Rassegna estiva:
Indipendentia-Il lato oscuro del cinema italiano Zanetti conosce i limiti tecnici del suo film (montaggio agghiacciante, fotografia atroce, derivazione semi amatoriale) e così ha l'intuizione di ambientare quasi tutto il film in un appartamento, dove il terribile inizio (al ristorante con la goffa seduzione a base di torta) si trasforma piano piano in una crudele e spietata gara da "giochi di potere" (le istituzioni, il sesso) da "notte prima degli esami", che sta (con le enormi, dovute differenze) tra la carnalità di
Piscicelli (l'uomo colto di mezza età, la ragazza ignorante, frivola e volgare) e la pièce senza esclusione di colpi alla
Anthony Shaffer, con un'alchimia strisciante e funzionale tra i due.
All'inizio la Centorame pare improponibile (per dizione e recitazione), ma poi, una volta che entra nei subdoli meandri della seduzione e della sensuale perfidia femminea, diventa personaggio azzeccato, infino dotato di un certo realismo, per situazioni lascive, perverse, provocatorie, tipiche della studentessa zoccoletta che seduce il suo professore. Quindi un turpiloquio osceno, volgare, prettamente espicito da film porno (non si contano le sue passioni per il membro maschile in tutte le sue forme) che si mutano in parafilie, soprattutto feticistiche (lo sputo in faccia al prof, indossando un paio di scarpe coi tacconi, fino a far perdere la tresibonda al professore intimidito: "Leccami i piedi professore del c***o", seduta sulla tazza a suggerire invitanti perversioni di urofilia, girando nuda e sfacciatissima per l'appartamento col rimbobare delle scarpe col tacco, ma del suo nudo integrale ci si accontenta di una breve sfuggita ), in un continuo rimpiattino di dialoghi, a volte taglienti, altri non così superficiali, basati sulle esperienze sessuali e sul difficile rapporto uomo/donna, fino a tirare in ballo i ricordi (la prima volta del professore con un travestito efebico, l'incontro sessuale ai seggi, lei che confessa di aver fatto sesso orale, per la prima volta, a 12 anni, l'aborto).
Un confronto impietoso "tutto in una notte", dove lo spirito "rogerfrattiano" della pellicola si mischia col teatro della crudeltà (verbale), arrivando al beffardo (e impietoso) finale, fatto di inganni, tradimenti, doppi giochi, e una (im)probabile sicurezza di dominio e controllo manipolatore uno sull'altra.
La povertà della messa in scena amplifica l'atmosfera soffocante e l'odore di femmina vogliosa e spregidicata (ma anche decisamente invasiva e insopportabilmente rompicoglioni) del personaggio interpretato dalla Centorame imprime tutto il film, col suo carattere quasi bipolare, molto ben reso nonostante le premesse.
Resta da capire se il film horror (un tizio che schiaccia la testa ad un ragazzo, fino a farle uscire il sangue dagli occhi) che Roberta si vede in tv facendo zapping, sia originale o scene girate dallo stesso Zanetti.
Tutto sommato una piacevole sorpresa, con tutti i suoi evidenti limiti.
Notevoli le musiche del "fratteriano" Massimo Numa.