Serie giapponese che, in linea con prodotti come Anna Dai Capelli Rossi, sforna una storia a tinte molto forti (infatti in Italia è stata pesantemente censurata) che narra delle avventure di una ragazza di nome Georgie, costretta a girare il mondo (per poi andare in Inghilterra) alla ricerca del suo amore e di suo padre.
Un cartone animato che suscita ancora oggi una certa impressione: è infatti il primo in cui viene trattato un tema assai scabroso, ed è rimasto tale. Ebbe un notevole riscontro di pubblico, seppure nella versione edulcorata trasmessa da varie reti nazionali. Buono lavoro sui personaggi. Memorabile la canzone omonima. Un cartone animato da vedere.
Un anime che rievoca nella memoria uno spessore, un gusto specifico dell'infanzia, l'atmosfera languida della calura estiva, i giochi sulla terra secca con le ginocchia sbucciate, le fughe proibite verso il pericolo, le pulsioni erotiche incondizionate (per molti, qui, il primo approccio all'eros), ma che mal sopporta un nuovo sguardo, rinnovate visioni. L'animazione è stentata e meno aggraziata di quanto parve allora, la distribuzione del racconto non pacificata, i personaggi aggiunti non sempre funzionali. Resta, indiscutibile, un grande mood. Splendida, una tantum, la sigla italiana.
MEMORABILE: Arthur che scalda col suo corpo nudo quello della "sorella"...
Anime veramente per adolescenti e non per ragazzini di dieci anni come quando l'ho visto io (non censurato), dato che la trama affronta più o meno senza pudore amore al limite dell'incesto, desiderio sessuale e finanche una parvenza di omosessualità e sadismo (Arthur prigioniero in Inghilterra). Buon disegno ma più ancora estrema cura dei personaggi. Lo rivedo volentieri tutte le volte: finalmente un anime non melenso, nonostante la sigla italiana voglia far credere il contrario (i nudi!).
MEMORABILE: Arthur che scalda Giorgie, scena rimasta negli annali
Scottante. Nato sull’onda del grande successo del più innocente Candy Candy – l’autrice è la medesima – questa serie ambientata in terra australiana dispiega in quarantacinque puntate tutta la spietatezza dei sentimenti che si riscontrava nei romanzi di Dickens: l’infanzia inizialmente felice e poi guastata, il lutto, le angherie, il risentimento, la fuga, il ripudio, l’amore contrastato e l’atteso lieto fine, con la novità di svolazzi macabri ed erotici da feuilleton. L’animazione ricorre spesso al ralenti e al fermo immagine, accentuando realismo ed emotività nei momenti clou.
MEMORABILE: La morte del padre. La madre ripudia la figliastra Georgie sferrandole un pugno.
Buon cartone animato di ambientazione storica e rurale, il cui maggior pregio è la psicologia dei personaggi e il sottile erotismo essenziale imperniato in quello che apparentemente è solo un anime per bambini; in questo senso, nell'immaginario infantile anni Ottanta, c’è la famigerata scena del fratello di Georgie che si avvinghia sul corpo nudo e gelato della ragazzina (caduta in un fiume) per cercare di scaldarla. Un prurito là sotto, involontario, che son certo abbia accomunato molti della mia generazione.
Un anime giapponese celebre perchè affrontava temi e vicende piuttosto "caldi" e che in Italia è stato abbondantemente censurato perchè considerato non sempre adatto a un pubblico di giovanissimi. Georgie gira il mondo alla ricerca del padre e dell'amore. Un amore "da incesto", perchè c'erano di mezzo i suoi fratelli Abel e Arthur. Buona la sigla di Cristina D'Avena.
Era impossibile non appassionarsi alle vicissitudini della bella Georgie e dei suoi "fratelli" (io ho sempre avuto più simpatia per Arthur che per Abel), ma se questo anime è diventato un vero e proprio cult degli anni '80 lo si deve soprattutto ai suoi risvolti pruriginosi. Certo il finale edulcorato e consolatorio sembra un po' arrangiato (quello del manga è decisamente più drammatico ma più coerente), ma evidentemente non si è voluto arrecare ulteriore turbamento ai piccoli spettatori. Oggi può risultare datato, ma ha lasciato il segno.
MEMORABILE: L'inizio; La morte del padre; Arthur che scalda Georgie; Il ripudio da parte della matrigna; La sigla, una delle migliori cantate da Cristina D'Avena.
Non si capisce come mai, trattando la serie un tema scottante come quello dell'incesto, non ne sia stata vietata la visione ai minori. Ha subito notevoli variazioni rispetto al manga, che si spinge ancora più oltre, ma è ugualmente pesante, lacrimevole, con personaggi abbastanza antipatici, un doppiaggio non sempre adeguato (soprattutto la voce di Georgie, poco femminile e fastidiosa) e un finale ambiguo che lascia interdetto lo spettatore. Indigesto.
MEMORABILE: L'innocente sigla cantata dalla D'Avena, dietro la quale si nasconde un anime spinto!
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Rebis ebbe a dire: (...) Nel caso di Urotsukidoji trattasi di un gustosissimo frullato misto di horror lovecraftiano, porno, fantascienza escatologica e altro. Ghost in the Shell è invece pura fantascienza (con ascendenze filosofiche tipiche del cyberpunk) e rimane un capolavoro imprescindibile, ma nulla ha a che spartire con gli Hentai, benché nel manga originale siano presenti componenti erotiche obsolete (totalmete epurate nell'anime). (...)
Ecco appunto.
Quando parlavo di un approfondimento non avevo in mente il nome di Rebis, che sembra essere la persona adatta a chiarire la terminologia che sta dietro ai "disegni" giapponesi (Hentay, Manga, OAV, Futanari, ecc.)
Di Urotsukidoji posseggo la serie a fumetti editata dalla Play Press (8 volumi) ed un curiosissimo film giapponese, ispirato all'anime (passato su T+ con sottotitoli).
Te la senti, Rebis, di scrivere un articolo in proposito?
Certo Undying, ho ricevuto l'invito anche da Zender e lo avrete presto. Solo pensavo di incentrarlo sulla censura piuttosto che, nello specifico, sulla terminologia, ricavabile facilmente da qualunque sito in rete sull'argomento.
è abbastanza noto, ma vale la pena ribadirlo: la versione mediaset è stata massacrata dai tagli ad ogni nuovo passaggio tv. La serie per la verità non passò intonsa nemmeno nei gloriosi anni '80: venne sforbiciato il tentato suicidio di Arthur nel bagno della torre in cui viene tenuto prigioniero. Successivamente spariscono le sequenze in cui Arthur scalda col suo corpo nudo quello della sorellastra caduta nel fiume; la maglietta bagnata di Georgie che in una notte di pioggia lascia intravedere il seno; Abel che, disperato, si ubriaca e si intrattiene con una prostituta; il seno di Georgie nella sequenza sulla nave in cui viene smascherata (fingeva di essere un mozzo per poter traversare l'oceano); un nudo integrale di Lowel che esce dalla doccia; Georgie seminuda con gli abiti lacerati dai cani e dai rovi; le pulsioni omosessuali di Irvin e la somministrazione di droghe ad Arthur...
questi, almeno, i tagli più rilevanti e significativi, ma ce ne sono molti altri...
Il DVD Yamato ha invece recuperato il master integrale.