Una donna che ha commesso un grave attentato fugge con un ufficiale dei carabinieri. L'impronta del grande regista polacco Kieslowski (autore della scenenggiatura) è palese nelle riprese, nella narrazione rarefatta contrassegnata da un ricorrente sottofondo musicale e da un finale sognante. Tuttavia il reiterato utilizzo della lingua inglese con sottotitoli penalizza lievemente il film. Dignitoso.
Se dovessi commentare solo la fotografia direi che è un film da 4 pallini. Peccato che per tutto il resto sia un film inconcludente, insipido, noioso, con una sceneggiatura scialba e piena di plot-hole. Ambientato a Torino ma girato unicamente tra Napoli e le campagne Toscane. La trama ha dell'incredibile: un ufficiale dei carabinieri con due occhiate si innamora di una sconosciuta e getta via vita e carriera. Il soggetto poteva svilupparsi in molte direzioni. Si sviluppa in quella meno credibile e più artefatta. Ribisi monoespressivo.
Carabiniere s’innamora dell’assassina e fugge con lei. Non sono tanto i dettagli poco logici che costellano il film a renderlo poco convincente (e coinvolgente), quanto una narrazione fiacca che scambia la pensosità dell’intenso e bellissimo soggetto di Kieslowski (chissà cosa ne avrebbe fatto lui!) con un rallentamento esangue esaltato dalla musica di Pärt. Peccato perché gli spunti intriganti sono tanti e notevoli, soprattutto nel fecondissimo confronto tra una Torino grigia e ingabbiata e l’ariosa campagna, in cui i due diventano speculari.
Difficile commentare questo film che presenta una fotografia eccezionale, riprese mozzafiato e che basandosi su un soggetto di partenza a mio avviso meglio sviluppabile si perde poi in vuoti di sceneggiatura (vedi l'improvviso innamoramento e il finale onirico rovinato), che rendono tutta la storia poco credibile. Colpa sicuramente del regista, ma anche il resto del cast ci mette del suo (escludendo forse la Blanchett, che però non presenta il physique du rôle per la parte assegnata).
Insegnante inglese in Italia viene presa per terrorista anche si tratta invece di una vendicatrice maldestra... Forse sarebbe stato un bel film se a dirigerlo fosse stato Kieslowski, autore di soggetto e sceneggiatura, ma dubitare è lecito perché è proprio la storia a non stare in piedi, per non parlare dei personaggi inattendibili come il carabiniere trafitto dalla freccia di Cupido interpretato da Ribisi sotto sedativo. Se la fuga on-the-road riserva almeno qualche scorcio toscano ben reso, l'epilogo allegorico pone il sigillo della banalità su una pellicola sbagliata oltre che noiosa.
Tecnicamente affascinante, con alcune inquadrature molto belle e quasi poetiche (soprattutto nella parte a Montepulciano), ma piuttosto freddo da un punto di vista dei contenuti. Il soggetto prometteva ma, al di là di alcuni snodi di sceneggiatura forzatissimi, è sviluppato senza l'adeguato carico di emozioni e sentimenti che la storia richiederebbe. La Blanchett con i suoi occhi di ghiaccio calza bene la sua parte, Ribisi al contrario sembra inebetito per tutta la durata del film. Attori italiani poco incisivi.
Tom Tykwer HA DIRETTO ANCHE...
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Nando ebbe a scrivere: ...L'impronta del grande regista polacco è palese nelle riprese, nella narrazione rarefatta contrassegnata da un ricorrente sottofondo musicale e da un finale sognante...
Dando per assodato che Tom Tykwer, il regista del film, sia tedesco purosangue, credo che l'allusione al polacco Krzysztof Kieslowski (autore della primitiva sceneggiatura della pellicola) sia abbastanza oscura e corra il rischio di generare fraintendimenti in chi legge.
Forse sarebbe opportuno specificare a chiare lettere l'esatto riferimento.
Mi risulta che nelle note ho scritto che la sceneggiatura ed il soggetto sono di Kieslowski e del suo fidato collaboratore nonché scrittore quindi mi sembra che sia del tutto gratuito far notare il presunto fraintendimento....leggendo le note ed in seguito il mio commento si capisce che cosa intendo per regista polacco....o sbaglio....
Capisco che il nome del regista polacco sia citato nelle note a margine ma il commento fa testo a se stante e non dovrebbe ricollegarsi ad elementi informativi esterni.
Comunque il mio non era un rimprovero ma una semplice annotazione, non prenderla a male :)
DiscussioneZender • 18/08/12 09:06 Capo scrivano - 48848 interventi
Assolutamente vero ciò che dice Gest. Il commento deve poter essere preso e letto a sè, senza doversi rifare ad altro che non a se stesso. Se parli di impronta del regista polacco pare che il regista sia un polacco, quindi aggiungo "Kieslowski (autore della sceneggiatura)" dopo polacco.
L'aggiunta di Zender e' più che appropriata e sinceramente completa in maniera egregia il mio semplice commento.
DiscussioneZender • 20/08/12 09:39 Capo scrivano - 48848 interventi
Bene cosi' allora, grazie (maledette tastiere spagnole senza accentate).
CuriositàDaniela • 12/05/20 01:23 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Dopo la trilogia Tre colori, Kieslowski avrebbe voluto dirigerne un'altra, i cui titoli doveva essere ispirati alle tre cantiche della Divina commedia di Dante Alighieri. La morte del regista, avvenuta nel 1996 durante un'operazione a cuore aperto, bloccò il progetto.
L'unica delle tre sceneggiature ad essere completata da Kieslowski e Piesiewicz fu quella di Heaven, alla base del film omonimo diretto dal regista tedesco Tom Tykwer nel 2002.
La seconda sceneggiatura di questa trilogia, cominciata da Kieslowski e terminata da Piesiewicz, fu poi utilizzata per il film L'enfer, diretto dal regista bosniaco Danis Tanovi nel 2005.