Note: Aka "La casa di Ctulhu" o "La casa di Chtulhu", aka "Cthulhu mansion" o "Black magic mansion". Alcune guide erroneamente lo segnalano come facente parte della serie "Film per non dormire". Ovviamente è di molto precedente e nulla c'entra.
Horror a buon mercato dello spagnolo Jean-Piquer Simon, specializzato in Z-movies che naturalmente non si smentisce dirigendo una modestissima riduzione da Lovecraft. Un gruppo di giovinastri spacciatori, dopo uno scontro a fuoco con la polizia al luna park, sale sull'auto di un illusionista e minacciandolo si fa accompagnare nella di lui casa dove vive con la figlia. La casa è la cthulhu mansion del titolo, in cui nel periodo in cui i ragazzacci (due maschi e due femmine) rimarranno lì tenendo in ostaggio il mago, la figlia e l'assistente di scena del mago, capiterà un po’ di tutto, sempre all'insegna del low-budget estremo: mostri che escono dai frigoriferi,...Leggi tutto mutazioni facciali degne di Arcimboldo, sangue al posto dell'acqua corrente nella doccia (ma che straordinaria novità...), fumi minacciosi da dietro le porte, oggetti che volano in aria da soli: una vera Cthulhu mansion insomma, abitata da spiriti ben poco terrificanti che naturalmente muovono al sorriso. I giovinastri gridano, scappano ma nel contempo devono tenere d'occhio i loro ostaggi: il mago parla poco e fa ancor meno, il suo assistente tace, la figlia si dà un po' da fare per tener vivo un film che ha come prevedibile ben poco da ricordare. Diciamo pure niente. Negli Ottanta se ne sfornavano a decine, di horror simili...
Blando filmettino horror che richiama nel titolo il grande scrittore americano senza però avere niente da spartire con lui. Trattasi di palese caso di specchietto per le allodole caratterizzato da poche idee, poca tensione e pochi momenti riusciti. Il regista è lo stesso di Slugs, che al confronto è più riuscito e divertente.
All'interno di un luna park una banda di teppisti deruba (ed uccide) uno spacciatore finendo per rintanarsi nella casa di un prestigiatore, in realtà dotato di poteri occulti grazie all'utilizzo di un manuale satanico. Pur essendo valido esemplare di prodotto realizzato a basso budget, Cthulhu Mansion può contare su un ritmato secondo tempo all'interno della magione furbescamente chiamata Cthulhu, come i leggendari miti lovecraftiani, da cui l'associazione -impropria- agli scritti del solitario di Providence. Non è ben recitato, però il film ha un suo perché e qualche effetto è pure riuscito.
MEMORABILE: Le gigantesche mani uscite dal frigorifero e la metamorfosi del ragazzo ferito alla gamba.
In attesa di una querela di Cthulhu, prendiamo atto che, a priori, è impossibile dire se un film deriva da Lovecraft o meno: il nome del Maestro o delle sue creature viene speso ormai solo per richiamare qualche malcapitato (fra cui il sottoscritto). Film fatto di niente, assolutamente incapace di alzarsi dal nadir di una ovvietà di situazioni e soluzioni. Attori sbiaditi sino all'invisibilità attoriale, effetti horror risibili, ritmo sonnacchioso. Acqua fresca, insomma.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: di riferimenti lovecraftiani c'è poco o nulla. Detto questo, ci troviamo di fronte a un horror che si rifà palesemente al decennio precedente, con una serie di personaggi stereotipati rinchiusi in una villa infestata da demoni di ogni tipo, in un gioco al massacro che riserva creature di diverse conformazioni, qualche scena splatter e tanti cliché del genere. Il regista riesce comunque a tenere alta l'attenzione grazie alla cospicua dose di sangue e mostri nonchè agli SPFX; horror in stile 80s senza pretese, tutto sommato abbastanza divertente.
Horror all'altezza della sua pessima nomea, con un'ennesima riproposizione della base narrativa di Ore disperate e in aggiunta mostri che piombano senza troppo criterio. Tecnicamente di livello neppure tremendo e con interni dall'arredamento piuttosto curato, ma il tono semiserio tipico di quel teen horror anni Novanta ormai giunto alla deriva distrugge anche quel poco di buono rintracciabile a livello visivo. La sorpresina finale non riesce a salvare l'insalvabile. Su una simile base narrativa, un piccolo film come il nostrano La casa nel tempo appare anni luce superiore.
NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Non è certo titolo memorabile, però ha un suo ritmo e un secondo tempo (classicamente realizzato sfruttando i cliché della casa infestata) che tiene incollati allo schermo.
Il rimando al mito lovecraftiano di Cthulhu è solo nel titolo che si riferisce, in questo caso, al nome della casa di un prestigiatore con poteri acquisiti mediante l'uso di un manuale esoterico.
La manifestazione finale, il libro, la cosa "dietro la soglia" giustificano, però, in parte associazioni (pur lievi) a Lovecraft.
Da noi uscì direttamente in VHS per la rinomata etichetta Medusa, con titolo internazionale ed un doppiaggio mediocre.
Dello spagnolo Juan Piquer Simón (sui titoli di testa del film è accreditato come J.P. Simon, senz'accento sulla o) ci sono poche pellicole da ricordare: una è quella citata da Cotola (Slugs) e l'altra è il truce Pieces (da noi disponibile anche in DVD) che resta impresso più che altro per due elementi che lo legano al Rosso sangue di Massaccesi, ovvero una colonna sonora prelevata - di peso - dallo slasher di Joe D'Amato e la presenza di Edmund Purdom.
Ad un certo punto del film è presente una citazione a Shining: una macchina da scrivere, animata da forze spettrali, riporta su un foglio, senza mai fermarsi, il nome di Leonor, moglie deceduta dell'illusionista.