Ju-On - Rancore - Film (2002)

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Ju-On - Rancore
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Ju-on - The grudge
Anno: 2002
Genere: horror (colore)
Note: Aka "Ju On Rancore" o "The grudge". Remake dei due film straight to video con lo stesso titolo.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Capire fino in fondo un film fantastico giapponese è sempre un'impresa; quando poi sconfina nel metafisico e gioca tarantinianamente con l'esatta cronologia degli eventi come in questo caso è ancora più arduo. Aggiungete che i visi dei giapponesi a noi occidentali paiono tutti uguali (e ricordare i nomi non è esattamente semplice) e capirete a cosa si va incontro. JU-ON (il titolo giapponese fa riferimento a un tipo di maledizione particolare trasmissibile) è la trasposizione cinematografica dei due film omonimi per la TV di enorme successo diretti sempre da Takashi Shimizu. Un horror pervaso da un senso di angoscia crescente, abitato da fantasmi dal make-up...Leggi tutto semplice quanto efficace (un pallore cadaverico e occhi marcati di nero), che appaiono un po' ovunque nella casa protagonista ai più svariati inquilini terrorizzandoli a morte: bambini che si muovono negli armadi, donne che scendono le scale strisciando, ombre tridimensionali che si materializzano sugli specchi e i videotape... C’è di che spaventarci, se non si cade nel tranello di sorridere di fronte all’assurdità di alcune situazioni e dei trucchi, che possono apparire un po' ingenui allo spettatore più smaliziato. Purtroppo, a fronte delle improvvise aperture spettacolari in cui la sensibilità e l'arte del regista convincono appieno, JU-ON deve scontare una lentezza disarmante, un ritmo soporifero che è troppo spesso caratteristica del cinema giapponese. Inoltre le apparizioni spettrali vengono immerse solo saltuariamente nella giusta luce, sovente sono inserite in un contesto architettonico moderno che stride un po' con l'ambizioso progetto del regista.

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G.Godardi 20/03/07 16:55 - 950 commenti

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Forte del successo ottenuto in tv, ma anche con la complicità dei riscontri ottenuti da Ringu, approda finalmente sul grande schermo la saga di Ju-On. Non è un remake dei due episodi tv, ma una sua continuazione nel tempo. Richiede la loro visione preventiva per essere compreso sino in fondo. Anche qui allo spettatore(specie quello occidentale) è richiesto il massimo grado di attenzione. Rigorosa costruzione ellittica e atemporale. Spaventi ottenuti tramite giochi d'ombre, rumori e sonoro. Meglio di Ringu.

Sadako 20/03/07 18:59 - 177 commenti

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Seguito ma non copia del film-tv in due episodi diretto sempre da Shimizu (tutto quello che rigaurda Ju-on sembra avere a che fare solo con questo regista). Un film a episodi, come la versione tv, ma dall'andamento non lineare e con continui riferimenti tra i vari segmenti, che diverranno chiari solo a pellicola conclusa. Mancano dei dettagli rispetto al film-tv, ma non se ne sente la mancanza. Kayako e Toshio, i due fantasmi, spaventano bene anche senza l'utilizzo di troppi effetti speciali.

Undying 11/06/07 16:25 - 3807 commenti

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Copia-incolla della serie televisiva con omonimo titolo, che vedrà Takashi Shimizu ripetera ad nauseam la vicenda della famiglia sterminata (moglie, figlio... gatto compreso) la cui pulsione alla vendetta (post-mortem) impregna la casa di rancore. Questa risulta la migliore versione in assoluto (compresi sequel nipponici e remake varii) per la struttura narrativa a-temporale e per l'efficacia di alcuni segmenti (quello delle studentesse, ad esempio) avvalorati da un doppiaggio (il lamento d'astio del fantasma femminile) da pelle d'oca...

Lercio 8/09/07 00:02 - 232 commenti

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Una perfetta macchina del terrore che si serve di pochissime location; anzi, dà il meglio sempre all'interno della stessa casa. Il climax di terrore è esaltato dall'assenza di musiche, da un'atmosfera quasi onirica pronta ad infrangersi su sequenze terrificanti ma mai improvvise. Si infrangono i canoni dell'horror classico con una serie di siparietti, passatemi il termine, che vanno a scavare tra le paure ancestrali, ma domestiche, di ognuno. Shimizu gioca con la semplicità e colpice nel segno.

