Wolfgang Petersen è, assieme a Roland Emmerich, l’esempio lampante di come i registi tedeschi “da cassetta” per sfondare a Hollywood riescano a girare film ancora più americani degli stessi americani. In OUTBREAK c’è un tale abuso di stereotipi da far impallidire i peggiori mestieranti del campo. Evidentemente, con un cast zeppo di grandi nomi (Dustin Hoffman, Rene Russo, Morgan Freeman, Donald Sutherland, Kevin Spacey, Cuba Gooding Jr.) la produzione non ha voluto rischiare, proponendoci un thriller fantapolitico che pesca nei luoghi comuni del genere per offrire spettacolo a buon mercato e una massiccia dose di prevedibilità. Ritroviamo i soliti militari senza scrupoli (ben rappresentati...Leggi tutto dallo specialista Sutherland, che aveva appena interpretato un ruolo identico in IL TERRORE DALLA SESTA LUNA) che per salvaguardare un loro potentissimo virus studiato per la guerra batteriologica non si farebbero problemi a sterminare interi paesi, ci sono i due specialisti in virus (Hoffman e la Russo) sull'orlo del divorzio riuniti dalla catastrofe incombente, c’è il loro responsabile (Morgan Freeman) indeciso se seguire i buoni o i cattivi e altri personaggi facilmente rintracciabili in altri “tipi” caratteristici del genere. La prima metà del film è anche ben costruita, coinvolgente; poi, dall'espandersi del virus in avanti, sono tutte scene già viste e meglio affrontate (in ANDROMEDA, LA CITTA’ VERRA’ DISTRUTTA ALL’ALBA...). Scontato il finale, addirittura patetico. In ogni caso, pur essendo un “blockbuster” eccessivamente prolisso (più di due ore) è se non altro piuttosto fluido.
Proposto prendendo spunto dalle devastanti epidemie del virus ebola Virus Letale, si regge in piedi grazie alla curata fattura e agli attori che diligentemente recitano. Belle le scene nelle camere sterili e la scimmietta... Poi però ci si accorge che dopo tre quarti di film il regista e gli sceneggiatori ci portano al solito finale rassicurante quanto prevedibile facendo precipitare questo film nella massa dei preconfezionati senz'anima. Film che, comunque, si guarda piacevolmente.
Discreto film di Wolfang Petersen che cavalca abilmente l'onda della paura (altamente attuale) di una epidemia devastante dovuta ad un virus mortale. Il film è diligentemente girato, rispettando i canoni dei blockbuster hollywodiani ma senza grandi impennate registiche. Alcune scene (quelle ambientate nel villaggio devastato dalla malattia) sono di grande impatto. Gran parte del merito della riuscita del film va al cast con nomi di assoluto prestigio e bravura come Dustin Hoffman e Morgan Freeman.
Filmone di cassetta che unisce ai nomi (veramente eccellenti) del cast di attori una storia e una regia che più hollywoodiani di così non si può. Come è lecito aspettarsi da questo genere di pellicole, non c'è nulla di nuovo e anche se per un po' di tempo la tensione cresce e il ritmo regge, tutto finisce per collassare in un finale prevedibilissimo ma poco convincente. Buona (e ci mancherebbe) la prova degli attori. Vedibile ma anche evitabile.
Dimenticabile film catastrofico dove la vera sovrana è la noia. Se l'inizio era degno di nota non cosi è il proseguio della scena, messo blandamente in immagini da Petersen. E al film non giova neanche la dose massiccia di star presenti. Hoffman è fuori parte; Rene Russo non sa che pesci prendere; Gooding Jr pensa ad altro e Freeman e Spacey ci mettono
il mestiere. Sutherland infine, nel ruolo del Generale psicopatico, è veramente pessimo.
