Enzo Barboni (continua a firmarsi E.B. Clucher) era reduce dall’impressionante successo di CONTINUAVANO A CHIAMARLO TRINITA’, per anni rimasto il film italiano più visto di sempre. Un altro lavoro con Hill o Spencer era prevedibile. A conti fatti, tuttavia, se Barboni avesse utilizzato di nuovo la coppia sarebbe stato senz'altro meglio, perché qui si vede che Terence Hill da solo non riesce a trovare in alcuno dei suoi partner un compagno in grado di garantire lo stesso grado di affatamento che ha col compagno di sempre. In un cast senza nomi davvero noti non spicca nessuno, né tantomeno...Leggi tutto il grosso biondo che dovrebbe rimpiazzare Spencer (il doppiatore è sempre Glauco Onorato). Clucher/Barboni aveva approntato per Hill una storia particolare, per alcuni versi insolita: la velocità, l’abilità balistica, la predisposizione alla scazzottata, insomma quasi tutte le caratteristiche che distinguono Hill nei suoi film cominciano ad apparire solo nel finale. Inizialmente il suo personaggio è solo un damerino di buon cuore, incapace di trasformarsi in un vero “uomo del west” (in realtà gli esterni sono girati al Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice in Jugoslavia). Il senso dell'umorismo forse grossolano ma mai volgare o tirato via di Barboni dà al film una certa dignità, lo differenzia dagli squallidi tentativi d'imitazione che spuntavano all'epoca come funghi, però non è sufficiente a rendere interessante un fagioli-western poco incisivo e troppo lungo (oltre due ore!), che se nella prima parte offre qualche motivo di risata, si fa ben presto ripetitivo (quando non insopportabile negli inserti sentimentali). Hill, in una parte non felice, misurata, non può far valere la sua innata simpatia e i “cattivi” questa volta sono solo figure di cartapesta, evanescenti. Restano le belle musiche dei soliti fratelli De Angelis, una sicurezza.
Terence Hill è bravo e simpatico (un lord in mezzo a burini, ladri e pistoleri; e questi sono solo i suoi parenti). Come anche il capo della scalcinata banda. Ma questa farsa camuffata da western è troppo grossolana e, alla lunga, diventa ripetitiva e piuttosto scontata. Ciò non toglie che, in mezzo, ci siano momenti divertenti, ma non sono abbastanza (uno dei parenti di Terence Hill dice che lo Yorkshire che ha in braccio l'ha trovato nel bosco e che ce ne sono tanti). Vedibile e nulla più.
MEMORABILE: Il volo d'angelo del direttore del carcere; "Attento, è un visconte!"; "Attento Morton, è un visconte!".
In fondo migliore della non eccelsa reputazione che lo accompagna, carino e realizzato con professionalità, anche se un po' lunghetto, un po' stucchevole negli intermezzi sdolcinati, e con un grande attore fordiano (Carey) non troppo sfruttato. Per fortuna valentissimi caratteristi (fantastici Sal Borgese e Tony Norton bounty-killers lugubri quanto imbranati) sostengono la storia sino alla fine. Discreto.
E il west finisce sulle coste dell'Adriatico con un bel tramonto, perché è li che il film è stato girato. La pellicola non è assolutamente all'altezza delle due che l'hanno preceduto e al di là di questo è proprio mediocre. Terence Hill, pur bravo, soffre della mancanza del suo compagno di sempre e qui si capisce molto bene il peso che ha sempre avuto Bud Spencer per il successo di questi western nostrani. Si aspetta la fine per vedere la trasformazione repentina dell'inglesino e per godersi la prevista scazzottata.
Disarmante film che Barboni deve aver realizzato ripescando chissà quale fogliaccio dimenticato dentro un cassetto. Alla base manca una vera sceneggiatura poiché si tratta di una striminzita storiella di addestramento che diventa ripetitiva dopo 20 minuti. E dire che si sfondano le 2 ore. Hill in un ruolo diverso dal suo solito personaggio se la cavicchia, ma mai come in questo caso è abbandonato a sè stesso, essendo i suoi tutori davvero anonimi. Poca cosa Pizzuti come antagonista unico. Qui Terence cavalca una bicicletta, come farà poi in Don Matteo.
Un film piccolo e nemmeno troppo divertente (nonostante lo sforzo produttivo della PEA) questo di Barboni. Una sceneggiatura stirata all’inverosimile, nessun estro comico, ispirazione a livello del mare, personaggi mal concepiti e un Terence Hill a disagio nelle vesti di un dandy inglese che, giunto nel West, subisce, dagli amici del padre, un’educazione a rovescio. Chiaramente un’operazione di riporto tesa a sfruttare il successo mondiale dei due “Trinità”. Comunque qualche risata il film la strappa, soprattutto nell'ultima mezz'ora. Per amanti del genere.
MEMORABILE: L'idea della scazzottata a due tra Terence Hill e il suo rivale in amore girata come se fosse un decisivo e risolutivo duello alla pistola.