Deepred89 6/03/08 13:26 - 3701 commenti

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Sopravvalutatissimo. La storia è esilissima, lentissima e senza nessuna sorpresa. I personaggi in alcuni punti girano per la casa senza parlare per vari minuti, mentre la regia cerca inultimente di trasmettere tensione. Le scene "di paura" non solo sono banalissime e copiate da altri film, ma finiscono per risultare in alcuni punti quasi ridicole, nonostante i buoni effetti sonori. La fotografia non è un granchè, gli attori neanche e gli effetti speciali sono dozzinali. Una noia mortale.

Ammiraglio 12/01/09 15:11 - 150 commenti

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Da amante del genere "jappo-horror" non posso però che rilevare la bruttezza di questo Ju-on. Particolarmente lento e con assoluta assenza di parti interessanti, vedere questo film assomiglia a una lenta agonia. Forse il titolo "rancore" si riferische a quello che lo spettatore prova verso gli autori, per aver perduto 90 minuti della propria vita. Sicuramente il peggiore film di questo genere mai visto.

Supercruel 26/01/09 21:57 - 498 commenti

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Uno degli horror più sopravvalutati degli ultimi anni. Il ritmo è lentissimo e che non si parli di "costruzione della tensione", perché qui siamo più vicini al vuoto pneumatico. Il bimbetto è anche inquietante, ma i momenti di tensione sono sparutissimi e poco convincenti. Il materiale narrativo, al massimo, poteva essere buono per un cortometraggio. Tediosissimo.

Daniela 10/10/09 22:30 - 12606 commenti

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Due palle (e anche meno pallini). Struttura a capitoli, con salti temporali, all'interno dei quali si ripete più o meno lo stesso svolgimento, con un effetto di ripetività che ammazza ogni sviluppo drammatico. Qualche cosa buona c'è - ad esempio, gli effetti sonori (in particolare, una specie di gracchio gorgogliante) - ma galleggia in un mare di noia, insieme a faccie infarinate, lunghi capelli neri, bimbi strambi, scolarette in divisa con minigonna e calzettoni, donne che strisciano a gambero, foto inquietanti ecc. Molto sopravvalutato.
MEMORABILE: Non è una buona idea usare una sedia a contrasto per bloccare una porta, se la porta è scorrevole e fatta di carta velina

Metuant 18/01/10 22:29 - 456 commenti

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Molto complesso e quindi non facile da seguire, data la struttura a punti di vista alternati e la difficoltà a distinguere tutti i personaggi che tendono ad assomigliarsi; eppure il suo unico obiettivo è quello di far paura e ci riesce, colmando le lacune di una narrazione a tratti un po'caotica. Perfino chi è avvezzo ai cosiddetti j-horror godrà di qualche sano momento di adrenalina in questa pellicola che, pur non essendo perfetta, centra comunque il bersaglio che si prefigge.
MEMORABILE: Il verso della donna morta; il volto nella telecamera.

Rebis 17/01/10 18:18 - 2331 commenti

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Ju-on è già vecchio. Tolta la rappresentazione inedita dell’orrore (per noi occidentali…) e le bizzarrie espressive (che derivano per lo più da una concezione tutta orientale del racconto) il film è ripetitivo e monotono, giacché l’evento traumatico che genera la spirale di morte è scarsamente significativo: la mancanza (intenzionale) di una giustificazione virale precipita la pletora di spauracchi nell’infantilismo e nel ridicolo. La complicata struttura a incastro non giova a incrementare l’interesse ma, semmai, appesantisce le immagini di una pretestuosa zavorra metanarrativa.

Takashi Shimizu HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Ju-On (tv)Spazio vuotoLocandina Ju-On 2 (tv)Spazio vuotoLocandina Ju-On 2 - La maledizioneSpazio vuotoLocandina The grudge

Greymouser 3/06/10 18:49 - 1458 commenti

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Se visto a posteriori, dopo cioè aver avuto a che fare con gli innumerevoli cloni, figli e figliastri di "ju-on", capisco i giudizi negativi e le sensazioni di tedio. Eppure questo film è stato innovativo, non facile ma suggestivo, angosciante e realmente spaventoso. Se la valutazione deve storicizzarsi, e riferirsi quindi al contesto e allo stato cinematografico della sua uscita, "Ju-on" è un capolavoro di genere. Poi ci siamo abbuffati di lunghe chiome nere e bimbetti imbiancati; ma diamo il giusto merito a Shimizu.

