Note: Aka "La piccola casa nella prateria", "Quella casa nella prateria". La serie è ispirata alla serie di romanzi dal titolo originale "Little House" (La piccola casa nella prateria), opera del 1943-1945 della scrittrice statunitense Laura Ingalls Wilder (Contea di Pepin, 7 febbraio 1867 - Mansfield, 10 febbraio 1957).
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Cult tv anni 70 e anni 80, oggi "La casa nella prateria" può apparire ai più come una saga di una famiglia di sfigati. Eppure la storia degli Ingalls, pionieri del west, che vivono in una tipica cittadina, con simpatici droghieri, pastori protestati e maestre in anticipo sui tempi, avvinceva. Dai racconti di Laura Ingalls-Wilder, nella serie interpretata da Melissa Gilbert, prodotta e diretta da Micheal London di Bonanza, che si riservò anche il ruolo del patriarca, Charles Ingalls.
MEMORABILE: La cittadina tipica di fine ottocento, il figlio del droghiere che ruba i biscotti dal vaso, le tre Ingalls, le frustate del supplente severo.
Un bello spaccato (seppur fortemente romanzato) di vita americana del tempo che fu. Episodi intensi, carichi di emozioni, descritti debbo dire molto bene (se vogliamo puntando molto alla moraletta di famiglia sana e cattolica, cosa che lo rese un po’ stucchevole e irritante agli occhi dei ribelli del decennio in cui fu prodotto, ma forse è piaciuto ai conservatori)... Grande consenso per l'allora bambina prodigio Melissa Gilbert nel ruolo principale di Laura Ingalls.
Ha un che di vero, di naturale grazie alla bravura degli interpreti. Si tratta di vita vissuta, rogne continue e gente più o meno ottusa che movimenterà le esistenze dei protagonisti. La piccola (ma crescerà) Laura è simpatica e sa difendersi, soprattutto dalla pestifera Nellie. Agli Ingalls ne capiteranno di tutti i colori, ma se così non fosse, la noia farebbe da padrona. Bravi anche, l'acida madre della tremenda ragazzina e il padre. Nota di merito per i tanti temi affrontati (su tutti, i pregiudizi, la diversità e la droga) e per Charles, Edwards, Albert, gli Oleson e il prete.
MEMORABILE: L'episodio pilota; La realizzazione della campana; Cavallo Zoppo; Il mobile firmato; La bambina prende il libro di Laura; Il signor Montague.
Grandissimo serial TV che ho visto e rivisto da bambino ed oggi mi fa una tenerezza incredibile: storie spesso e volentieri tristi che mettevano a dura prova la famiglia Ingalls (parevano usciti da una novella del Verga). Belle le caratterizzazioni dei personaggi, spesso completamente suddivise in buoni e cattivi; in mezzo più o meno troviamo il bottegaio.
La storia della famiglia Ingalls, veri pionieri dell'America del tempo che fu, raccontata in un serial dallo straordinario successo e che rappresenta (sia pure in forma romanzata) un vero "spaccato" di vita vissuta. Di sicuro con molte ingenuità, la serie è comunque godibile grazie alla buona ricostruzione ambientale e alla bravura degli interpreti.
Film basato sui classici temi cari al cinema americano: drammoni familiari, la vita di frontiera, la famiglia. Una ottima ambientazione datata fine '800 nel Minnesota fa da cornice alla famiglia Ingalls, tutta al femminile, padre escluso naturalmente. Si alternando momenti gioiosi (quasi sempre collegati alla figlia Laura) a momenti drammatici come distruzioni di raccolti, malattie del bestiame e dei familiari. Un vero polpettone (nel senso buono del termine, quasi culinario) di cui non mi stancavo mai (magari mie tendenze masochistiche?) e di cui conservo un buon ricordo.
Appassionante telefilm americano con un ottimo cast variegato: spiccano Melissa Gilbert nei panni di Laura e Micheal Landon nei panni di suo padre. Gli espisodi delle prime serie sono decisamente interessanti e ricchi di momenti convolgenti e a tratti anche divertenti. Poi, nelle ultime serie, "il giocattolo" inizia inevitabilmente a rovinarsi.
Bellissimo, non lo ricordavo così: emozionante, avvincente e a volte molto triste. Lo spirito pionieristico americano emerge prepotente, seppur attraverso un filtro di buonismo familiare che però appare assolutamente giustificato per l'indirizzo del prodotto. Fiction per la famiglia, ma dai "grandi" contenuti; sempre diversi, a volte ancora attuali, spesso davvero intensi. Nota di merito per tutti i partecipanti, per la regia e per la sceneggiatura, senza pecche. Un colosso nel suo genere, che pone la famiglia al suo posto come cellula sociale fondamentale.
MEMORABILE: Tra i tantissimi momenti speciali: il ragazzo gravemente ammalato che giunge al mare, dopo tanta fatica, alza le braccia in segno di vittoria!
