Storielle di vita vissuta a mo' di flashback per i vari mercenari in un farlocco Afghanistan ottenuto usando qualche bosco italiano, inserendo un adeguato sonoro, qualche sparuta comparsa e filmati di repertorio. I ricordi dei protagonisti fanno venire il latte alle ginocchia per la banalità e per il ridicolo involontario, sensazione acuita dai brutti dialoghi messi loro in bocca. Oltre alla regia sciatta e improvvisata, non mancano improvvise sterzate nell'erotico e peggio ancora nel comico. Indescrivibile.
MEMORABILE: Il poliziotto torinese e quello siculo; Il momento canoro della Troschel; "Mi sale una ribellione!"; "Non giungeva!".
Faticoso rimanere seri all'inizio quando si devono immagazzinare gli pseudonimi ed entrare nella realtà di un film che trasuda goffaggine: i fuochi vicino agli accampamenti sembran più il risultato di grigliate estive che di colpi di artiglieria e le sparatorie coi morti sembran fatte da Stanlio e Ollio. Passato questo è un filmetto come un altro; a volte certe scelte son dettate da autopunizioni, senso di giustizia o altri voli pindarici. Delle divette attempate la Troschel canta un bel motivetto mentre la Lenzi in dieci anni è raddoppiata di volume.
MEMORABILE: La prevedibilità di diverse frasi: il tempo gioca a sfavore, lo stesso non giudica nessuno, ai mercenari sparerebbero tutti...
Inenarrabile pastrocchio a cavallo tra dramma e film bellico. In realtà le parti più propriamente "guerresche" sono girate tra campi e cave di sabbia probabilmente laziali, a rappresentare un Afghanistan altamente implausibile; come se non bastasse, l'approssimazione generale del tutto è da risate a scena aperta. A peggiorare la già tragica situazione, scene in flashback noiosissime contornate da location ancora più improbabili e un cast orripilante anche sul versante femminile. Disastroso senza se e senza ma; sembra girato almeno dieci anni prima.
I mercenari raccontano, ma il pubblico... ride. Poverissimo cinema di Sergio Pastore (Sette scialli di seta gialla pare al confronto un capolavoro) in cui traspare l'assoluto no-budget, ma anche la sciatteria della messinscena, che genera solamente ilarità anche laddove il messaggio - negli intenti - voleva esser serio. Siamo dalle parti del filmino amatoriale con amici. Ci si domanda come certi nomi noti (come la Troschel, allora moglie di Pippo Franco) abbiano potuto partecipare a questa squallida farsa in costume.
La guerra in "Afghanistan" (chissà in quale parte d'Italia lo hanno girato) più che di un conflitto bellico diventa teatro dei ricordi dei protagonisti, narrati attraverso vari flashback. Impossibile salvarne anche solo qualcosa e difficile capire da dove iniziare per elencarne i difetti. A parte la discutibile e "frettolosa" regia, si segnala anche una pessima sceneggiatura con dialoghi terribili e piena di momenti improbabili che a tratti cadono pienamente nel ridicolo involontario se non addirittura nel trash. Velo pietoso sul cast attoriale tra cui si salva il solo Farnese.
Come altri film del regista, tanto poveristico da instillare, a tratti, qualche suggestione vagamente onirica, suscitata da improbabili stacchi di montaggio e repentini cambi di umore e di location. Al di là di tali involontari sprazzi positivi, il film resta un atroce e soporifero collage di flashback malamente rattoppati tendenti al dramma sentimentale, con cornice trash-bellica ambientata nel Medio Oriente più appenninico della storia del cinema. Alberto Farnese si dimostra un attore vero anche in tal contesto. Musiche antidiluviane.
Un film malriuscito, senza dubbio, che non funziona a livello bellico (con scene di rara bruttura, girate nella campagna laziale) e che fa acqua da tutte le parti quando - tramite pesantissimi flashback - vorrebbe dare una profondità psicologica e drammatica ai personaggi coinvolti nel conflitto. Non è tanto l'essere tremendamente confuso a renderlo un film di una pochezza imbarazzante, quanto la pochezza dell'insieme, con prove attoriali di poco rilievo (eccezion fatta per Farnese che il mestiero lo ha) e una regia poco consistente.
