Guardia del corpo deve proteggere un pezzo grosso alla vigilia della firma del trattato di pace tra umani e mostri del Lato oscuro, ma sono in molti a voler uccidere il pezzo grosso. L'impianto è quello di un thriller degli anni 40, col bel tenebroso che attraversa un mondo infido; la sensibilità è quella di un horror e splatter; il filo rosso è quello di un erotismo spinto e fantasioso. Nel suo genere è un bel film d'azione, dinamico, con un buon ritmo e un buon dosaggio di tutti gli elementi per raccontare un incubo.
Odissea nipponica (da noi approdata anche in DVD) non proprio consigliata ad un pubblico di ingenui: tra immagini animate - ma violente e orrorifiche - fan capolino, con cadenza cinica e pragmatica, scene di erotismo audace, quando non contorto. Il tratto dell'animazione è dignitosamente (ac)curato e non manca una valida traccia musicale a fare da contorno. Chi adora gli "anime" simil-hentay (non si spinge all'estremo, ma è "for adults") non perda l'occasione.
Con un'animazione horror di altissimo livello il regista racconta tra l'altro l'odissea sessuale di un uomo che, dopo aver rimorchiato una donna, la vede sotto i suoi occhi trasformarsi in un mostro. Lo scontro tra le due razze, la vagina carnivora e le scene di sesso estremo esplicito bastano da sole per farne un cult. Da un autore talentuoso un anime violento che non lesina stupri e torture. Il tutto in grandissimo stile.
La pace tra umani e creature aliene è messa in pericolo da sabotatori che vogliono impadronirsi del mondo. Anime bello tosto che narra la solita lotta del Bene contro le forze del Male. In ogni sequenza c'è un forte richiamo alla sessualità (persino il vecchietto da sorvegliare è un maniaco senza speranza). La donna ragno fa venire i brividi tutte le volte che entra in scena e gli scontri tra le diverse fazioni sono tutte da gustare.
Per Yoshiaki Kawajiri l’uomo è una debole marionetta, schiavo del potere, della corruzione e della libido più sfrenata. “La città delle bestie” è uno splendido body horror notturno, dall’animo misantropo e dal ritmo convulsivo. Impressionanti le mutazioni della donna ragno e ottimo il character design dei personaggi. Tokyo gore police (ma non solo) ne è sicuramente debitore. Virtuoso.
Sullo sfondo di un Giappone notturno e iper sessualizzato - accompagnato da una vena visionaria da teatro degli orrori - si snoda un noir antropomorfo fatto di personaggi enigmatici, desideri malcelati e situazioni portate all’eccesso. Ottimo il character design e perfetta la regia di Yoshiaki Kawajiri, che si riconferma ancora una volta eccellente cantore del body horror nipponico. Saccheggiato da Nishimura per il suo Tokyo gore police .
All'alba di un trattato di pace fra i demoni e gli umani, ciascun regno nomina una guardia del corpo per proteggere un ambasciatore importante. Neo-noir sovrannaturale di culto, caratterizzato da una suggestiva ambientazione notturna e da sequenze forti di buona resa, fra scontri body-horror e scene erotiche che non disdegnano l'esibizionismo exploitativo (dagli stupri espliciti alle gag gerontofile). Il plot, con tanto di conciliante morale romantica conclusiva, pare quasi fuori luogo in mezzo a un campionario visivo tanto cupo. Comunque le ottime animazioni e la OST si gradiscono.
MEMORABILE: Gli sfondi metropolitani; La donna-ragno; Il massaggio al vecchietto bicentenario e sporcaccione; Il parassitone birichino; Scontro finale sul tetto.
Notevole la qualità del disegno e non male la trama distopica, ma soprattutto è da gustare lo scatenarsi della fantasia fantastica giapponese con profluvio di trasformazioni e creature mostruose umano-bestiali che a noi occidentali fanno pensare alla Cosa (teste zampettanti, stomaci e vagine dentate, parassiti verminosi). Non ci si risparmia neanche sul lato erotico, tra stupri bestiali e vecchietti allupati (forse per questo, si è visto poco in tv). Qualche ridondanza nella parte centrale e qualche eccesso melodrammatico anche questo tipicamente Japan. Cupo e for adults ma godibile.
MEMORABILE: Il sesso con la donna ragno; L'albergo fortezza spirituale; Il vecchietto "assorbito" dalla geisha; La penetrazione del vermone; Scontro finale.
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La sequenza dell'aeroporto, in cui Taki si ritrova a combattere contro due demoni celati dal loro aspetto umano, vestiti in giacca e cravatta, è stata ripresa in seguito nell'albo nº22 di Nathan Never, intitolato Demoni, scritto dal creatore della serie, Antonio Serra, e disegnato da Pino Rinaldi. La sequenza è pressoché identica, fatta eccezione per il sesso di uno dei mostri: nel film si tratta di due uomini; nel fumetto invece, ad attaccare Nathan, sono un uomo e una donna.
DiscussioneZender • 22/12/13 08:14 Capo scrivano - 48967 interventi
Sì Lucius, non è abbastanza per essere una curiosità. Lasciamo in Discussione generale che invece ci sta benissimo. Già s'è fatto questo con Dylan Dog. Se cominciamo a farlo con tutti i fumetti non finiamo più.
PS: non serve mettere la dicitura curiosità sopra i post. Mi accorgo già se lo sono e son complete, e le sposto.
C'è un nuovo commento e un nuovo pallinaggio.
Non è una curiosità dici?
Si, forse è meglio non postarle.
DiscussioneZender • 22/12/13 17:39 Capo scrivano - 48967 interventi
Sostituito nuovo commento, solo che in questi giorni vi chiedo di non postare commenti da sostituire perché mi riesce particolarmente lungo farlo dal minipc che uso.
Quanto alla curiosità ho detto che nello specifico l'inclusione della storia in un albo di Nathan Never sta meglio in discussione generale. Non ho ben capito cosa intendi per "forse è meglio non postarle". Boh.