Attori tutti sopra le righe, una sceneggiatura imbastita per spaventare (ci riesce poco), nata per cavalcare l'onda del virus Ebola comparso in quel periodo (qui lo chiamano Motaba) e un tentativo quasi per nulla riuscito di creare suspence con tute rotte, scimmia in fuga e inconsapevoli contagiati (anche se i sintomi sono così devastanti da non lasciare dubbi). Insomma, questa pellicola fa parecchia acqua e il finale è quasi ridicolo (con discorso in aria). Si può vedere, ma i luoghi comuni si sprecano e l'arrosto è davvero poco.
MEMORABILE: La gente al cinema ride, spargendo il virus che, imprigionato nelle micro gocce di saliva, infetta tutti.
Film del genere catastrofico con venature thriller ma di poca consistenza. Dustin Hoffman sembra svolgere il compitino e chi gli ruota intorno non ha la forza per risollevare il film (nonostante un cast di tutto rispetto), a cominciare dalla Russo. Regia anonima.
Petersen dirige un buon film catastrofico, con un cast hollywodiano che si impegna in modo più che sufficiente. Convincenti René Russo, Freeman e Sutherland. Discreta tensione nel finale, anche se però i soliti cliche che il genere ha preso negli anni 90' rimangono. Vedibile ma nulla di più.
Agli statunitensi la catastrofe piace, è innegabile e ben ci sguazzano dentro; ma spesso, come qui appunto, finisco per rimanerne invischiati, sopratutto causa sottotrame d'amore che si potrebbero evitare. Hoffman, ma sarebbe potuto esser chiunque, non lascia segni di sè, lo stesso dicasi per gli altri. Si ricorda, forse, più per piccoli episodi di quotidiana idiozia, cause di contagio, che per la bellezza in sè. Possiamo evitarcelo!
Cittadina americana viene isolata per via di un contagio misterioso. Dietro c'è il complotto. Strano film, categoria "film dde ggente che s'ammala". Avrebbe tutto del B-movie tranne regista, mezzi produttivi e, soprattutto, un supercast che levati. La storia è arci-risaputa, ma gli interpreti tutto sommato si impegnano e, per una serata di evasione, può valere la pena. Morgan Freeman evidentemente a disagio nella parte del cattivo (infatti poi...).
Ad essere fantascientifica non è la rappresentazione del disastro causato dal virus (secondo gli esperti nel salto di specie dell'aviaria nell'uomo le conseguenze saranno più o meno queste) ma il come Hoffman riesca a sbrogliare la matassa. Dustin ce la mette tutta nel rendere credibile quello che fa ma vederlo rubare elicotteri militari, atterrare "alla Rambo" su un mercantile, invadere indisturbato uno studio tv e ripescare la scimmia infetta in mezzo al bosco è veramente troppo. A tutto c'è un limite. Molto dentro la sua cinica parte Sutherland.
Piatto thriller fantascientifico caratterizzato da una sceneggiatura molto usuale a causa della quale il ritmo del film è piuttosto basso e non riesce mai a vincere davvero lo spettatore. Per il resto la confezione è appena sufficiente ma certo non basta a farne un buon film. Andamento (finale compreso) del tutto scontato.
Blockbuster-virus-movie che avrebbe dovuto chiamarsi "Noia letale". Trama scontata, scene d'azione da telefilm scadente ed attori che, nonostante i nomi altisonanti, non riescono a far salire il film nemmeno di un gradino. Hoffman da dimenticare, Sutherland di una cattiveria quasi patetica e un Morgan Freeman che sprigiona moralismo da tutte le parti. Da dimenticare.
Tenuto conto del cast questo film avrebbe dovuto fare fuoco e fiamme, invece si dimostra nettamente inferiore alle attese. Il ritmo diventa serrato solo negli ultimi 30 minuti, mentre prima si mantiene su livelli assai più "di crociera". Hoffman corre come un centometrista in lungo e in largo impegnandosi al massimo, ma non è questa la sua migliore interpretazione. Spacey e Gooding Jr. sono sicuramente le note piacevoli assieme a Sutherland. Il ruolo ambiguo di Freeman, assai complesso, è sbrigato col solido mestiere del bravo attore. **1/2
Disaster movie sul tema del contagio, ben girato da Petersen, che riesce a dare molto ritmo a una storia che ne prometteva ben poco. Oltre a una trama abbastanza interessante e a qualche bel momento action (c'è un bell'inseguimento di elicotteri) si può ammirare un cast davvero eccezionale: Hoffman è l'eroe della situazione, ma oltre a lui ci sono degli ottimi Freeman, Sutherland e un insolitamente positivo Spacey. Buono.
