Un bel personaggio femminile interpretato dalla Gravina con vivacità e freschezza, che evidenzia anche la diversità di recitazione dell'attrice rispetto ad altre dive dell'epoca. La voglia di sognare e di scappare dalla realtà spingono la ragazza ad evadere dalla campagna torinese per giungere dopo varie peripezie a Livorno, trasportata da due camionisti sconosciuti. Un film di medio successo presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia nel '59, prodotto con pochi soldi e una buona dose di neorealismo.
"Credete sia tutto facile, come nel cinematografo". Lizzani e De Concini qui lo dicono, per bocca di un'addetta del collocamento, e qui lo negano, complicando mica male la vita di Esterina, diciassettenne rimasta bambina. Carla Gravina ne ricrea lo spirito, tra i lazzi della girovaga e la piccola spiritualità della Gelsomina de La strada. Modugno dà al camionista ex barbiere tutto il sapore che invece Horne non ha. Il road movie vagola ridondante, dà gas solo nell'equivoco coi questurini, un po' poco.
Ritratto femminile decisamente all'avanguardia per i tempi, scritto da Giorgio Arlorio che diventerà uno dei migliori sceneggiatori italiani. Si tratteggia una donna che ha il volto molto moderno di Carla Gravina e che è molto diversa da molte altre protagoniste femminili dello stesso periodo, il tutto in una struttura da road movie anch'essa molto sorprendente. Film sottovalutato, nonostante sia stato presentato alla Mostra di Venezia.
Esterina è una povera ragazza che scappa dalla sua condizione per conoscere il mondo e casualmente incontra due camionisti che a loro volta sognano un loro futuro. Tre personaggi completamente differenti descrivono l’animo umano nelle sue variegate sfumature in un’ Italia che pare sempre quella, anche a distanza di decenni. Almeno caratterialmente. A volte un po’ bozzettistico, il personaggio di Esterina sa dire molto di se e del suo complesso, acerbo mondo, riuscendo a farsi ricordare ed amare così com’è.
Una ragazzina bugiarda e sognatrice, scappando dal lavoro dopo che le han rubato il Garelli Mosquito del padrone, si aggrega a un paio di camionisti un po’ cialtroni. Sbalestrato road movie all’amatriciana che zompa qui e là senza organicità come un coniglio impazzito. Ogni tanto offre qualche interessante spunto da approfondire, ma anche quello finisce nel mucchio insieme al resto senza troppa convinzione. Così come sono altamente schizofreniche e spiazzanti le continue sterzate emotive fra i protagonisti, che ingarbugliano lo spettatore verso una chiusura sfilacciata e ambigua.
MEMORABILE: L’anziano sfrattato.
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Esterina è una ragazza di campagna, annoiata dalla vita che conduce e, per di più, maltrattata dai suoi padroni. La salvano due camionisti che se la portano via, in giro per l'Italia. La nuova vita, però, non è così emozionante e dorata così come lei l'aveva immaginata. Esterina rischia infatti di diventare una prostituta, finisce in galera e tenta perfino il suicidio... (Film TV).
Giuliano Montaldo, aiuto regista del film, ricorda su La Stampa (21 dicembre 2007) che avendo pochi soldi fecero i sopralluoghi nella periferia torinese in quattro su una Seicento, con il noleggiatore che li invitava a non puntare i ginocchi sul sedile di fronte per non danneggiare l'auto.