Decorosa prestazione di un autore che ormai ha da lunga pezza finito di dire quello he ha da dire, e che però è ancora in grado di dirlo abbastanza bene. Qui la trovata più felice è il mettersi in disparte, affidando finalmente a protagonisti anagraficamente credibili i ruoli principali, e ritagliandosi però un ruolo secondario ma esilarante, con inedite sfumature di machismo tanto più comiche in quanto del tutto improbabili. Bene anche la vecchia Rizzo (Channing), insopportabile la Ricci, Biggs se la cava. Potabile.
Inspiegabile il discreto successo di critica ottenuto da questo filmetto non degno del grande Allen, giunto alla fase più bassa della sua parabola creativa (si riscatterà con Matchpoint). Il film è noioso, privo di qualsiasi spunto, non diverte quasi mai ed ha il torto di affidarsi a protagonisti sbagliati come Jason Biggs e Christina Ricci, attori spesso sopravvalutati. Anche la performance del regista risulta stanca ed annoiata. Probabilmente è il primo a non credere al film che dirige.
Uno dei migliori Allen degli ultimi Allen. Gag e battute a raffica (da ricordare almeno la scena di Allen e del tentativo di parcheggiare la macchina e battute del tenore di "Ho litigato con due vigili. Stavano insinuando che Auschwitz fosse solo un parco a tema"). Bel ritmo, bella regia di Allen e cast impeccabile. Biggs si riscatta dall'avere preso a una serie sconcia come "American Pie". La Ricci è come sempre bravissima e i veterani Allen e De Vito sono impagabili. Splendida colonna sonora.
Non mi è piaciuto moltissimo. Allen, col doppiaggio del compianto Oreste Lionello, è ottimo come al solito, ma Biggs non si rivela molto adatto e la Ricci è abbastanza cagnesca nel recitare. Il ritmo ogni tanto si allenta e quando Allen non c'e gli altri attori faticano a farci reggere la visione.
Facciamo finta che il regista non sia Allen ma, ad esempio, Biggs qui suo alter ego. Come si potrebbe definire questa commedia esile, misogina, un po' logorroica? Un risultato abbastanza piacevole, un esordio promettente. Dato che invece alla regia c'è un tizio cui debbo alcune delle più belle emozioni cinematografiche della mia vita, la sensazione prevalente è la delusione. Vabbè, ovvio che un Allen mediocre è comunque superiore alla media delle americanate che arrivano sui nostri schermi (per cui 2,5 pallini) però la delusione c'è.
MEMORABILE: Qualche battuta - non il fuoco di fila del passato
Allen continua le sue commedie incorniciate da una New York intellettuale e mondana, riproponendone i temi di sempre: vita di coppia traballante, psicanalisti, ebraismo, mondo dello spettacolo. I dialoghi sono estrosi e scattanti, ma le battute migliori sono pronunciate da Allen, qui sorprendentemente rancoroso e vendicativo. Molto buono anche il resto del cast: Biggs goffo e sgraziato, la Ricci una bomba di seduzione e sessualità, De Vito e la Channing in divertenti contributi.
MEMORABILE: Allen che racconta le sue esperienze autoerotiche con la Monroe e la Loren. Il cocaina-party in famiglia.
Il tema non è nuovo per il regista americano: la natura instabile ed infedele dell'amore. Tuttavia tra le commedie alleniane dell'ultimo periodo è una delle più divertenti e riuscite, specie quando il regista è in scena snocciolando diverse battute che vanno a segno, alcune delle quali fanno davvero ridere. Peccato che a tratti manchi di mordente e che i due interpreti principali, specie Biggs, siano abbastanza inadeguati. Intendiamoci, non è un gran film (specie per gli standard di Allen) ma è mediamente migliore delle solite pellicole.
“Anche un orologio fermo due volte al giorno dice l’ora esatta”. Questa è una delle uniche due battute da segnalare in tutto il film, dove Allen sfiora il patetismo creandosi con Jason Biggs un personaggio a lui speculare, con la sua stessa logorrea e la sua stessa cadenza verbale zoppicante. Negli ultimi 20 anni Allen ha fatto un film all’anno e questa sembra una commediola da sottofondo (come la musica jazz della colonna sonora), girata tanto per rispondere “presente” all’appello dei registi più attivi e per non perdere il ritmo annuale. **
MEMORABILE: Non è vero che è “in vino veritas”, è “in eros veritas”.
Ennesima variazione sui temi più cari ad Allen: misoginia, psicanalisi, ebraismo, delusioni sentimentali e, soprattutto, il sodalizio con la cara vecchia New York. Ma questa volta l'atmosfera è più aggressiva del solito, con Allen che lascia il campo libero agli altri personaggi (un buon cast) ma, quando compare in scena, non risparmia nessuno. In sé la commedia è un semplice punto in più sul curriculum, ma merita comunque un plauso per aver fatto digerire a Biggs quell'immangiabile American Pie. Un altro va a DeVito e alla Channing.
MEMORABILE: Biggs e Allen che discutono di onanismo.
