Gangster n.1 - Film (2000)

Gangster n.1
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Titolo originale: Gangster no.1
Anno: 2000
Genere: gangster/noir (colore)
Note: Aka "Gangster numero 1" o "Gangster number 1"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/04/07 DAL BENEMERITO LERCIO
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Lercio 11/04/07 12:55 - 232 commenti

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Epopea gangster che vede la nascita e l'ascesa di un criminale. Il protagonista da giovane è interpretato da un bravissimo Paul Bettany (una maschera di follia resa nel migliore dei modi), da vecchio è interpretato da un Malcolm McDowell che incarna la follia in maniera risaputa. La peculiarità del film è che nella parte ambientata negli anni '60 (anche la fotografia è come nei film di quell'epoca), riportandoci totalmemnte indietro nel tempo. Storia avvincente e crepuscolare! Quasi un capolavoro.

Daniela 22/04/10 09:06 - 12625 commenti

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Scagnozzo di un boss raffinato ed intelligente, con cui morbosamente vorrebbe identificarsi, sentendosi "tradito" dal suo modello si vendica tradendolo a sua volta. Trent'anni dopo, la resa dei conti avrà esiti imprevisti. Gangster movie dai toni elisabettiani, per la caratterizzazione del protagonista - un Iago reso folle dall'invidia. Buona la scelta di tenere la violenza ai margini dell'inquadratura, un pò manieristica l'interpretazione di McDowell, molto in parte Thewlis, eccellente Bettany, il cui volto glaciale è deformato dall'ira.
MEMORABILE: Bettany in biancheria intima, bianca immacolata, sporca di sangue dopo la mattanza. La doccia in compagnia dell'ascia.

Gaussiana 3/05/12 23:23 - 121 commenti

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Un bravo regista scozzese ci regala una pellicola gangster tutta incentrata sulla follia del protagonista Bettany/McDowell (Arancia meccanica). Non si tratta infatti del solito gangster ma di un pazzo ossessionato dal desiderio di diventare il boss, ispirato dalla figura del suo boss. Il film trasuda un fascino vicino al british pop degli anni '90, dove la violenza è mista a una sorta di delirante sarcasmo. Iperviolento, sconsideratamente ambizioso e schizoide da giovane, il gangster n. 1 diventerà un vecchio boss frustrato ed esaltato.

Buiomega71 26/10/19 00:23 - 2901 commenti

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In parte deludente, zeppo di cliché gangsteristici, cerca di assimilare la crudezza di Carter ma scivola in un montaggio sincopato tra MTV e il cinema di Guy Ritchie; quel che è peggio è che la violenza (asse portante per il genere) è solo suggerita (pure la mattanza rituale alla Hostel ai danni del boss Lennie Taylor). Scenografie lussuose negli interni, qualche vezzo nella regia di McGuigan (split screen, ralenti, flashback, flashforward) e la Burrows ricorda, in parte, Sharon Tate. Ma manca la visceralità, a scapito di un grottesco spesso poco riuscito.
MEMORABILE: McDowell all'orinatoio: gocce di pipì cadono dentro il bicchiere a terra, sta per bere, guarda in macchina e dice: "Mi avete preso per un coglione?".

Pessoa 29/06/22 19:46 - 2476 commenti

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Gangster-movie piuttosto sui generis di McGuigan che porta avanti il processo di svecchiamento del cinema britannico che Danny Boyle aveva cominciato quattro anni prima. La storia in sé non dice nulla di nuovo, ma è sceneggiata con cura e viene valorizzata da interessanti trovate registiche che evidenziano grande personalità e un certo talento visionario. Ottimo l'apporto del cast e buona la confezione, anche se gli appassionati del genere potrebbero rimanere spiazzati da un finale rarefatto, in cui la componente noir si fa evanescente scavando nella psiche del protagonista. Curioso.