Macguffin 16/12/10 11:20 - 124 commenti

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Un po' ripetitivo negli eventi e astruso nella struttura temporale, inoltre privo di ritmo (o forse, per meglio dire, privo di quel ritmo che noi occidentali ci aspettiamo), Ju-on crea però un'atmosfera particolarissima e carica di forte angoscia, con uno stile che stabilisce una pietra di paragone dei film "de paura" ed eserciterà una grande influenza. La coppia di fantasmi moglie/figlio si guadagna un posto tra i personaggi di rilievo dell'immaginario horror contemporaneo.

Il Gobbo 26/12/11 23:41 - 3015 commenti

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Ulteriore aggiunta (o è il capostipite?) all'infestosa compagnia di frugoletti nipponici spettrali e malvagi: sempre meglio comunque dei bambini reali. Qui c'è anche un po' di confusione e più di un buco di sceneggiatura, nè aiutano i sottotitoli che appioppano ad alcuni personaggi nomi diversi da quelli che si ascoltano nell'originale. Indubbiamente però le apparizioni fantsmatiche del pestifero marmocchio e della mamma aracnide hanno una loro rozza efficacia. Anche questa moda è passata.

Galbo 13/04/13 19:31 - 12372 commenti

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Horror nipponico dalla fama sproporzionata rispetto al suo reale valore artistico. La storia non decolla mai anche per la struttura narrativa decisamente ripetitiva. Il regista riesce a creare una certa atmosfera e risulta padrone del mezzo, così che la confezione e' sufficientemente professionale ma la banalità della storia e un cast tutto sommato anonimo rendono la visione oltremodo noiosa.

Luchi78 11/02/14 17:18 - 1521 commenti

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Lo stile orientale rallenta fin troppo un film che ha notevoli punti di forza: incutere timore solo con una fugace visione del "fantasma" (in questo caso ridotto all'essenziale) è tanto facile quanto rischiare di cadere nella più totale banalità. Shimizu invece riesce nell'intento e in effetti il film si basa solo su queste apparizioni orrifiche quanto basta. La ripetitività comincia ad avvertirsi già a metà film, limite che verrà superato nel più occidentalizzato The grudge.

Teddy 30/03/23 01:16 - 808 commenti

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L’orrore di "Ju-on" è stregoneria, è iconografia, spesso coreografia di movimenti macabri, di volti pietrificati, di luoghi nefasti rimpiattati in posti accoglienti. Può far storcere il naso per la mancanza di uno storytelling da rituale, ma vivisezionare tutti i simboli del folclore nipponico che il film ci offre sarebbe inutilmente didascalico. Occorre entrarci dentro, lasciarsi andare e stare al gioco. Inquietantissima Takako Fuji.
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  • Discussione Greymouser • 5/06/10 09:27
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Daniela ebbe a dire:


    Stamani sono in partenza pèr una decina di giorni di vacanza, in camper, senza tv (poco male), senza rete (mi mancherà), senza la mia dose giornaliera di uno o due film (sarà dura, ma non servirà fortunatamente a farmi passare il vizio)...


    Che invidia... io invece entro in trincea. :(
    Naturalmente, buona vacanza e buon relax (e senza crisi di astinenza) :)
  • Discussione Rebis • 5/06/10 17:10
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Aggiungo che non sono affatto un patito della ghost story orientale. Se togliamo "The ring" (ma lo preferisco nella versione Verbinski, e non mi si accusi di filo-occidentalismo) e Ju-on (in questo caso, invece l'originale giapponese), non è che questo genere mi abbia entusiasmato. Ho detestato cordialmente "The eye", e ancora oggi quando sento nominare i fratelli Pang metto mano alla pistola... Ho moderatamente apprezzato qualche altra cosa, ma - ad esempio - non mi è piaciuto nemmeno "The call", nonostante io cada generalmente in adorazione per Takashi Miike.
    In effetti, la mia valutazione apparsa forse eccessiva di Ju-on è anche un po' una reazione "provocatoria" (Daniela docet nel caso del "final cut" di Blade runner :))al fatto che negli altri commenti mi sembrava un tantino troppo massacrato, comunque al di là dei suoi eventuali demeriti.
    Confermo infine, e tuttavia, che il mio modo di valutare è in molti casi "storicistico", nel senso che cerco di collocare un film in un contesto che tenga conto dello "stato dell'arte" del cinema di quel momento. E ciò significa - all'atto pratico - che mi può capitare di dare giudizi anche molto positivi a film che non avrei nessuna voglia di rivedere ancora una volta.


