Se tendenzialmente va classificato come una commedia nera, di fatto è un intrigante mix di generi, visti anche i risvolti drammatici e i momenti pulp, oltre al tema delle arti marziali; una sorta di presa in giro di Karate kid e affini che serve per una riflessione sulla violenza e sul machismo, con i gustosi slanci umoristici quasi di sapore inglese che ben si mischiano alla sottotrama noir. Bravo Eisenberg ma anche meglio Nivola; l'ultima parte devia un po' troppo verso il macchiettistico e il grottesco ma ha comunque una buona conclusione.
Una dark comedy indipendente alquanto sbilanciata che si regge in parte sul citazionismo "fight club" (violenza che nutre altra violenza fino ad autogenerarsi senza ragione). Imbarazzante storia di un perennemente inadeguato nerd (Eisenberg) che, dopo un pestaggio, cerca una strategia di difesa scoprendo (casualmente?) un dojo dove verrà introdotto nel sottobosco di un "club" di karate. Alcuni passaggi cruenti anche se ben rappresentati lasciano tuttavia impassibili, poiché azzardano uno humor criptico e di difficile presa. Un'occasione sprecata.
MEMORABILE: La galleria di gente fuori di testa; Casey: dal bassotto al feroce pastore tedesco; "Non è un'arte per donne"; La vendetta spicciativa.
Dopo un brutale pestaggio da parte di una banda di bulli motorizzati, un mite impiegato si iscrive a una scuola di arti marziali in cui il maestro ha un concetto molto particolare della "difesa personale"... Commedia nera che, dopo un inizio alla Fight club in surplace, vira in modo non inaspettato ma comunque ben gestito verso i territori del grottesco e dell'humor nero per approdare a un'ironica lezione: "Se giocando non rispetti le regole, non stupirti se il tuo avversario farà altrettanto". Gustosa la galleria dei personaggi (cani compresi), funzionali le prove del cast.
MEMORABILE: Le cinture colorate "utili anche per tenere su i pantaloni"; Dal bassotto al cane lupo; Indiana Jones; La foto del bassotto appesa al muro.
Una dark comedy dal clima surreale che prende in giro la recente passione tanto di moda di seguire corsi di auto-difesa. Può sembrare grottesco ma in alcuni casi davvero si trovano istruttori e allievi fuori di testa come rappresentati in questa pellicola. Ancora una buona prova di Eisenberg che per l'ennesima volta sceglie di impersonare un personaggio surreale e per molti versi alienato; valida anche quella di Nivola e del resto del cast. Peccato che alla fine l'operazione convinca appieno e che la sceneggiatura sembri un po' tirata per la giacchetta.
Quando il recuperato onore verso se stessi diventa occlusione idolatrica, la disciplina una subdola setta a prova di deprogrammazione, la dignità sinonimo di ritorsione, è uno snap passare da Karate kid a karate kills, da arte marziale a marziana da un istruttore alieno psico-colonialista. L'idea è una robusta fune tirata e contesa di continuo da forze drammaturgiche contrapposte (la risata anti-fanatica, la tentazione dell'incubo) fino a spezzarsi creando stallo fruitivo. Riguadagna punti nel suo agnitivo quarto finale, che ha però il pronunciato sapore di un salvataggio in angolo.
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DiscussioneKinodrop • 14/03/20 18:13 Contratto a progetto - 131 interventi
Ciao Zender, ho appena notato di aver inserito la scheda di questo film, già commentato da Herrkinski (the art of self-defense). Chiedo scusa per la svista, un saluto a presto Kinodrop.
DiscussioneZender • 14/03/20 18:29 Capo scrivano - 47182 interventi
OK, Kinodrop, sbagliare si può tutti va da sé, però sappi che conviene (sia a te che inserisci che a me che correggo) controllare se un film già esiste verificando prima il titolo originale e poi il regista. Mai fidarsi di una verifica sola (se poi quella verifica è il titolo italiano è la più inaffidabile di tutte visto che spesso il titolo italiano glielo appioppano dopo che noi abbiamo già inserito il film).