L'iniziazione per accedere ad una confraternita studentesca impone a 5 nuove reclute di passare l'intera notte all'interno di un vecchio ospedale abbandonato, che si dice infestato dalle presenze incorporee delle 63.000 persone che lì trovarono la morte. L'unica via di fuga, per il gruppo, è costituita dal tunnel sotterraneo attraverso il quale venivano trasportati all'esterno... i cadaveri.
Interessante debutto di Adrian Booth, che fa leva su cliché di genere ma con gusto e con riuscita atmosfera, garantita dalla reale struttura ospedaliera.
Per i primi quindici minuti si fatica a raccapezzarsi, con i continui salti temporali che schizzano sullo schermo come frammenti impazziti. Ma, se si ha la pazienza di non scoraggiarsi, si potrà assistere a una buona mistura di The Cube e Saw in salsa ospedaliera, pur non avendo alla base una struttura troppo lineare. Si resta nel già visto e nel prevedibile anche se qualche salto sulla poltrona e la scena di nudo in doccia destano attenzione...
Spiace (ma anche no!) stroncarlo vista la buona media di punteggi che ha preso finora, ma è un film che ho trovato davvero insopportabile. La location dell'ospedale abbandonato offre atmosfere eccellenti (grazie alla fotografia), peccato che non pungano perché non si riesce a creare tensione nemmeno quando appaiono fugacemente gli spiriti (annunciati con effetti sonori fastidiosi). Gli attori offrono prove non memorabili e il finale è l'apoteosi del patetico. Salverei un paio di scene gore, ma per me sono troppo poco anche per mezza palla in più.
MEMORABILE: "Andiamo adesso. Ormai siamo tutti e due appestati."
Scombussolante festival del già visto con regia schizofrenica e montaggio centrifugo. C'è poco da salvare quando, oltre ai limiti tecnici appena citati, il cast sembra completamente imbambolato e i farraginosi sviluppi narrativi vertono su qualche jumpscares prevedibile; aggiungiamoci anche dei buchi neri nello script e la frittata è bella che fatta. Unico pregio è la location ospedaliera, ma nel genere horror non risulta certo una novità che possa rendere il film meritevole di visione.
Ex sanatorio dove vennero sepolte migliaia di vittime della peste: studentesse gnocche devono sostenere un'iniziazione orrorifica, ma i fantasmi ci sono davvero e scatta una maledizione "per discendenza". Pessimo, con protagonisti/e fighetti/e più degni/e di serie come Beverly Hills all'interno di un baraccone con una miscela di sceneggiatura e montaggio (da video clip) caotica, confusionaria e farraginosa con suggestioni dall'esordio zombiano e da Saw. Inizia a diradarsi la fuliggine e viene a galla una storiella puerile e banale dai risvolti romance piagnucolosi. Da evitare.
MEMORABILE: Si salvano: il fatto di basarsi su di una storia vera e la doccia della tettona bionda nuda.
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L'ospedale abbandonato ed il plot del film rimandano ad un altro titolo: Boo - Morire di Paura, diretto lo stesso anno (2005) da Anthony C. Ferrante anche questo girato in un ospedale abbandonato di Louisville: il Waverly Hills Sanatorium - Kentucky, USA.
Guarda caso in questo stesso locale Adrian Booth (regista di Death Tunnel) nel 2006 girerà un altra pellicola, inedita in Italia, dal titolo emblematico: Spooked: The Ghosts of Waverly Hills Sanatorium...
Il tutto fa di Death Tunnel, Boo! e Spooked: The Ghosts of Waverly Hills Sanatorium tre titoli, insomma, complementari (per soggetto, location, sceneggiatura e regia) e da visionare in sequenza...