Ennesima puntata di Emanuelle/Gemser, che ama la varietà dei luoghi e la varietà degli amplessi. Qui ci sposta in Thailandia ed in Marocco. Il film contiene la famosa scena delle palline da ping-pong. Massaccesi ha dichiarato che venivano fatte uscire "da lì" con un semplice trucco: tirando un filo invisibile. Il film, purtroppo diventa ben presto terribilmente noioso: sia vedendolo all'epoca, sia - e ancora di più - vedendolo ora.
Il meno interessante dell'intero ciclo: Emanuelle è pur sempre circondata da bellezze irresistibili (Ely Galleani) e la musica accompagna lo spettatore -ininterrottamente- nel peregrinare delle fotografa lungo il globo terracqueo. Ma la mancanza di scene "spinte" (eccezion fatta per le palline) e il registro scanzonato che permea la storia lo rendono noioso e piatto. Co-sceneggiato da Maria Pia Fusco, che nei successivi (Emanuelle in America e Perché violenza alle donne?) infonderà un cinismo inatteso nella serie. Ottimo il doppiaggio italiano.
Il primo incontro tra Emanuelle Nera e D'Amato è un "reportage" della carica sensuale della Gemser che, irresistibile cosmopolita, appaga desideri erotici e sana paure e malesseri interiori di uomini e donne: tra queste ultime la Galleani, moglie in pausa di riflessione, e la timida e irrequieta Berger. La scena del massaggio è un distillato di soft d'alta qualità, mentre la fotografia si riempie dei colori fulgidi del folklore tailandese e marocchino.
MEMORABILE: Lo stantuffo. Le palline da ping-pong.
Massaccesi eredita la Gemser-Emanuelle da Albertini e la riscrive a modo suo, codificando da subito alcuni elementi cardine del filone. Per la prima volta la storia si svolge infatti "around the world", con la fotoreporter alle prese con svariate avventure erotiche e una storiellina dalle tinte gialle e un minuscolo retrogusto di denuncia sociale. Rispetto ai capitoli successivi manca però ancora qualcosa: Massaccesi si contiene evitando di dare sfogo alla sua visionarietà col risultato di realizzare un film un po' piatto e noiosetto.
Frammentario, certo non il migliore della serie, ma D'Amato qui codifica (meglio ancora dei precedenti di Albertini) la miscela di ingredienti destinata a bucare l'immaginario: location cartolinesche (da Venezia a Bangok), gite in Land Rover, molte scene soft (comunque audaci per l'epoca), orge di sesso a base di fumate d'oppio, vouyerismi da mondo movie (la lotta degli animali nel terrario). Sorprendente la partecipazione di Rossi Stuart senior; sempre belle le musiche di Fidenco; Ely Galleani, purtroppo, si vede poco.
MEMORABILE: La coppia di americani: "Il nostro viaggio all'estero è un appuntamento irrinunciabile ogni anno; per fortuna ce lo possiamo permettere..."
Fondamentalmente D'Amato ricicla il precedente episodio diretto da Albertini senza proporre niente di nuovo. Probabilmente è la Gemser meno attraente, a recitare in questo film (eccessivamente magra), ma qualche situazione interessante si riesce sempre a creare (vedi il menage a trois dentro la tenda). La moda dell'epoca imponeva di far vedere anche qualche crudeltà tra animali (inutili e poco pertinenti in questo genere di film), ma soprattutto donne costantemente disponibili all'amore saffico dai risvolti romantici... Bah!
La prima Emanuelle Nera massacesiana che fissa i canoni teorico-stilistici dell'intera saga: trama a blocchi distinti a seconda della location in cui si sposta l'azione, cast femminile multietnico, tour de force sessuali di ogni tipo e in ogni luogo, terribili pistolotti esistenzial-libertari anni '70 (del resto, con la Fusco e Vivarelli...), musiche onnipresenti e funzionalmente debordanti di Nico Fidenco. Massaccesi non difetta di tecnica, ma i suoi acculturati sceneggiatori non mostrano altrettanta fantasia. Però la Galleani lascia il segno.
