Decadenze tennesseewilliamsiane in un'afosa e marcia atmosfera da southern gothic in uno sgangherato ma torbidamente grottesco thriller che si ammanta di deliranti riverberi horror.
Parte come il più classico dei noir sudaticci ambientati in Lousiana (e non), con una dark lady da sturbo milfesco (magnifica, e il caso di dirlo, la Strickland di stregonesco fascino irresistibile, che seduce a base di scarpe col tacco, che usa pure per far saltare i bottoni dei jeans del povero ragazzo messo in mezzo, e che con le decolleté dorate pressa, sul petto, il baldo giovanotto sdraiato a terra) che provoca in continuazione l'imberbe sosia di Bill Pullman (il piedino sotto il tavolo, il racconto erotico dell'amante più giovane), nel mezzo uragani in arrivo, ragazzini che scompaiono misteriosamente, bambolette vudù dappertutto, misteriosi scantinati con le porte serrate da lucchetti e catene e un grandioso Nicolas Cage completamente fuori di zucca, nostalgico guerrafondaio, che sentenzia follie assortite sulla guerra in vietnam, non soddisfa più la sua donna dalla notte dei tempi, che passa tutto il tempo a tracannare birra e a ronfare sulla poltrona, e che, d'improvviso, si mette a sparare con il fucile dal tetto di casa, mirando alle bottiglie di birra vuote sulla staccionata, dove stà lavorando il sosia di Pullman, messo in mezzo suo malgrado.
Ma Campanelli (dopo anni di militanza come operatore alla macchina per il vecchio Clint) sterza improvvisamente nei meandri oscuri dell'horror, tirando in ballo le "leggende metropolitane" craveniane di coloro che vivono sotto le scale, il Michael Cohn di
Quando il ramo si spezza e ammantando il suo delirante, appiccicaticcio e barocco thriller cajun di riflessi alla
Mystic river, sprofondando nella follia e sui segreti terribili che si nascondono all'interno delle case nere.
Violenti scontri corpo a corpo (la mano infilzata con il pugnale, le legnate che si danno Cage e il sosia di Bill Pullman), bugie, depistaggi e doppi giochi della diabolica coppia che, una volta entrato a far parte del pericolosissimo gioco "casalingo", mentre fuori imperversa l'inferno, il sosia di Bill Pullman cerca , invano, di mettere uno contro l'altro, tra straccetti imbevuti di veleno, "
Facciamolo quì, davanti a lui, voglio guardarlo negli occhi mentre mi fai venire!", Cage legato , e sanguinosamente pesto, alla balaustra della scalinata che delira di vendette e ritorsioni.
Scade un pò in dirittura di arrivo (con l'irruzione della polizia), i colpi in arrivo son davvero miserelli, la moglie verginella e piagnucolosa del sosia di Bill Pullman è inguardabile e semplicemente odiosa e l'ultima follia di Cage (armato alla John Woo) con indosso la sua divisa da marines rasenta il ridicolo e il comico involontario, ma resta un sano e solido b-movie, che sembra uscito dagli anni 70, teso e morbosetto quanto basta per non annoiarsi e coinvolgere lo spettatore (e non è poco) che dalle abustae regole del noir con femme fatale tentatrice passa, con disinvoltura e un pizzico di assenatezza, nei territori dell'horror e del kidnapping movie.
Il divertimento c'è, l'atmosfera sordida pure, e quindi che chiedere di più all'ennesimo filmetto con un Cage ormai senza più freni inibitori?
Location del sud abilmente valorizzate, con le sue decadenti ville, i suoi inconfessabili segreti e la voglia di maternità che si trasforma in devianza e pazzia uterina.