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  • Discussione Buiomega71 • 26/10/19 10:06
    Consigliere - 25937 interventi
    Grandissima delusione, per quello che era strombazzato (all'epoca della sua uscita) come un truculentissimo "gangster movie" della new wave britannica post Trainspotting (che, col senno di poi, ha fatto più male che bene al cinema)

    Credendo di assistere all'erede di Carter, di Quel lungo venerdì santo o dei Corvi di Medak (ultimo vero gangster-noir di assoluta ferocia prodotto in terra d'Albione), mi ritrovo i soliti clichè, serviti su un piatto che scimiotta i nuovi talenti patriottici ( Guy Ritchie e Danny Boyle), con ben poca personalità registica e il solito montaggio sincopato da MTV , soprattutto nello "scannatoio" o quando Bettany si prepara alla mattanza, con tic e nevrosi (il soffocato urlo isterico) degne del Gary Oldman di Leon, sfilando per i corridoi della lussuosa suite shininghiana

    Il solito torpiloquio (quello si abbondante e sempre bene accetto), ma le tanto citate sequenze ultraviolente si risolvono in una bolla di sapone (non ci sono nemmeno i colpi in arrivo, tanto per dire), se si esclude un pestaggio con le mazze da golf (ripreso dall'alto), l'agguato a Freddy Mays e signora sul marciapiede (neppure girato benissimo e di poco pathos) e la tanto citata sequenza dello "scannatoio rituale" alla Hostel ai danni del boss Lenny Taylor, dove non si vede una cippa, se non una valanga di parolacce pseudotarantiniane, la preparazione delle armi da taglio con meticolosa cura argentiana, eppoi Bettany, stravaccato sul divano, in deshabillè, ricoperto di sangue che si fuma una sigaretta.

    La violenza e la crudeltà (non serve il sangue a volte) sono l'asse portante di queste pellicole (vedere, appunto, il Krays medakiano) e tolte quelle, rimane ben poco, come in questo caso, se non il gigionare di McDowell, qualche lussuosa scenografia d'interni e la ricostruzione della Londra fine anni 60.

    Se poi il grottesco alla Tarantino (che ha veramente rotto) prende sempre più piede a scapito della cruda realtà scorsesiana (la sequenza inutile e demenziale del membro della banda criminale che uccide la moglie al supermercato-tutto scriteriatamente fuori campo-eppoi, imbrattato di sangue , si mangia una banana, o quella della tortuta al saldatore-si presume, perchè la scena è solo appena suggerita-ai danni di uno sgherro di Lenny Taylor, poi scaraventato giù dalla finestra, con l'impatto che produce una schizzata di sangue in CG-dio santo in una CG che manco l'Asylum-sul parabrezza dell'automobile, restano due esempi lampanti di un grottesco voluto e ricercato che andrà bene per The Acid House ma non per un gangster movie che vuole frangiarsi di diventare un classico e competere con gioielli inarrivabili come Carter o Il sanguinario.

    Qualche vezzo nella regia di McGuigan (che eccede in immagini spezzettate in un unica inquadratura-per le scale- , splitscreen, flashback e flashforward), un incipit fumettoso all'incontro di boxe stilizzato e McDowell all'orinatoio, che appoggia il bicchiere di champagne a terra, e facendo pipì gli schizzi sgocciolano dentro al bicchiere, si tira su la lampo, prende il bicchiere fà per bere, si ferma, guarda in macchina e sboffonchia "Mi avete preso per un coglione?", per poi spegnerci il sigaro dentro.

    Resta la grande performance di David Thewlis nel ruolo del boss dandy un pò alla Oscar Wilde, la bellezza della Burrows così simile a Sharon Tate, gli sguardi di odio di Bettany, lo sputo in faccia, qualche tocco misogino (le donne, il più delle volte, sono appellate come "troie") e il confronto finale tetraleggiante stile Gli insopettabili tra i McDowell e Thewlis ormai vecchio e stanco

    Chiusa finale delirante, con McDowell, in mutande e canotta, ormai partito per la tangente.

    Un pò poco per un film su cui avevo grandi aspettative e si è rivelato una sonora insoddisfazione. Al contrario bellissimo il pezzo musicale (messo sul giradischi) che si sente nell'appartamento dove tutti sono in festa, di cui non sono riuscito a leggere il titolo sui titoli di coda perchè scritti con caratteri troppo piccoli.

    Mi accodo a chi lo definisce "modaiolo" e "senza personalità".

    Terribilmente sopravvalutato (si vedano le recensioni entusiastiche di Ciak e Film Tv dell'epoca) oltre ogni dire.
    Ultima modifica: 26/10/19 14:16 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 26/10/19 10:09
    Consigliere - 25937 interventi
    Uscito in dvd per la Fandango/Cecchi Gori (ora fuori catalogo), io ho una registrazione (datata 2002) da Tele + bianco, per la durata di 1h, 36m e 16s.
    Ultima modifica: 26/10/19 13:52 da Buiomega71