Woody Allen è sempre lui: garanzia di ottime battute, dialoghi brillanti e pregni dei temi a lui cari come l'ebraismo e la psicanalisi. In questo film non è proprio protagonista, ma ogni volta che è in scena oscura il vero personaggio principale (un Biggs in parte ma non bravissimo) ed è lui quello che fa più ridere (oltre a un grande Danny DeVito). Buono il ritmo, così come è caratterizzato benissimo (in negativo) il personaggio della Ricci: infedele, bugiarda e pretenziosa. Da vedere.
Il merito e il limite di questa pellicola sta tutta nel suo giovane protagonista. Speculare al suo maestro, riesce a trasmetterci ansia a piene mani ma anche tedio, per certi versi. Affaticati dal suo incedere verbale cerchiamo speranza nella battute che in certi momenti sono anche gustose. Indubbiamente brava la Ricci, marginale (peccato) De Vito. La sceneggiatura tende quasi verso un puro esercizio di stile. Non è il miglior Allen, questo è certo!
La genialità e il talento di Allen in questa pellicola sta quasi tutta nel riuscire a rendere il Jason Biggs di American pie un attore quasi di razza, facendone in pratica il suo alter ego e riservando per sé il ruolo dinovello Virgilio. Peccato che il film sia in pratica tutto qui, con un plot dal fiato cortissimo e incredibilmente poco divertente, almeno per gli standard alleniani. Alcuni scambi Biggs/Allen qualche sorriso lo strappano e la classe superiore affiora, ma il risultato resta deludente.
MEMORABILE: "Tu mi ami? Che domande, solo perché mi ritraggo quando cerchi di toccarmi?"
Ecco Woody Allen! Colto, cinico, un po' radical chic ma capace di qualsiasi pazzia perché ha guardato la vita negli occhi. Dall'altro lato Jason Biggs (piacevole sorpresa) che invece è inesperto, ingenuo, pieno di paure e si affida al vecchio saggio, anche se è un po' matto, per decodificare la sua esistenza. Danny DeVito ha un ruolo marginale ma cucitogli addosso, Christina Ricci è di una sensualità sconvolgente. Davvero un buon film, divertente ma con dialoghi di insolito spessore.
MEMORABILE: "Ti ho tradito, ma solo a scopo terapeutico. In fondo l'ho fatto per te, volevo sapere se riuscivo ancora ad avere orgasmi multipli".
È innegabile la capacità di Allen di tratteggiare i personaggi. Amanda e Jerry sono archetipi dell’universo alleniano e soprattutto lei incarna alla perfezione la massima espressione dell’instabilità femminile. La Ricci sa renderla particolarmente odiosa, mentre Biggs è l’alter ego del regista che si conferma un ottimo direttore di attori, tirando fuori il massimo da ognuno. Tuttavia il film non è sempre scorrevole e la storia monocorde sfocia a volte nella noia. In tal senso la durata è forse eccessiva e un piccolo taglio avrebbe rinfrescato l’aria.
MEMORABILE: L’assurda confessione di tradimento di Amanda; Il suo concetto di romanticismo.
Un Woody Allen in salsa ristretta ci regala ancora le sue tematiche più care senza però essere particolarmente ispirato. Diciamo che il film ènon è male; i due giovani attori si attirano, si rincorrono sperando di trovare l'equilibrio amoroso con espedienti a dir poco... poco convenzionali. Allen attore cerca di mischiare le carte in tavola, sentendosi sicuro di sé e elargendo consigli "sopra le righe". Da vedere soprattutto se si è amanti del regista americano.
Piacevole commedia sentimentale diretta e interpretata da Allen stesso, il quale affida il suo alter ego al giovane Biggs, che supera la prova e le aspettative non proprio altissime; simpatico il resto del cast, tra cui spiccano la Ricci e De Vito. Tra passeggiate romantiche e discussioni sul senso della vita, la storia scorre piacevolmente in una New York che porta alla mente i vecchi capolavori del passato realizzati dal regista. Il personaggio interpretato dallo stesso Allen è molto divertente e si inserisce perfettamente nel racconto relativo alla storia d'amore dei protagonisti.
Giovane scrittore confida a un collega più anziano le sue altalene amorose. Inizio decisamente nevrotico in cui Allen fatica a intavolare un discorso lineare, per lasciare man mano la scena a Biggs. Il protagonista si impegna ma risulta poco incisivo nell’affrontare la Ricci (la migliore), la madre di lei e l’agente. Il clima è pessimista anche se affrontato simpaticamente con un’analista che non ascolta e con la fuga come soluzione. Regia che approfitta di qualche angolo di Central Park e di un paio di ponti in lontananza. Allen sembra dirigere un compitino.
MEMORABILE: L’acquisto del fucile; DeVito che si sente male quando viene scaricato; La madre che offre cocaina alla figlia.
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Quentin Tarantino in una recente intervista all'emittente inglese SKY ha stilato una clssifica dei suoi venti film preferiti dal 1992 ad oggi(in pratica da quando esordì con RESERVOIR DOGS).ANYTHING ELSE è al secondo posto di questa lista che comprende non poche sorprese...
1* Battle Royale
2* Anything Else
3* Audition
4* Blade
5* Boogie Nights
6* Dazed & Confused
7* Dogville
8* Fight Club
9* Fridays
10* The Host
11* The Insider
12* Joint Security Area
13* Lost In Translation
14* The Matrix
15*Memories of Murder
16* Police Story 3
17* Shaun of the Dead
18* Speed
19* Team America
20* Unbreakable
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