Blockbuster di certo richiamo, dotato di cast stellare e di una storia che, sulla carta, poteva dare parecchie soddisfazioni. Effettivamente l’inizio non è dei peggiori, dopodiché iniziano a presentarsi le prime avvisaglie di americanata, con improbabilità a non finire e dialoghi talmente deliranti da sfiorare la parodia. Tra gli attori colui il quale ho maggiormente apprezzato è Sutherland, more solito perfetto come cattivo tutto d’un pezzo. Quantomeno (sebbene involontariamente) spesso riesce a stimolare il sorriso.
Non si chiama ebola ma ne é parente stretto questo nuovo virus che arriva negli USA nel corpo di un'innocente cappuccina importata illegalmente: il cassandro colonnello Hoffman cerca di mettere in guardia dalla sua estrema pericolosità, ma Freemam versione bastardo nicchia perché ricattato da Sutherland, più bastardo di lui. Se a questi aggiungiamo Spacey caustico e Gooding jr.asso volante, ecco un cast extra-lusso sprecato per un film medical-catastrofico ipertrofico, stereotipato nel disegno dei personaggi, inattendibile in alcuni snodi fondamentali, tronfio nella colonna sonora. Perdibile.
Disaster-movie che pur non dicendo niente di nuovo lo dice molto bene, grazie a un notevole impiego di mezzi (spettacolari le scene in elicottero) e un cast di altissimo livello a partire da un giovanissimo Dempsey, primo contagiato del film, fino al generale "cattivo" Sutherland (i suoi scontri con Freeman sono scuola di cinema). Spacey è nel suo periodo d'oro (è lo stesso anno di Seven e dei Soliti sospetti). La storia è credibile, fatta eccezione per un finale forse un po' sbrigativo e la regia pur senza acrobazie è gradevole. Buon film.
MEMORABILE: La scimmietta che torna da sola nella gabbia; L'inseguimento finale in volo.
Uscito in un periodo in cui si registrò una recrudescenza del virus Ebola per via di una mutazione del virus, è purtroppo ancora attualissimo. Petersen dà una interessante lettura di cosa succederebbe se scoppiasse una violenta pandemia e quali armi avremmo per combatterla. "Soluzione finale" compresa nel prezzo. Ottimo il cast e discreta la tensione, anche se il finale retorico e buonista poteva tranquillamente essere evitato. Difficile pensare a un generale che si ribella a un superiore. Peccato per la confezione, che ricorda un film-TV.
Un terrificate virus sfugge al controllo dei militari e infetta una pacifica cittadina americana che viene messa prontamente in quarantena. Bello ma non bellissimo questo thriller pandemico che, nonostante una cast stellare, stenta a decollare e anche quando ci riesce lo fa con molta turbolenza. Il difetto principale forse è quello di essere troppo lungo: sembra infatti che il regista abbia cercato di allungare il brodo, di conseguenza i punti morti e superflui sono diversi. Resta comunque un film piacevole che si fa vedere senza problemi.
Intenso fanta-thriller che mescola con notevole gusto per l'intrattenimento contagi da horror virulento (l'origine scimmiesca ispirerà 28 giorni dopo), complotti militari e improbabili (ma divertenti) momenti action. La prima parte è un po' lenta e l'ultima eccede con le dinamiche fumettistiche (l'inseguimento fra elicotteri), ma la tranche di mezzo si rivela una folta selezione di sequenze crude (ovviamente negli standard del cinema mainstream), con efficaci attimi di suspense e un clima di opprimente, devastante catastrofe. Regale il cast.
