L'idea di fondo è presa da Urban Legend 3 (tra l'atro viene pure citato il nome dello spettro di quel film). Ambientato nel solito bosco con lago (tipica ambientazione per questo tipo di film) è un horror con qualche buona idea ma non è molto divertente (a parte la scena di quando il tizio massacra l'amico che lo prende in giro), manca un po' d'ironia di fondo fondamentale in questi film (vedi il delizioso Cabin Fever). Comunque abbastanza gradevole.
Sebbene non sia certo originale la sceneggiatura è ben scritta, compresi i dialoghi (cosa piuttosto rara in prodotti come questi). Il film dopo 35 minuti circa cambia di registro e, sebbene l'inizio sia noioso, il rapporto tra i protagonisti nei momenti "difficili" è ben illustrato. Tra gli innumerevoli prodotti "cloni" questo è una discreta sorpresa. Da vedere nel suo contesto.
Una serie di dialoghi adolescenziali sfiniscono lo spettatore: lui ama lei, ma il terzo incomodo ci si mette di mezzo. E la ragazza del terzo incomodo è tradita dalla migliore amica, che si porta a letto il fidanzato. Se si riesce a sopportare 50 minuti di chiacchiere di tal fatta il film assume poi uno spessore prettamente psicologico e prelevato - di peso - dal più nobile La Cosa. Tanto che pure la colonna sonora scopiazza, senza ritegno, dal capolavoro carpenteriano. Detto questo, va riconosciuto al regista un qual certo gusto per la messa in scena. Sceneggiatura, comunque, confusa.
Non un brutto horror. Qualcosa, fra la sceneggiatura derivativa, le ovvie ambientazioni e molti dialoghi superflui, rimane. Il regista crea un'atmosfera abbastanza soffocante (cosa che apprezzo, anzi pretendo, in un horror). In definitiva niente di speciale ma c'è del talento in Robert Wilson. Magari con una sceneggiatura più equilibrata...
Come spesso accade nei recenti filmetti di genere, la prima parte è un bel po' noiosetta con la sua verbosità e col suo girare a vuoto prima che inizino le danze (tradotto: non succede nulla!). Nella seconda le cose migliorano e se è vero che l'originalità non è certo il punto di forza della pellicola, va detto però che almeno
dal punto di vista tecnico non è mal realizzata. La confezione è buona e la sceneggiatura riesce almeno a creare un buon clima di cattiveria. I protagonisti sono tutti di rara antipatia: vederli morire non dispiace. Ha un suo perché.
Ragazzi ambosessi, weekend nel bosco con storiella macabra della strega da mettere in pratica (simil creepy pasta) e poi ovviamente il sovrannaturale si avvera e tutti possono essere il nemico sospetto non più umano (meccanismo in stile La cosa traslato dall'ambito sci-fi a quello stregonico). Come soggetto non è male, anche se non è così originale, ma lo sviluppo a conti fatti non risulta granché entusiasmante e le dinamiche a volte tendono a ripetersi stagnando. Con la confezione siamo nella media, ma vicina ai canoni del film tv. Per i completisti del teenage horror nel bosco.
Non è girato male; e qua e là l'utilizzo di buio e penombra ha anche un suo perché. Il problema però è il contenuto, davvero misero. Ricorda troppe pellicole del genere; e la recitazione non è certo il massimo (a parte il ragazzo all'apparenza meno resistente). Quando l'entità fa il cicisbeo, spiattellando tutti gli altarini, è quasi divertente, cosa mortifera per la tensione in un horror (vatti a fidare degli amici poi). E se si aggiungono, dialoghi non certo eclatanti; e un finale che finale non è, il risultato non può che essere molto modesto.
MEMORABILE: "Avanti, bruciami, così avrai finalmente davvero qualcosa su cui piangere".
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Ottimo il DVD targato Sony Pictures, un pò meno il film.
Ad ogni modo l'edizione brilla per qualità tecnica (video 1.85:1, audio 5.1) e per il reparto extra, nel quale predomina uno speciale di 30 minuti sul film.
Inutile e fuori tema, invece, il video musicale (L'Evoluzione della Scimmia).
Solito teen-horror che tenta di dare più spazio alle psicologie dei protagonisti ma, essendo quest'ultimi adolescenti, altro non fanno che dire (ed ovviamente fare) scemate.
Ispirato dal tema della "Cosa" e della diffidenza tra i personaggi Dead Mary predilige un impianto narrativo a tema psicologico, senza mai mostrare effetti speciali o scene degne di un film che si vorrebbe horror...