    In effetti storicizzare un film commentandolo sarebbe l’approccio più costruttivo e anche il più utile per chi legge: delle volte ci provo, se non proprio a storicizzarlo magari a contestualizzarlo, ma capita spesso che il gusto personale abbia il sopravvento :)
    Comunque complimenti per i tuoi commenti perché sono davvero piacevoli da leggere, e propongono considerazioni interessanti aldilà dei gusti personali…

    Su Ju-On devo dire che per me è stata molto deludente la seconda visione piuttosto che la prima, dove mi sembrò complessivamente buono per quanto ripetitivo. Rivedendolo invece mi è parso proprio piatto e anche alquanto rozzo nella fattura. I due episodi tv invece li ho visti solo successivamente, e oltre ad essere più raffinati, moderni e decisamente spaventosi, mi hanno dato ragione dell’innovazione proposta da Shimizu (più narrativa che figurativa) lì c’è già tutto ed è decisamente più spontaneo e memo manierato: in effetti, a proposito di storicizzazione, tieni presente che nell’anno di uscita di questo film i vari The Ring erano già stati sdoganati, così come Audition (secondo me molto più dirompente e originale); Two Sister, Phone, The Call per altro sono più o meno coevi (2002 o giù di lì).

    Condivido la stanca verso i j-horror che, bisogna ammettere, al momento della loro “scoperta” ci apparvero innovativi, esotici, ma già pochi anni dopo hanno mostrato una preoccupante omogeneità di fondo e ben poco estro creativo… Cosa che, mi sembra, hanno riscontrato anche gli espertoni del settore dopo i vari festival di cinema orientale.

    Comunque quando e se avrai voglia di sorbirti le origini di Ju-On sarò curioso di leggere le tue considerazioni!
    Ultima modifica: 5/06/10 18:50 da Rebis
  • Discussione Greymouser • 5/06/10 20:05
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Rebis ebbe a dire:

    Su Ju-On devo dire che per me è stata molto deludente la seconda visione piuttosto che la prima, dove mi sembrò complessivamente buono per quanto ripetitivo. Rivedendolo invece mi è parso proprio piatto e anche alquanto rozzo nella fattura. I due episodi tv invece li ho visti solo successivamente, e oltre ad essere più raffinati, moderni e decisamente spaventosi, mi hanno dato ragione dell’innovazione proposta da Shimizu (più narrativa che figurativa) lì c’è già tutto ed è decisamente più spontaneo e memo manierato: in effetti, a proposito di storicizzazione, tieni presente che nell’anno di uscita di questo film i vari The Ring erano già stati sdoganati, così come Audition (secondo me molto più dirompente e originale); Two Sister, Phone, The Call per altro sono più o meno coevi (2002 o giù di lì).



    La tua cronologia è assolutamente corretta. Però c'è anche una cronologia, come dire, esistenziale; e si dà il fatto che io abbia visionato Ju-on, appena dopo The Ring e prima di tutta la massa dei derivati.
    Per Audition di Miike, per favore, togliamolo dal mucchio perchè non ha niente a che fare con le ghost stories. In quel caso siamo in territori molto diversi, che attengono alle genuine tematiche di Miike, che ha avuto il solo torto di voler anche lui prendersi una fettina della torta del facile successo con The call: per fortuna un peccato isolato.
    Per il resto, che dire, i tuoi ragionamenti non fanno una piega; e se dovessi averne l'opportunità, perchè no, visionerei volentieri gli episodi tv di Ju-on, se non altro per completezza filologica.
    Grazie, davvero, per la tua benevola attenzione, e soprattutto per i tuoi contributi sempre centrati e interessanti.
  • Discussione Rebis • 5/06/10 21:40
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Greymouser ebbe a dire:



