Squallido filmaccio denso di erotismo patinato realizzato in maniera iper economica con immagini trite e ritrite. Tra amplessi con giochi di luci e un petulante quanto morboso ragazzino, il film si conclude stancamente dopo 80 minuti scarsi. Dialoghi da telenovela. Malù (la porno star Ramba) mostra tutta la sua mercanzia. Terrificante.
E finalmente Fanetti dopo un sacco di film tediosi e insopportabili realizza il suo opus magnum, la sua opera più trash in cui si raggiungono vette di ridicolo mai praticate. Come non sganasciarsi davanti a questo bambinetto che continua a provarci con Malù? Come non dimenticare le assurde scene di sesso incasinate con fastidiose luci stroboscopiche? Come non stupirsi di fronte alla prolissità delle parentesi al casinò? Insomma, un mezzo capolavoro del trash che ci lascia ancora più allibiti per le sue alte ascendenze letterarie.
Incredibile sciocchezza erotico-borghese con interprete la comunque bella Malù, impegnata in amplessi patinati e interminabili in una stanza dalle luci psichedeliche oppure importunata dal figlio adottivo in sequenze morbose di samperiana memoria. Noiosissimo, con riempitivi tremendi per allungare il minutaggio come le parti in discoteca o quelle al casinò, nonché musicato con gusto dell'orrido; discreta la fotografia, per il resto un disastro mai divertente né vagamente eccitante. Qualche similitudine con l'analogo Riflessi di luce.
Erotico spinto con la bella Malù in versione soft, dopo il periodo hard con il celeberrimo nome di Ramba. La pellicola (trash epocale…) di Pasquale Fanetti è un po' il trionfo del nulla, con scene di sesso e una vicenda anche difficile da comprendere tanta la sciatteria nella "costruzione" del racconto, talvolta assai pretestuoso. In questa bizzarria c’è spazio anche per un... bambino con i primi pruriti là sotto. Oggi impensabile, eppure solo nel 1991 veniva impiegato un ragazzino per scene erotiche neanche troppo castigate.
Il film è onesto nel dichiarare sin dalle terribili, prime scene il basso livello della produzione: dialoghi mediocri, musiche banali e invadenti, luci inutilmente romantiche e un ragazzino infilato a forza a cui hanno messo in bocca concetti poco coerenti. A parte quello, ogni scena è strascicata per guadagnare minutaggio in attesa delle scene di sesso, fulcro della pellicola ma anch'esse lente, quasi sempre prevedibili e prive di qualsiasi nota di colore narrativa.
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Non mi smebra sia mai stato editato in dvd, ma solo in vhs. Tuttavia gira in rete la versione trasmessa da sky della durata di 1h24m, ma non so se sia cut o meno.
La bella protagonista (Malù) si agghinda per una serata galante mentre un ragazzino la spia. Sul tavolino dei trucchi si scorgono tre profumi femminili (da sinistra a destra): Loulou di Cacharel (A), Must di Cartier (B) e Paillettes di Enrico Coveri (C).
Quest'ultimo viene scelto dall'attrice per spruzzarselo come se non ci fosse un domani sul burroso corpo che la telecamera non lesina nel mostrare:
Quando le location servono a scoprire autentiche gemme di bellezza e sodalizi, come quello tra il regista e Malù, che dal nulla hanno prodotto tali gemme in serie.