Tipico western stile "volemose bene": non c'è nemmeno un morto ammazzato in tutto il film, nel quale, pur fra qualche simpatica trovata, si sprofonda presto nella noia (anche vista la durata piuttosto lunga). E poi diciamo la verità, Hill senza il fido Bud Spencer perde gran parte della sua utilità. Qui lo vediamo attorniato da un gruppo di mestieranti anche bravini, ma dopo pochi minuti di visione immaginiamo già esattamente dove il film andrà a chiudere.
Non ha una gran fama e si capisce il perché: *½. Manca Bud Spencer e il meccanismo Hill più tre non funziona quasi per nulla, perché il personaggio del protagonista non è granché e i tre sono caratterizzati non benissimo (spicca, ovviamente, Carey). Per il resto, molta noia, causata anche da un lentisimo procedere, parentesi inutili e inutili ripetizioni. Stavolta l'incontro lacustre con Yanti Somer non è sul Treja, ma ai bacini di Plitvice.
Il canovaccio costruito su tre briganti che svezzano un signorino poteva anche funzionare, ma la macchina si ingolfa presto. Hill perde il suo piglio da duro stile Eastwood e rinuncia alla malizia di Trinità e Nessuno ma è decisamente fuori ruolo; i bravi attori che gli ronzano attorno lo fanno con consumato mestiere e offrono un solido apporto a un film in cui c'è poco da salvare (tranne Yanti Somer... tutta da salvare!). La regia di Barboni risulta poco convinta e poco convincente, dal ritmo blando. Bella ma inadatta la location. **1/2
MEMORABILE: Tutti gli alterchi e i duetti fra i tre fuorilegge valgono una stella in più.
La storia non è male; anzi, le sequenze dell’addestramento iniziale offrono spunti interessanti, ma l'assenza di Spencer è per Clucher un azzardo mal ripagato, poiché Walcott non ha nulla di Spencer (se non la voce, sempre di Onorato). Le scazzottate “a salve” sono sempre presenti e vedere Hill che ogni tanto invece di darle le prende è già motivo di interesse. Sempre presente il "fido" Pizzuti e da rimarcare la prova di Dominic Barto nell'insolita parte del "buono".
Sull'onda del successo dei Trinità, Terence Hill e Enzo Barboni di nuovo insieme realizzano questo western comico perfettamente riuscito. Terence non è né il duro Cat né lo stravagante Trinità, ma il semplice e ingenuo Tom, un signorotto inglese che invece di darle le prende fino a che i tre vecchi amici del padre, Walcott, Barto e Carey (simpaticissimi), gli insegneranno a diventare un vero cowboy e a conquistare i cuore della Somer. E poi lo chiamarono il magnifico...
MEMORABILE: Tutti i dialoghi dei tre amici di Terence; La canzone del film.
Classico western all'italiana con Terence Hill. Manca Bud Spencer e, d'altronde, era auspicabile e prevedibile che la coppia venisse divisa prima di "scoppiare" almeno nel filone western. La mancanza di Spencer si fa senz'altro sentire e il film non ha quella brillantezza a cui eravamo abituati. Gradevole comunque, non foss'altro per la nostalgia di tempi migliori.
Atipico anche nel filone inaugurato da Clucher, molto divertente, con Terence Hill che compie una specie di percorso formativo da inglese raffinato al classico pistolero a cui siamo abituati. Si ride spesso, in realtà più per le battute dell'affiatato terzetto Carey-Walcott-Barto che per il protagonista, comunque in parte. Bella la messa in scena, molto curata, ottimi i soliti caratteristi. Ci sono solo due scazzottate tuttavia ben orchetrate, tra cui quella finale piuttosto acrobatica. Indispensabile la colonna sonora dei De Angelis.
Insomma, non convince appieno. Manca un po’ di mordente e carattere, specie se si considera il regista in questione (Barboni), che ci ha abituato a ben altro ritmo. Molto simpatico Hill in un ruolo diverso rispetto a Trinità ma non convince Walcott in questo ruolo da simil Spencer, persino doppiato da Onorato (anzi ,durante le scazzottate da un po’di fastidio). Nota di merito a Pizzuti nel suo unico ruolo da antagonista. Troppo lungo.
MEMORABILE: Il padrone del saloon che prende ripetutamente cazzotti.
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Ignobile la versione pubblicata in Italia dalla Eagle/CDE prima nel cofanetto Colt collection poi singolarmente: a parlare di riversamento di una vhs si farebbe un torto a queste ultime. Per fortuna ci pensa la Koch: l'edizione tedesca (Verflucht verdammt und Hallelujah) con italiano è quella giusta.
HomevideoXtron • 5/02/12 11:59 Servizio caffè - 2194 interventi
L'edizione tedesca è superiore a quella italiana in tutto (digipack,formato,extra...)
EDIZIONE ITALIANA Video 1.66:1
1h59m48s
EDIZIONE TEDESCA dal titolo Verflucht, verdammt und hallelujah! Video 2.35:1
2h00m04s
L'audio italiano è presente nonostante non sia indicato nella confezione
confermo l'ottima edizione tedesca, arrivatomi oggi dall'Amazzone, audio italiano, formato video corretto, insomma questo film l'abbiamo recuperato, grazie alla Koch.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv, (sabato 31 ottobre 1987) di ...E poi lo chiamarono Il Magnifico:
NB: Nel flanetto E.B. Clucher diventa E.B. Cluchor (!)