MEMORABILE: L'ambientazione "afghana"; La storia d'amore con la prostituta brasiliana.
Radio Kabul risintonizzata da Pastore. Che non è un pessimo regista, è solo diversamente bravissimo: nel termonuclearizzare ogni regola aurea cinematografica, per dire, è impareggiabile. Manciate di terra lanciate fuori campo per simulare esplosioni, acting pari alle drammatizzazioni dei bambini, dialoghi da TSO: risate a denti tutt'altro che stretti. ma anche larga la noia e lunga la via. Che non vanti reazioni facinorose e rivolte incendiarie nelle sale in cui è transitato è mistero fitto fitto. Da lanciare nello spazio col Voyager per far capire agli alieni i danni da articolo 28.
MEMORABILE: Scazzottamento con pompa: "Oh Signore liberami dalla violenza"; Disco-Monique; Mercato; Sfasciacarrozze; “Non giungeva!”; I 20' finali con Maria.
Pascal Persiano HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare la registrazione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneFauno • 16/04/17 09:07 Contratto a progetto - 2727 interventi
Sicuramente questo film verrà massacrato coi peggiori insulti dai prossimi utenti spettatori, e per una volta posso dire che non avranno torto alcuno...Io un pallino in più ho voluto darglielo perché coi mezzi buffi che adotta, il regista vuol far capire che i mercenari li vanno a fare non quelli che nella vita non hanno ideali, ma quelli che non li sanno sviluppare o che per lo meno non sanno sbrigliare tutti i loro punti interrogativi o le loro crisi di identità. Troppo tardi si rendono conto dell'errore. Detto questo c'è solo da ridere o da piangere a seconda della sensibilità di vedere il film. Indifferenti non credo che lasci.
MusichePanza • 30/09/17 17:49 Contratto a progetto - 5194 interventi
La canzone dei titoli di testa è Addio mercenario (E. Bomba [Enrico Bomba] - Sara Pastore - Laura Pastore), cantata da Laura Troschel.
Testo:
Tu, soldato di ventura,
hai lasciato una terra lontana.
Per cercare l'avventura
hai raggiunto la costa africana.
Tu, che insegui la paura
sotto un cielo più azzurro e stellato,
sai che bella fregatura
quando scopri che ti hanno ingannato.
Senza una bandiera
né una patria da servire,
ma una paga giornaliera
per combattere e morire.
Addio, mercenario.
Addio, mercenario.
[recitato] Non devi pensare all'amore perchè il tuo destino è segnato. Un killer non può avere un cuore e presto sarai eliminato.
Tu, soldato di ventura,
il tuo debito non l'hai pagato.
Se finisce l'avventura
per la vita sarai braccato.
Come un legionario
che si affida alla sua sorte
tu sei solo un temerario
che sommette sulla morte.
Addio, mercenario.
Addio, mercenario.
Senza una bandiera
né una patria da servire,
ma una paga giornaliera
per combattere e morire.
Addio, mercenario.
Addio, mercenario.
La canzone dei titoli di coda è Semafori rossi (Sara Pastore - Laura Pastore), cantata da Laura Troschel.
Testo:
Mi porterai
nella tua mente
per tutto il tempo che abbiamo trascorso.
Mi cercherai
fra la tua gente
quando la rabbia diventa il rimorso.
Qualche volta un semaforo rosso,
mentre aspetti sentendomi addosso
ti lasci un po' andare
poi incominci a sognare.
Lì mi vedrai nelle vetrine
fra il fondotinta, i rossetti e un foulard
e sognerai certe mattine
di ritrovarmi in un tram o in un bar.
Ma se incontri un semaforo rosso
senti ancora quel brivido addosso
come il giorno che hai detto di no
a un amore diverso.
Dentro di te io rivivrò,
la nostra storia, sai, non finirà.
Dentro di te io resterò
e il nostro amore forse vincerà.
Dentro di te io rivivrò,
la nostra storia, sai, non finirà.
Dentro di te io resterò
e il nostro amore forse vincerà.
Ritornerai con le medaglie
quando per te questa guerra è finita
e non saprai le mie battaglie
le mie ferite, il sesso, la vita.
Non mi basta un semaforo rosso
per sognare e sentirti un po' addosso
mi serve una mano che mi porti lontano.