MEMORABILE: Tinti con gli occhiali sembra Umberto Bossi con un po' di anni in meno (che da lassù il povero Gabriele non me ne voglia per il paragone).
Primo film della serie Emanuelle nera diretto da Massaccesi, che sembra quasi una fotocopia del primo capitolo diretto da Albertini. Non succede granchè, ci si sposta in luoghi esotici e la Gemser si concede all'amore saffico con la Galleani prima e con la Berger (che se ne innamora) poi. Vedere anche Tinti fautore del sesso libero mi ha un po' sconcertato... Presenze di contorno per Venantini, Avram e Rossi Stuart. Probabilmente il più piatto Emanuelle massaccesiano.
Primo episodio del ciclo diretto da Massaccesi, che introduce l'elemento esotico nella saga; pregio non da poco, visto che alla fin fine è l'unica cosa che salva il film (e la serie) dal completo naufragio. Le belle location (in questo caso Thailandia e Marocco) mantengono infatti vivo l'interesse dello spettatore; la parte erotica è invece abbastanza soporifera e comunque basata sugli standard dell'epoca, che al giorno d'oggi più che altro fanno sorridere. Pessimi i dialoghi pseudo-femministi appioppati alla Gemser. Non male il cast.
Sulla scia dell'inaspettato successo di Emanuelle nera di Bitto Albertini il prolifico mestierante del cinema popolare Aristide Massaccesi cerca, riuscendoci, di ottenere il massimo rendimento dando via con questo film a un nutrito filone di genere "softcore"; tuttavia, come il capostipite e nonostante le pruriginose promesse, il film annoia perché totalmente privo di una degna sceneggiatura (si susseguono immagini di nudo intervallate da tediosi discorsi). Ricche le location e buone le musiche di Fidenco, ma non basta.
Massaccesi sfrutta l'onda del precedente episodio di Albertini e crea un filone che vede l'esotica bellezza della Gemser girare il mondo per reportage fotografici e incontrare uomini e donne pronte ad accattivanti amplessi. Sviluppo narrativo non proprio memorabile, nonostante un buon cast che si avvale di caratteristi dell'epoca. Qualche momento erotico ma soprattutto dialoghi noiosi.
Le belle location marocchine e thailandesi, la buona OST di Nico Fidenco e la straordinaria bellezza di Laura Gemser non bastano a risollevare le sorti di quello che forse è uno dei peggiori episodi della serie di Emanuelle. Noiosissimo perché privo di trama, zeppo di folklore tappabuchi e contornato da continui dialoghi pseudo-intellettuali onestamente ridicoli, in un film così. Peccato perché il film è anche ben curato e Joe D'Amato si conferma un buon regista, ma la visione risulta veramente inutile. Solo per i fan della splendida protagonista.
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Innanzitutto grazie Undyng x la segnalazione del duplice dvd a scelta, non lo sapevo e senz'altro lo acquisterò.
In merito alla versione soft e hard, immagino che la versione hard, sia sostanzialmente un'opera di cucitura x il mercato estero, che nulla ha a che fare con il film.
Io in genere preferisco le versioni uncut, (ovvio), ma se sono inserts, in fondo non si tratta di tagli, ma bensì di cose aggiunte, spesso anche farlocche...
Appunto dicevo che la manovra della Stormovie è strana, perché non credo che la VERSIONE INTEGRALE contenga alcunché di spinto.
Non dovrebbe, questo titolo, essere stato "vittima" di rimanipolazioni con inserti hard, almeno nella versione italiana.
Evidentemente la versione SOFT sarà tratta da un master simile a quello che viene trasmesso in TV.
Staremo a vedere.
HomevideoZender • 29/10/08 07:50 Capo scrivano - 48885 interventi
Anche qui pare che siano già usciti i dvd Stormovie in duplice versione: hard e soft (mah).
CuriositàZender • 5/02/09 08:51 Capo scrivano - 48885 interventi
Dalla prestigiosa mostra itinerante "I flani di Legnani" curata per l'appunto dal caro Buono con il contributo al restauro di Zender, ecco il flano di "Emanuelle nera orient reportage":