MEMORABILE: I dettagli sulle goccioline di saliva infetta che si intrufolano nella bocca di un malcapitato; Gli occhi sanguinanti; La tuta di Spacey si rompe.
Film catastrofico, purtroppo non solo per il tipo di trama (di sicuro impatto terrifico, trattandosi di un virus simil-Ebola che fa rapido scempio di chi lo contrae). A cosa serve impiegare un cast stellare per destinarlo a ruoli che più stereotipati non si può (il protagonista con turbe sentimentali, il potente malvagio, l'uomo dalla morale in bilico...)? Perché infarcire con intrighi e giochi di potere tipicamente "americani" fra buoni e cattivi una storia che già di suo avrebbe intrattenuto a sufficienza? Il risultato finale è inverosimile e, specie nel finale, un po' ridicolo.
MEMORABILE: L'incipit con bombardamento; L'infetto al cinema.
Cast e registi stellari per un tipico "disaster movie" americano di anni '90. Per carità, tutto sommato è scritto bene e si lascia guardare per due ore senza grossi patemi, ma è talmente pieno di cliché che persino Dustin Hoffmann, a tratti, sembra insofferente nel ruolo del classico dottore geniale nel lavoro e disastroso nella vita. Certo, viste le premesse ci si poteva attendere qualcosa in più, ma tutto sommato "Virus letale" intrattiene senza grosse pretese, benché stereotipato oltre l'immaginabile. Ma va bene così.
Un action-thriller da cassetta che tuttavia si lascia apprezzare pienamente per via del suo cast stellare e la buona regia. Una prima parte più gialla cede il passo a una seconda decisamente più action, ma il ritmo rimane e con esso l'attrattiva. Si può dire che i cliché non mancano, a partire dal solito triangolo esercito-scienza-etica per poi finire con la coppia riunita. Neppure le varie "americanate" sono esenti e il finale sa di stantio, tuttavia il film conserva il suo fascino. Se si pensa alla pandemia appena trascorsa forse lo si guarda con occhi un po' diversi.
MEMORABILE: La recitazione di Hoffman e Sutherland; Un giovanissimo Dempsey.
Il cinema rullo compressore di Petersen, impegnato altrove in riletture storiche più o meno "fantastiche", incontra qui un racconto tra cronaca e vaticinio, capace per larghi tratti di appassionare e coinvolgere. Così, al di là dei dati scientifici ed epidemiologici (tutti a favore dell'affabulazione fracassona del genere), la sezione "introduttiva" del film compendia spettacolarità e istilla inquietudine, mettendo a frutto cast, stilemi "horror", baruffe familiari e contrapposizioni esiziali (esercito contro scienza), cedendo nel finale - ahinoi - all'action esplosiva e assurda.
MEMORABILE: Il graffio della scimmietta nel negozio di animali; Le goccioline si propagano nel cinema; Gli scatti d'ira di Hoffman.
Un cast stellare (con Hoffman in evidenza) e un'evidente dotazione di mezzi, non bastano per rendere memorabile il film. Nonostante il buon ritmo e qualche scena riuscita, alla fine il tutto risulta piuttosto banale, scontato e un po’ improbabile. Il tema del virus che piomba in occidente e che apre il conflitto tra buoni e cattivi, non è nuovo e qui segue una dinamica priva di colpi di scena efficaci, fino a giungere a un finale che probabilmente ci si poteva aspettare fin dall’inizio, o quasi. Troppo poche le cose nascoste e troppo semplice giungere ai risultati ottenuti.
MEMORABILE: La prima visita al villaggio contagiato; Il tentativo di fuga dalla città, "sedato" dagli elicotteri militari.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Il ruolo di Hoffman venne originariamente scritto per Harrison Ford.
CuriositàDaniela • 5/07/18 21:52 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Nel film il virus è introdotto in America da una scimmia cappuccina importata illegalmente dall'Africa ma questo tipo di primate vive unicamente nell'America latina.