Sopravvivere è la parola d'ordine di un papà costretto a fare qualche "straordinario" tutt'altro che espressione di probità. Le vicende umane, lavorative e familiari, sono al centro di un dramma sull'integrazione ad ampio raggio. Tossicodipendenza, clandestinità, genitorialità comportano problematiche che richiedono l'impegno di più parti per poter essere superate. Tirabassi è l'interprete adatto per il ruolo affidatogli e fornisce una prestazione di sicuro valore. Gaudino dirige una pellicola sociale che alterna lacrime e (molto) dolore.
Buon esempio di cinema italiano "impegnato", affronta diversi temi della quotidianità del Belpaese; dai problemi di coppia e familiari passando per droga, strozzinaggio financo il tema principale, il traffico di esseri umani dall'Africa per opera della mafia e la tragica sorte di alcuni di loro. La vicenda, di per sé molto drammatica e pesante, assume toni quasi da thriller/noir nel finale disperato e ineluttabile, pur lasciando spiragli di speranza. Tirabassi è bravo e ha il volto perfetto per la parte e il resto del cast non sfigura troppo.
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