La spudoratezza con cui questo giovane regista dal cognome impronunciabile (Karbelnikoff) copia i grandi gangster-movie alla Scorsese/Coppola è quasi imbarazzante. Soprattutto Francis Ford Coppola dovrebbe offendersi per lo scoperto plagio attuato ai suoi danni. Bastano poche immagini e immediatamente ritroviamo la fotografia super patinata del PADRINO. Gli stessi interni, gli stessi personaggi, lo stesso sfolgorante sfavillio luccicante dell'ebano chiaro di tavoli e scrivanie. Karbelnikoff viene dal mondo del videoclip e si vede: ogni immagine è curata fino all'ultimo dettaglio, quasi come fosse parte di un brevissimo cortometraggio che deve...Leggi tutto concentrare in pochi minuti sequenze dal forte impatto. Virtuosismi a catena, giochi di luce fantastici, chiaroscuri e colori caldi che avvolgono e, dulcis in fundo, l'immancabile inondazione di sangue. Prodotto studiato a tavolino per non deludere i fan, insomma. Purtroppo però, quando si ricalca uno stile senza aggiungere nemmeno un pizzico di personalità, il gioco comincia presto a stancare. La storia appare secondaria, viene inghiottita dal gorgo multiforme dell'immagine iperrealista, cosicché il pur ottimo Christian Slater (ma sentirlo doppiato in siciliano è davvero ridicolo) non ha modo di brillare come potrebbe. Il Lucky Luciano da lui interpretato passa attraverso le solite traversie da gangster senza incidere, coadiuvato dal suo gruppo di “nuovi eroi” del crimine. Finale stranamente lieto per i “cattivi”, ma non basta a far risorgere THE EVIL EMPIRE dal mare magnum delle imitazioni. Però che fotografia, che inseguimenti, che movimenti di macchina! Questi nuovi geni del videoclip (vedi Proyas) hanno un talento...
Kabelnikoff passa dal desco e fa scarpetta nei piatti di Leone e Coppola; novello Frankenstein, assembla un film sezionando frame di varie pellicole. Stante lo sfoggio d'una techné che non mostra i fianchi neanche dopo due decenni, l'impero è semmai quello della lacca. Slater – ma un po' tutti – fanno a gara a chi smorfia di più ed a chi usa più gel la mattina, con l'effetto (in/volontario?) d'assomigliare a una metafora yuppata del crimine organizzato. Il dogma lombrosiano ne esce malconcio.
Nonostante un buon cast, con Murray Abraham e Anthony Quinn, il film appare più che altro come una bieca copia del Padrino ricordando anche Gli intoccabili. Solita lotta tra bande, accenti vari di stampo italo-americano, scene scontatissime e nulla di originale. Certo, trattandosi del solito argomento era difficile elaborare qualcosa di insolito, ma di certo ci si poteva sforzare di più. Luca Ward doppia Christian Slater, ancora imberbe in fatto di cinema. Il film merita una visione ma nulla più.
Patrick Dempsey HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneZender • 23/11/12 14:03 Capo scrivano - 48956 interventi
Mah, mai sentito chiamare così, però evidentemente uscì al cinema con quel titolo. Cambiato.