Tokyo sonata - Film (2008)

Tokyo sonata
Locandina Tokyo sonata - Film (2008)
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Titolo originale: Tôkyô Sonata
Anno: 2008
Genere: drammatico (colore)

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Tutti i commenti e le recensioni di Tokyo sonata

TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/05/12 DAL BENEMERITO MICKES2
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Mickes2 6/05/12 17:48 - 1672 commenti

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Lo strapotere della Cina che a suon di impiegati sottopagati sradica i lavoratori giapponesi dalle collocazioni più prestigiose, raccontato e filtrato attraverso il nucleo famigliare. Kiyoshi, con una regia elegantemente minimale mista a parentesi documentaristiche, sonda la commovente e dignitosa ricerca di un posto di lavoro, allargando però gli orizzonti documentando il declino e lo smarrimento di un Paese, una generazione, una famiglia. Sensibile attenzione alle psicologie e le reazioni emotive. Echi di Ozu lo rendono sontuosamente partecipe.
MEMORABILE: Il requiem finale.

Capannelle 14/06/12 08:25 - 4570 commenti

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Soggetto intrigante quello della disgregazione familiare conseguenza della crisi della società, crisi economica ma non solo. Non è comune per i giapponesi mettere in piazza così tanti problemi, con lo stile sobrio/ironico che gli è proprio e contando su valide prove attoriali a cominciare da Kagawa. Ma non mancano i difetti: regia troppo passiva, lunghezza eccessiva e musiche da rivedere.
MEMORABILE: La fila lungo la scala all'agenzia interinale, ricorda il nostro Roma ore 11.

Rullo 17/08/14 17:36 - 388 commenti

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Una Tokyo ferita e oppressa dalla crisi dove i licenziamenti sono all'ordine del giorno, dal più umile lavoratore al più grande direttore d'azienda, vive il protagonista, anch'esso ritrovatosi in mezzo alla strada. Il gioco di mistero e finzione, nascondendo tutto alla moglie, risulta assai riuscito e interessante; azzeccato anche lo spostamento verso la voglia di indipendenza e di ricominciare, dal figlio arruolato alla moglie con la sindrome di Stoccolma passando dall'altro figlio, pianista. Splendidamente girato.
MEMORABILE: A tavola a mangiare con le bacchette; La fila per i pasti; L'incontro con l'amico.

Rufus68 17/05/17 23:02 - 3964 commenti

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Spaccato di ordinaria globalizzazione a Tokyo. Il patriarcato e la tradizione più non reggono e la famiglia si sfilaccia lentamente, così come succede al film, senza un vero centro di gravità permanente a guidarlo. Ciò che importa a Kurosawa, infatti, è l'accumulo costante di sequenze dominate da un tono medio, prive di spessore drammatico: a significare l'assenza di tragedia nei tempi anonimi e depressivi del post-terziario avanzato. Finale agrodolce: conciliatorio, ma non disturbante.

Thedude94 29/05/22 18:21 - 1176 commenti

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Kiyoshi Kurosawa si cimenta in un racconto realistico di importanza sociale, trattando temi che riguardano la perdita del lavoro e dinamiche familiari molto drammatiche. Molto in parte il cast, che attraverso interpretazioni intense di tutti gli attori riesce a colpire per l'emotività e la sincerità. La regia è buona, così come la sceneggiatura che con il suo ritmo lento e compassato fa sì che ci si riesce ad immergere nei meandri di una storia molto profonda. Un film che va visto con attenzione e vissuto in tutta la sua intensità.

Flazich 13/06/24 14:44 - 685 commenti

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Kurosawa, partendo dalla problematica della perdita di lavoro, inizia a scavare, senza vincoli morali di sorta, nella conseguente disgregazione della famiglia giapponese. Il quadro che ne deriva della società è senza pietà mettendone a nudo tutti i problemi. I vincoli sociali e un falso orgoglio sono il filo condutture di questa ottima pellicola che non fa sconti a nessuno. Il regista sovverte lo stesso schema sociale passando da un patriarcato apparentemente forte a un matriarcato che non può che constatare il fallimento.

Cotola 20/04/25 10:01 - 9534 commenti

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Film che dimostra la poliedricità di Kurosawa, qui a suo agio in un dramma sociale. La sceneggiatura è ben scritta e sa ritrarre con calma un Giappone lontano da lustrini, arti marziali e folclore di vario tipo - che piace tanto agli occidentali - ed in cui alla disgregazione della società corrisponde quella della famiglia con effetti ovviamente drammatici. I personaggi e le loro emozioni sono ben indagati ed approfonditi e la storia si dipana con calma attraverso ritmi volutamente blandi ma che non annoiano mai. Interessanti e percepibili i sentori di Ozu.

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