Il film che avrebbe dovuto rimediare al disastro di Ferrara fallisce il colpo, ricco com'è di grossolani errori (la Banda della Magliana non esisteva) e di fantapolitica a buon mercato (Giorgio Steimetz ucciso dai servizi segreti, Pelosi istruito con mesi di anticipo); Ranieri è un Pasolini con panza da commenda che sentenzia una banalità dietro l'altra ("il mio nome è sinonimo di scandalo", "il discorso è più complesso di così") e si confida con la mamma come un ragazzino del gay village. Grieco rende davvero un pessimo servizio alla causa.
MEMORABILE: L'intervista al giornalista straniero, in cui il povero Pasolini-partenopeo di Ranieri parla francese come Totò a Milano.
Un altro film sul delitto di Pier Paolo Pasolini, come se non ce ne fossero abbastanza, nell'arco di questi questi 40 anni. Qui ci si butta sulla tesi del complotto e dell'aggressione a più mani ai danni del povoro scrittore/regista, con ragazzi di vita che sembrano stufi dell'ambiguità sessuale di Pasolini, anche se dietro a ciò ci sono dei grandi papaveri. Massimo Ranieri è l'ennesimo buon sosia in un film che non nasconde i suoi momenti splatter (vedi l'aggressione mortale a Pasolini) e il suo essere polemico. La Vukotic è la madre.
Gli ultimi mesi di vita di Pasolini, prima dell'omicidio frutto di una "macchinazione" organizzata da chi aveva interesse a mettere a tacere un intellettuale scomodo ed eseguita da gente di borgata. Fra i vari interpreti che si sono calati nei panni di Pasolini, Ranieri è forse quello fisicamente più somigliante ma i pregi del film si fermano qui. Per il resto, si tratta di un'opera approssimativa nella ricostruzione dei fatti, carente dal punto di vista documentale, imbarazzante nel tratteggio di alcuni personaggi, nel complesso fallimentare.
Pregevole ricostruzione filmica di Grieco del delitto Pasolini, alla luce della riapertura del caso, sulle nuove ipotesi (supportate dalle recenti scoperte) dell'omicidio in questione. Per chi non ha mai creduto alla verità ufficiale è l'ideale per un aggiornamento che riserverà più di qualche sorpresa. La somiglianza di Ranieri con il maestro è impressionante (lo stesso Pasolini se ne meravigliò all'epoca, quando i due si incontrarono), un po' meno l'accento. Grandissimo il lavoro dei borgatari e ragazzi di strada, credibili al 100%.
Ottima e interessante ricostruzione di un delitto che ha avuto un ruolo davvero importante nella gestione clandestina del potere in Italia, tra logge segrete e tentativi di colpo di stato. La "verità ufficiale" sull'omicidio Pasolini fa da sempre acqua da tutte le parti, merito di Grieco raccontarla con grande coraggio intellettuale e senza cedere ai birignao dei film inchiesta che inchiesta non sanno fare.
MEMORABILE: La Vukotic nel ruolo della madre; Il personaggio inventato ma reale di Roberto Citran.
Pellicola controversa che crea una nuova ipotesi sul noto delitto ma con risultati poco meritori. Ranieri è un professionista ma non è la sua parte, nonostante la discreta somiglianza, per Di Rienzo è un compitino facile e forse inutile. Nel complesso non aggiunge nulla nella vicenda della morte del grande Pasolini e anzi, confonde talvolta le idee gestendo spazio e tempo in alcuni casi in modo errato. Occasione mancata.
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DiscussioneRaremirko • 7/06/18 22:53 Call center Davinotti - 3863 interventi
Anche Giordana, comunque, supportò la tesi di più persone assassine.
MusicheZender • 21/04/21 08:32 Capo scrivano - 48967 interventi
Si parla solo di "Atom heart Mother", lunga suite del 1970 (che lo stesso Pasolini molto amava) che i Pink Floyd hanno gentilmente concesso per l'uso dopo aver sentito che era un film su Pasolini. Se ne parla anche qui.
Io consiglio vivamente per chi fosse interessato alla vicenda, l'edizione a due dischi della Plurivision Sistem e in particolare il disco degli extra. A parlare non solo chi ha fatto riaprire il caso, ma un pittore romano che si batte da una vita per la verità sul delitto Pasolini e che ha fatto nuove interessantissime rivelazioni sul caso. Quanto alla banda della Magliana, sul luogo del brutale assassinio di Pasolini, il giorno seguente, scattarono delle foto e tra i presenti, tra gli altri, vennero immortalati anche futuri esponenti della banda in questione, prossima alla formazione.
E negli extra è spiegato come il film sia, dal punto di vista documentale, molto rispettoso dei fatti e delle ultime indagini, specie alla luce delle recenti scoperte, ( non solo dei DNA ricavati con anni di ritardo). Chi è stato vicino a Pasolini (vedere sempre i cospicui extra) afferma che se c'è una cosa certa sul delitto Pasolini, è proprio che sia stato opera di più individui. Dell' auto del principale sospettato, di cui oggi non si sa ancora se sia in vita o no, trovata abbandonata al parcheggio dell'aeroporto, ammetto che non ne sapevo nulla, fino a oggi.
Non ho visto il film. Certo che se ci si deve basare sulla attendibilità storica dalla attenzione svolta per la ricostruzione grafica, nasce qualche dubbio. Il simbolo del MSI è errato (c'è un punto di troppo). E non è che ci volesse molto per vedere come era il vero simbolo...