Il West senza sceriffi, indiani e banditi: solo la vita quotidiana della gente comune. Encomiabile per l'affresco d'epoca e i messaggi cristiani di fondo (banditi dalla tv politically-correct ma cinica d'oggi), ma esecrabile per il modo in cui Michael Landon e gli altri autori (in assenza di duelli e sparatorie) catalizzano l'emozione del pubblico infliggendo sadicamente ai protagonisti una tragedia dietro l'altra, dando un'impressione di inverosimile e stucchevole. Sufficienza e non se ne parli più.
MEMORABILE: La sig.ra Harriet Oleson, probabilmente il personaggio più odioso mai concepito da mente umana e quel martire del suo simpatico marito Nels.
Da bambino (e nella pre-adolescenza) lo adoravo, negli ultimi anni l'ho rivisto puntata per puntata apprezzando sia i protagonisti (soprattutto Landon e la Gilbert, ma anche Bull) sia l'ambientazione western di fine 800 (mi sarebbe piaciuto vivere in quell'epoca, con i primi pionieri). La media è data dai cinque pallini delle prime tre stagioni e dai quattro delle altre (troppo drammatiche alcune svolte), ma risente anche dell'effetto nostalgia.
MEMORABILE: Le tre bambine Ingalls; L'episodio con il vecchio della casa (alla fine piangevo); La svolta drammatica nelle ultime stagioni).
Uno dei migliori telefilm di ambientazione western, si avvale di ottimi attori. Sebbene edulcorate, propone tematiche attuali quali la violenza sui minori, gli handicap, la discriminazione, le epidemie, le malattie mortali, la tossicodipendenza. Nove stagioni sono tante, inevitabile che molti episodi si somiglino: l'uscita di scena della famiglia Ingalls (nell'ultima rimane solo Laura), decretò un netto calo dell'audience, che portò a una chiusura brusca e forzosa della serie. Peccato.
MEMORABILE: Le vicissitudini di Mary Ingalls, dall'improvvisa cecità in poi.
Un western intimista... La famiglia stereotipo-buonista: belli ma poveri, sfortunati ma buoni d'animo, contrapposta a una famiglia di commercianti brutti e avidi (marito a parte). All'inizio è piacevole, le parti migliori in realtà sono le poche avventurose, senza piagnistei e disgrazie personali. La noia sopraggiunge quando i commercianti adottano una bambina che è tale e quale la figlia (voce inclusa) per ripetere il giochetto della viziata e antipatica che infastidisce gli Ingalls. Insomma, un telefilm che in fondo ha poche idee.
Liberamente tratto dalle novelle di Laura Engalls, a loro volta liberamente autobiografiche, è un prodotto televisivo che ebbe un grande successo in un’America post-hippie che si era riavvicinata alle proprie radici. Prodotto "buono" che non può che avere presa sui ragazzi. Come non innamorarsi dell'angelica Mary? Come non desiderare un padre forte e giusto come Charles? Ogni carattere, nel bene e nel male, è felicemente definito. Una storia di pionieri soli contro la natura, il peccato e a volte anche il governo. I nativi invece sono già minoranza, da assorbire, americanizzare.
MEMORABILE: Il finto funerale; La bimba zoppa; La campana; I capelli di Ginny; I messaggi in bottiglia di Anna; La cecità di Mary; La violenza a Sylvia.
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DiscussioneZender • 6/05/25 15:17 Capo scrivano - 49107 interventi
Ma quanti altri sono quindi? Naturalmente mi garantisci che non sono testi copincollati...
Mi sono ricordato solo ora di altri quattro attori famosi, gli ultimi, aggiunti in fondo. Ah, per quanto riguarda l'ultima segnalazione in Beckett invece?
Sean Penn, 1960, come detto figlio del regista Leo, è una giovane comparsa in due puntate della prima serie: "La voce di Tinker Jones" e "L'agronomo", tra il 1974 e il 1975.
La voce di TinkerJones (St. 1, Ep. 11)
L'agronomo (St. 1, Ep. 21)
DiscussioneZender • 7/05/25 17:28 Capo scrivano - 49107 interventi
Natron ebbe a dire:
Mi sono ricordato solo ora di altri quattro attori famosi, gli ultimi, aggiunti in fondo. Ah, per quanto riguarda l'ultima segnalazione in Beckett invece?
Quella di Beckett non l'avevo proprio vista, ogni tanto qualche post mi sfugge per insondabili motivi. in questi casi chiamami lì con l'apposita chiamata. Però il link di streetview va sempre messo, quello che avevi messo era una foto di un utente. Adesso aggiungo.
La foto di un utente? Mi pareva di averlo preso dalla linea blu di sw il link.
Huck finn ebbe a dire:
Natron ebbe a dire:
Sean Penn, 1960, come detto figlio del regista Leo, è una giovane comparsa in due puntate della prima serie: "La voce di Tinker Jones" e "L'agronomo", tra il 1974 e il 1975.
La voce di TinkerJones (St. 1, Ep. 11)
L'agronomo (St. 1, Ep. 21)
Proprio lui. Non gli hanno nemmeno cambiato la camicia poverino