Jídlo (Food) - Corto (1992)

Apologo beffardo in tre atti: colazione, pranzo e cena. A colazione, i due convittori a turno diventano l'uno dispensatore meccanico di cibo per l'altro; il pranzo mette in scena una fame sistematica e inappagata (il cameriere non si ferma mai), che si nutre di tutto (vestiti, stoviglie, tavolo e sedie) fino all'epilogo cannibale; a cena, ci si nutre di pezzi di se stessi, preparati con cura maniacale. Piccolo capolavoro surrealista, dove "piccolo" si riferisce solo alla durata.

Il cibo, soluzione al più semplice e ragionevole dei bisogni, diventa qui motivo d'ossessione; la fame diventa uno stimolo risolto irragionevolmente, surrealmente, in maniera masochistica, o solamente poco salutare. Di sicuro quanto di umano c'è nel cibarsi non lo vedrete in questi tre corti caratterizzati da una tecnica mirabile, dove la stop motion si applica agli e sugli esseri umani con risultati davvero inquietanti.

A colazione uomini come distributori automatici di cibo; a pranzo uomini che divorano tutto ciò che sta loro attorno; a cena commensali che mangiano parti del proprio corpo. E' una visione grottescamente agghiacciante quella proposta da Svankmajer che, partendo dalla funzione-chiave del cibo già sondata in Meat love, racconta i rapporti dell'uomo con gli altri e con sé alla luce di una sfrenata pulsione animale all'appagamento della fame. Un ritratto cinico e nichilista dell'umanità contemporanea.

Questa volta con come tema principale il cibo il buon Svankmajer crea nuovamente un opera inquietante e straniante. Ben pochi registi riescono a dare le emozioni di smarrimento e di angoscia che lui ci offre (cito il pranzo tra il "ricco" e il povero con il primo che si mangia le stringhe come fossero spaghetti e cito anche la cena finale che chiude il corto).

Strabiliante corto in stop motion (ma applicato sugli esseri umani, creando un effetto particolarissimo, dove gli attori veri sembrano pupazzi) dedicato all'alimentazione umana nei suoi tre principali atti: colazione, pranzo, cena. C'è da divertirsi e da non credere ad alcune trovate; curioso, divertente, beffardo ma allo stesso tempo inquietante e disgustoso. Come nella solita ricetta di Švankmajer ci sono notevoli rumori a profusione. Davvero molto meritevole.

Disturbante quanto ipnotico cortometraggio diviso in tre parti e relativi pasti. Quello centrale è senza dubbio il più divertente (e complesso da realizzare), la messa in scena è minimale ma straordinariamente efficace. La tormentata storia di Švankmajer, la censura subita per molti anni a opera del regime comunista, influenza la sua visione della società: uomini che sfruttano altri uomini come distributori di cibo ("Breakfast"), l'uomo distinto che finisce per divorare il rozzo ("Lunch") e infine l'autocannibalismo ("Dinner"). Impressionante.