Fotos e un viaggio assurdo, sanguigno e allucinogeno nella follia.
Caleidoscopio esplosivo di amori impossibili, visioni mariane, angioletti sui cavalcavia, trasgenderismo, travestismo, solitudine, omosessualità, incesto, bondage, genitori pervertiti, squallidi locali equivoci, tocchi fantasy, commedia, amori impossibili e soluzioni a dir poco assurde e totalmente folli (il reciproco cambio di sesso per stare sempre insieme), misoginia, paura e terrore degli uomini, pedofilia, verginità, e un finale sanguinario e destabilizzante, tra madonne vestite in nero che soffocano il loro dolore accasciandosi sulla parete di un ospedale e madri paralitiche che gridano dalla disperazione
Azucena (la bellissima e bravissima Mercedes Ortega) e terrorizzata da ogni forma di contatto fisico maschile, dopo un infanzia passata a spiare la madre prostituta in camera da letto, e soprattutto fatta oggetto delle attenzioni libidinose dei sudici clienti della madre
Lavora in uno studio fotografico insieme all'amica ninfomane Paqui
Non riesce ad avere una relazione normale, il buzzurro e triviale "fidanzato" la umilia e la molla su due piedi, un artista omosessuale si innamora perdutamente di lei (scatenando le ire e la gelosia dell'amante di lui) e si toglie la vita quando si rende conto che la ragazza fugge disgustata da lui
Azucena vive in compagnia della madre in carrozzina e muta a causa di un tumore alla gola e parla (come Don Camillo) con la Madonna, che di quanto in quanto le appare, e la consiglia
E proprio grazie alla Madonna, Azucena, in un locale gay, conosce Narciso (Gustavo Salmerón), uno spogliarellista che fà spettacoli nel locale, travestendosi da donna o come Helmut Berger nella
Caduta degli Dei
I due si compensano, sono , in pratica, la stessa persona:
Azucena (che si sente sporca e puttana) evita ogni contatto fisico con l'altro sesso, Narciso (che si sente donna e odia il suo pene) cerca qualcuno che lo ami per quello che e
E amore eterno e impossibile, ostacolato dai ricchissimi e perversi genitori del ragazzo, che da quando e nato lo definiscono "carne della loro carne" e lo usano come un giocattolo sessuale per le loro perversioni sessuali
Aiutati dalla Madonna stessa e da qualche angioletto, i due vogliono coronare il loro sogno d'amore...Azucena riceverà il pene di Narciso (che nel frattempo si era autoevirato con un paio di cesoie) e Narciso riceverà i seni e il sesso di Azucena...
Ma il sogno di questa tenera follia verrà spezzato da un finale sanguinario e senza speranza, dove anche la candida Madonna lascerà le sue bianche vestali per vestire di nero e sarà sopraffata da un immenso dolore, coperto dalle grida della madre di Azucena
Una vera piccola sorpresa dalla Spagna, VERGOGNOSAMENTE passata sotto silenzio e uscita da noi direttamente in home video che si becca immediatamente l'aurea del culto non colto
Eio Quiroga ha talento da vendere (leggo in giro che ha realizzato altri due horror-naturalmente inediti da noi- fan di Stephen King, Mario Bava e David Lynch, con il sogno di rifare l'
Osterman weekend peckinphaniano), pregno di una vitalità visionaria e narrativa da lasciare basiti (e con questa sua folle opera, per me, e già un regista di culto)
Un pò come se
Repulsion (Quiroga lo omaggia pure in una scena, quando Azucena e ghermita da alcune mani che escono da oscuri tendaggi in un momento di onirismo) fosse stato realizzato dall'Almodovar della prima ora, con richiami al Lynch di
Cuore Selvaggio (le apparizioni della Madonna al posto della fatina), tracce di cinema argentiano "suspiriano" (le composizioni fotografiche di Cesar dedicate ad Azucena proiettate su delle lenzuola appese nell'appartamento), squarci horror (la minacciosa villa dei genitori di Narciso, i loro particolari giochi erotici, il terribile album d'infanzia, Narciso scudisciato dal padre nella stalla sotto gli occhi eccitati della madre, l'autoevirazione con le cesoie, il finale violento e sanguinario, l'incipit con Azucena bambina, il suicidio nella vasca da bagno di Cesar e le foto di morte mandate via fax), picchi fantasy (l'angelo "wendersiano" sul cavalcavia dell'autostrada di notte, la Madonna guida, il medico angelo lui stesso), tocchi fiabesco/romantici (l'amore impossibile e puro di Narciso e Azucena, che per stare insieme decidono di affidarsi all'assurdo), spizzichi di commedia
Cinema vitale, fiammeggiante, carnale e sanguigno. Fiaba nerissima sull'impossibilità di essere normali e tutto quello che ne consegue
Da antologia il "molesto" invito a cena, con Azucena a tavola con i genitori di Narciso che cominciano già con allusioni sessuali verso la ragazza. La madre, a Narciso :"
Hai buon gusto figliolo, ma e un pò scarsa di tette" e poi comincia a palparle il seno davanti al ragazzo con la scusa di pulirle il vestito macchiato dalla zuppa versata. Bellissimi, poi, i titoli di testa, con la scritta
Fotos che appare come un omaggio alla scritta
Alien sui titoli di testa del capolavoro scottiano
Tra la follia di un Bigas Luna, l'eccentricità del primo Almodovar, il genio di Amenabar, ma con un suo stile personale e incisivo, che lascia il segno
Cristologia ferrariana (la stanzetta di Azucena colma di altarini alla Madonna, i rosari, il grande crocifisso nel salotto dove prega la madre di Azucena, Azucena con le stigmate) che si mischia ai richiami della nuova carne cronenberghiana (il rifiuto del proprio sesso, il ripudio del proprio corpo, il cambiare in qualcosa di definitivo) per sfociare in una chiusa da incubo fulciano.
Forse uno dei film che più mi ha conquistato quest'anno (insiema e
Guilty of Romance e
Onibaba), una vera sorpresa che davvero non mi aspettavo.
Ultima, ma non meno importante, la fotografia avvolgente e cromatica di Ángel Luis Fernández
Di Quiroga mi piacerebbe vedere di più, ora
Il film ha vinto (giustamente) due premi al festival di Sitges (cioè questi, che ho preso da IMDB):
Miglior sceneggiatura al Festival di Sitges
Fotos (1997)
Premio speciale della giuria al Festival di Sitges
Fotos (1997)
E pare che il buon Quentin abbia apprezzato quest'opera bizzarra e inusuale, che stimola , diverte, destabilizza e lascia a bocca aperta
Da scompisciarsi leggendo il giudizio critico del
Mereghetti (almeno, per diritto di cronaca)
Come sopra il film lambisce parecchi generi, quindi-non sapendo cosa mettere-ho optato per drammatico.
Io ne sono rimasto estasiato, ma francamente, non saprei bene a chi possa consigliarne la visione...