    Per Audition di Miike, per favore, togliamolo dal mucchio perchè non ha niente a che fare con le ghost stories. In quel caso siamo in territori molto diversi, che attengono alle genuine tematiche di Miike, che ha avuto il solo torto di voler anche lui prendersi una fettina della torta del facile successo con The call: per fortuna un peccato isolato.


    hai assolutamente ragione su Audition, lo citavo solo in relazione ai film innovativi per l'horror di fine millenio: ha dato un contributo fondamentale secondo me, e il torture-porn è solo l'esempio più eclatante. Pensa, a me non è dispiaciuto nemmeno The Call, anche se mi riservo una seconda visione in dvd!
    Ultima modifica: 5/06/10 21:40 da Rebis
  • Discussione Greymouser • 5/06/10 23:25
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    hai assolutamente ragione su Audition, lo citavo solo in relazione ai film innovativi per l'horror di fine millenio: ha dato un contributo fondamentale secondo me, e il torture-porn è solo l'esempio più eclatante. Pensa, a me non è dispiaciuto nemmeno The Call, anche se mi riservo una seconda visione in dvd!
    "The call" non è un film brutto in assoluto, ha dei momenti di ottima regia, ma da Miike io mi aspetto sempre il guizzo geniale, il crisma autoriale e inimitabile che in questo caso mi sembra assente o comunque molto infiacchito. Su "Audition" hai ragione, quando lo metti in relazione allo sviluppo del filone "torture", ma c'è da dire che - in termini di puro valore cinematografico - Miike sta a Roth e compagnia come la cucina tradizionale sta al fast food.
  • Discussione Rebis • 6/06/10 12:38
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Rebis ebbe a dire:
    hai assolutamente ragione su Audition, lo citavo solo in relazione ai film innovativi per l'horror di fine millenio: ha dato un contributo fondamentale secondo me, e il torture-porn è solo l'esempio più eclatante. Pensa, a me non è dispiaciuto nemmeno The Call, anche se mi riservo una seconda visione in dvd!
    "The call" non è un film brutto in assoluto, ha dei momenti di ottima regia, ma da Miike io mi aspetto sempre il guizzo geniale, il crisma autoriale e inimitabile che in questo caso mi sembra assente o comunque molto infiacchito. Su "Audition" hai ragione, quando lo metti in relazione allo sviluppo del filone "torture", ma c'è da dire che - in termini di puro valore cinematografico - Miike sta a Roth e compagnia come la cucina tradizionale sta al fast food.


    beh, sì, Miike è un iniziatore, Roth un promotore :)
  • Discussione Undying • 9/06/10 01:15
    Risorse umane - 7574 interventi
    Bel confronto.
    Ju-on a suo modo è stato un apripista, al di là dei vari sequel e remake piombati a profusione sui nostri schermi.

    Tra la serie televisiva e il film io ho preferito quest'ultimo...
  • Discussione Rebis • 13/10/12 15:42
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Zender, riflettevo: ma a questo Ju-on non andrebbe affibbiato il quadretto verde? Sarebbe la versione cinema del Ju-on televisivo, quindi una sorta di remake con cui ricomincia tutto. Infatti il successivo si intitola Ju-on 2 e non Ju-on 3 (o 4...)
  • Discussione Zender • 13/10/12 17:32
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Sì, infatti, andrebbe non solo affibbiato il quadretto verde (che ho messo), ma anche la R di remake. Solo che non vorrei che così facendo la gente lo confondesse col remake americano... Un luogo comune dice che ogni regista gira in fondo sempre lo stesso film. Shimizu ha voluto rendere più esplicito il concetto decisamente esagerando...
    Ultima modifica: 13/10/12 19:12 da Zender
  • Discussione Rebis • 14/10/12 10:45
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ahahaha! Sì, penso Shimizu sia un caso più unico che raro comunque. D'accordo sulla R, creerebbe ulteriore confusione e poi i primi due episodi hanno una matrice televisiva mentre questo e i successivi sono opere per il cinema e presentano sequenze inedite (boh, poi la solfa è sempre quella, eh...), quindi la distinzione per me ci può stare.