'è nell'impostazione stessa delll'opera, c'è nel destino dei due amanti che si compie per gradi sino alla catastrofe, c'è infine nella crudeltà di quella scena finale dove il sadismo oggettivo dello schermo sembra autentica, personale espressione del regista, tanto è goduto, curato, insistito attraverso un linguaggio asservito ai valori sadici (ivi compresa la necrofilia) i quali sovrastano e travolgono ogni altro significato."
Gian Piero Brega, in film, 1963
CuriositàColumbo • 23/03/11 11:44 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Leone d'oro a Venezia, fu inopinatamente bloccato dalla censura italiana che ne permise la distribuzione solo nel 1950 nell'edizione francese senza sottotitoli, mutilato soltanto di un bacio in chiesa. (Fonte Dizionario Mereghetti)
CuriositàColumbo • 23/03/11 11:46 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Oltre alla splendide opere liriche di Massenet (1884) e Puccini (1893), il romanzo dell'abate Prevost ha avuto innumerevoli riduzioni teatrali, cinematografiche e una televisiva in Italia, diretta da Sandro Bolchi con Monica Guerritore.